la confessione

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Erano ormai 20 minuti che eravamo in auto. Dovevo sapere se James stava bene
"James sono Kim, come stai?"
"Kim io sto bene, sono a casa di Will un mio amico , tu stai bene?"
"Si sto bene, non tornare a casa James"
"Tranquilla, un giorno di questo dobbiamo vederci, devo parlarti di una cosa molto importante"
"Emh ok James, devo andare ci sentiamo"
"Kim ma con chi sei?"
"Storia lunga, ti racconterò"
Brian posteggiò la macchina a un lato di un bosco, che posto era quello?
"Dove siamo?" Seriamente? Un bosco?
"Aspetta, sì paziente Kim" mi porse la mano e ci addentrammo all'interno di esso. Brian era come se sapesse perfettamente dove si trovava. Iniziai a sentire il rumore dell'acqua che scorreva.
"Mi vuoi per caso affogare Brian?" scoppiò in una risata divertita.
"Ecco il posto dove i miei pensieri svaniscono" rimasi a bocca aperta. Ci trovavamo sul lago di Detroit e la vista era da togliere il fiato. Ero rimasta senza parole. Eravamo completamente immersi nel verde. Davanti a noi c'era solo un pontile di legno vecchio. Brian si tolse la maglietta e i jeans rimanendo in mutande
"Che c'é Kim? Tutta questa strada e neanche un bagno ti fai?" quel ragazzo era esteticamente perfetto. In quel momento vidi perfettamente la cicatrice vicino al suo pettorale. Mi tolsi il top e i gli shorts di jeans prima di raggiungerlo in acqua. Brian azzerò subito le distanze tra noi trattenendomi dai fianchi. Quando mi toccava il mondo scompariva
Lo guardai profondamente negli occhi. Gli posai la mano sui pettorali e sentì il contatto con la cicatrice. Lui abbassò lo sguardo proprio in quel punto
"É stato mio padre" disse tutto d'un fiato.
"Ha cercato di uccidermi dopo la morte di mia madre. Quella notte guidavo io, su quella macchina c'eravamo io e lei. Stavamo litigando e improvvisamente un auto nella corsia di fianco ha sbandato. Io mi sono salvato, lei no" aveva iniziato a tremare "Mio padre disse che era colpa mia, che dovevo stare più attento e che se mamma non c'é più é solo colpa mia. Così un giorno durante una discussione ha cercato di pugnalarmi, era sotto effetto di droghe, le usava per superare il dolore della perdita di mamma. Mio padre mi ha sempre amato, avrebbe dato la vita per me. Ma da quel giorno mi guarda come se fossi uno schifo, non mi reputa più suo figlio" gli scese una lacrima e cercò di nasconderlo girando il viso di lato "Questa cicatrice me l'ha causata lui. Medusa é per la violenza che ho subito, sia psicologica che fisica Kim. Non so perché lo sto dicendo a te, mi é difficile parlarne, ma con te é tutto più facile " lo strinsi più forte che potevo a me.
"Cazzo Brian, quanto tempo fa é successo?"
"4 anni fa, avevo solamente 19 anni" una ciocca bagnata mi era ricaduta sulla fronte e Brian la spostò con delicatezza.
Ci guardammo con intensità per vari istanti prima che le nostre labbra si unissero. Le distanze tra i nostri corpi furono completamente distrutte. Un formicolio nello stomaco iniziò ad assalirmi. Brian mi strinse con possenza e il bacio diventò sempre più intenso. I nostri corpi erano un mix di brividi e sensazioni immersi nell'acqua. Non mi era mai successo con nessuno. All'improvviso tutta la magia finì.
"Kim andiamo, si sta facendo buio. Ti riporto a casa mia, a casa tua non ci tornì neanche morta" si staccò da quel intreccio di corpi e uscì dall'acqua.
Uscì subito dopo di lui e mi coprì la pancia con le mani. Non avevo mai avuto un bel rapporto con il mio fisico
"Non copriti Kim , sei bella"

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