Prologo

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«Perché non torni a casa per un po'? Magari cambiare aria ti aiuterà!»

Avrebbe aiutato forse... se casa non fosse suonato come un diretto sinonimo di inferno alle mie orecchie.

Avevo passato 18 anni della mia miserabile vita in quel posto; avrei venduto l'anima al diavolo prima di passarci anche solo un altro giorno.

E comunque...

«Ho chiamato, Alice, mamma. Starò da lei.»

«Alice?» la sua voce calò di una pesante ottava.

Papà doveva essere nei paraggi; il nome di mia sorella aveva lo stesso valore di una bestemmia per lui. Mamma faceva attenzione a non pronunciarlo mai in sua presenza.

«Si - risposi - c'è una clinica a Seattle che pare fare miracoli per quelli come me.»

Pausa.

Silenzio.

Poi un sospiro che mi fece rabbrividire sotto il sole cocente di Los Angeles.

«Non penso sia una buona idea, caro... dovresti parlarne con tuo padre. Lo sai.»

So che ho 23 anni.

Avrei voluto rispondere.

E so di poter prendere almeno una decisione che non sia dettata da quell'uomo.

Un rigurgito acido mi risalì su per la gola; mi tolse il respiro per un istante, ma lo mandai giù con la carrellata di parole che mi solleticavano la lingua. Dire cosa pensavo davvero non aveva mai funzionato con loro; nessuno sapeva ignorare la verità come i miei genitori.

Non aveva importanza, non più.

Le porte scorrevoli dell'aeroporto internazionale di Los Angeles si aprirono davanti ai miei occhi; l'intero era luminoso e freddo e le enormi vetrate si innalzavano fino al soffitto.

«Non sarà per molto - mentii - torno a casa il mese prossimo.»

«Beh... se hai già deciso. Chiamami più spesso quando sarai lì, mi raccomando. Alice... lei non è una buona influenza.»

Ma è mia sorella.

La mia gemella.

L'altra parte di me.

Deglutii a vuoto mentre di bocca mi usciva una promessa vana. Chiusi la telefonata con mia madre con un ti voglio bene insipido e rimisi il cellulare in tasca.

Sopra di me, il tabellone delle partenze segnalava che il mio volo di sola andata per Seattle era in perfetto orario.







•ADR SPACE 🎤 •

Signore, signori e carciofini benvenuti su Rhodophobia. Nella scrittura di questa opera mi baso su un unico mantra: DRAMA DRAMA MA MAAA!

Scherzo; vi prometto che vi farò anche ridere se mi darete una possibilità. Vi prego datemi una possibilità, ho 23 anni e un sogno nel cassetto.

Questa storia è aperta a tutti tranne che ai seguenti soggetti: razzisti, omofobi, misogini e complottisti.  Lo sconsiglio anche ai minorenni, ma chi sono io per decidere? Vostra madre? No di certo!

Dopo questa -1000 punti aura 🗣️

🐰I have a bunny and that's my whole personality!

Aylin D. Rosewood

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