Capitolo 5 - Jackson

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🔴TW: autolesionismo e DCA🔴
Se siete persone fragili non vi consiglio la lettura di questo capitolo. Cercherò di trattare questi temi con delicatezza e molta sensibilità. Per le persone che soffrono di DCA e autolesionismo, non siete sole e se volete parlarne sono sempre disponibile per voi 💚

I raggi del sole filtrano attraverso le tende, puntando dritti sul mio viso.
Solo adesso mi accorgo di essermi addormentato abbracciato a Lily, visto che durante la notte si era sentita male e tremava nel letto.
I suoi capelli sono sparsi sul mio bicipite e anche qualche ciocca sul cuscino. Il sole illumina il suo volto.

Bel risveglio di merda.

Non sembra essersi ancora ripresa dopo la nottata di ieri, dorme ancora profondamente nonostante sia mezzogiorno.

La lascio dormire e mi dirigo in bagno.

Qualche ora prima...

Arrivai finalmente con la macchina davanti al dormitorio maschile e parcheggiai.
Ero dubbioso se svegliarla e farla camminare come una comune mortale con il rischio che lei inciampi in qualche marciapiede, oppure, portarla in braccio ed evitarmi tutti questi problemi.

Ovviamente la seconda scelta era quella che mi faceva comodo.

La presi tra le braccia delicatamente e iniziai a dirigermi verso la mia stanza.
Ogni tanto la sua testa si muoveva da una parte all'altra e le sue labbra producevano dei mugolii impastati dal sonno.

Un dubbio mi risale durante il tragitto: era talmente leggera che non mi fu difficile tenerla in braccio, ho notato la sua perdita di peso di anno in anno.
Non aveva più le curve di un tempo, sembrava spenta. Perché?

Ma non era un problema mio dato che non me frega un cazzo di lei, e fosse per me l'avrei già fatta bruciare all'inferno insieme alle sue provocazioni di merda.

«Vince apri la porta» sussurrai piano bussando alla porta, nel tentativo di non svegliare la guardia del mio piano.
Inizialmente fingeva di dormire ma sapevo perfettamente che non si sarebbe mai messo a letto a quest'ora se non prima del suo spuntino notturno.

«Jack?» pareva confuso all'immagine che gli si presentò davanti. Non avevo mai portato una ragazza da sobrio senza gli ormoni a mille.

«Fammi entrare e riempi la vasca di acqua tiepida perfavore» si scostò di lato e chiuse la porta alle mie spalle.
Si diresse in bagno per aprire l'acqua e successivamente tornò a ronzarmi intorno con le sue solite domande del cazzo.

«Avevamo detto: Niente. Alloggi. Gratis. Per. Le. Ragazze. Ubriache.» scandì ogni parola, d'altronde non aveva tutti i torti, condividiamo la stanza e lui ha pienamente diritto di prendere decisione riguardo ad essa.

«Solo per stanotte, ti prego» lo supplicai con ancora lei tra le mie braccia.

«Che sia l'ultima volta. Aspetta un attimo... ma quella non è la migliore amica di Blake?»

«Mi ha chiesto di portarla a casa, ma non so precisamente dove abita, dato che neanche si degna di farmi sapere qualcosa su di lei» commentai annoiato. Era la verità: la conoscevo di vista da qualche anno, nessuna conversazione, nessun contatto fisico fino al giorno della partita.

«Da quando fai i favori?» chiese con un cipiglio serio.

«Da sempre per il mio caro fratellino» risposi ironico, cercando di terminare il discorso.

«Ti piace?»

«Cosa...Cazzo no, neanche per un milioni di dollari» sbraitai infastidito. L'avrei aiutata solo sta notte, e poi ognuno per la propria strada.

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