Capitolo 7, Ifigenia

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Ho seguito Patroclo fino ad una porta divina ed ora ci troviamo in una stanza di magnifica grandezza. Probabilmente siamo nel regno degli immortali, ma non lo do per scontato: il nostro pianeta ha tante bellezze nascoste che possono essere enfatizzate solo dalla presenza degli dei.
Ho perso di vista il ragazzo che mi ha slegata tempo fa. In questa stanza ci sono molti giovani, fanciulli e fanciulle, ognuno di noi ha la tunica di un colore differente e diversamente vivace. La mia è color oro e penso di essere l'unica ad averla del colore di un metallo lucente. Spero non sia un colore simbolo di sventura: questa volta voglio trionfare.
La grande sala è decorata con affreschi che rappresentano le ninfe e le dee, tutte divinità femminili in tutto il loro splendore. Stranamente, in tutte le raffigurazioni, i soggetti sono sempre vestiti e mai nudi; mi sorprende perché gli dei amano mostrarsi per il loro splendore fisico e mi sembra insolito un comportamento così composto da parte loro: accogliere degli ipotetici nuovi eroi in un salone affrescato da immagini divine dove i soggetti sono sempre composti e rigidi mi sembra insolito e poco adatto al loro profilo. Dà un po' l'effetto di una foto di famiglia, devo essere sincera.
Mi guardo intorno in cerca di volti noti: dove saranno mai Adam ed Eric? O meglio, Ettore e Paride? Probabilmente anche a loro è stato chiesto di mutare una loro caratteristica fisica e temo di non poterli riconoscere, se non per il nome.
"Giovani, prestate attenzione, per favore"
Una donna dai capelli scuri e gli occhi color sole appare davanti ai nostri occhi.
"Io sono Calliope, benvenuti nel giardino dell'Olimpo!"
Seguono alcuni secondi di applausi e schiamazzi.
"Non sapevo che l'Olimpo avesse un giardino" bisbiglia una ragazza dai capelli rossi poco distante. Neanche io lo sapevo e faccio il liceo classico!
"Ora vi chiamerò uno ad uno, vi presenterete con il nome che la vostra divinità protettrice vi ha indicato e ci scambieremo due parole, tutto chiaro?"
Una folata di vento le sposta una ciocca scura dal viso truccato.
"Comunque congratulazioni per essere stati scelti, non era semplice"
Sorrido. E' stato un gioco da ragazzi. Letteralmente.
"Vi divideremo in gruppi, dopo la singola presentazione vi indicheremo il gruppo a cui siete stati assegnati, poiché i dormitori hanno dei posti limitati" si alza e ci squadra intensamente "e sappiate che ragazzi e ragazze dormiranno nello stesso edificio, qui tra gli dei non ci sono questo tipo di distinzioni perché noi non rispondiamo a nessuna responsabilità"
Ma chi me lo ha fatto fare? Poretta me...
Un'altra donna, questa volta dai capelli color fuoco, le passa una lista e la affianca.
"Bene" dice arrotolandola "possiamo iniziare"
Non so tra quanto mi chiameranno ma sono curiosa di conoscere gli altri con il loro "nome da eroe". Non vedo l'ora di incontrare nuovamente i miei due fratelli maggiori.
"Achille, puoi avvicinarti?"
Sapevo che gli dei amassero il divertimento, ma chiamare un giovane con il nome di un eroe morto per la propria arroganza mi sembra esagerato...Comunque non dovrebbe essere tanto lontano dal suo carattere effettivo, visto il portamento perfetto con cui si inchina alle due ninfe.
Achille ha un paio di occhi azzurri che si vedrebbero anche dalla Cina a Micene e, sì, è molto arrogante. Sembra essere uscito da una favola della Disney, una di quelle dove il principe muore per la principessa.
"Teseo"
Ed un ragazzo dagli occhi arancioni si avvicina.
"Arianna"
Di lei mi colpiscono le sue lentiggini e la sua tunica rossa.
"Dafne"
E' il turno di una fanciulla dai capelli blu.
"Diomede"
Il ragazzo incontrato nel bosco si inchina davanti alle due donne. Loro si complimentano per i suoi modi eleganti.
"Ulisse"
Ed ecco il mio personaggio epico non preferito. Tutti adorano Odisseo, lo descrivono come intelligentemente abile e perfettamente furbo ma, siamo sicuri che non abbia difetti?
Il ragazzo col suo nome non si inchina neanche e raggiunge Achille. Con loro due ci sono anche Diomede ed Arianna perché saranno nello stesso dormitorio.
"Ettore"
Vedo Adam, lo riconosco distintamente. E' avvolto in una tunica castana e sul suo volto risplendono delle profonde lentiggini. Sembra il vero Ettore, quello valoroso che combatté per la sua città fino alla morte.
Anche lui raggiunge il Pelide e gli altri.
"Andromaca"
Inutile dire che mio fratello abbia squadrato la fanciulla dagli occhi candidi da testa a piedi, come se avesse uno scanner al posto dello sguardo.
Nel mito, Ettore e Andromaca si amano infinitamente ma non so se finirà nello stesso modo tra loro. Anche lei si avvicina al gruppo di Adam.
"Elena"
Anche lei si avvicina allo stesso gruppo per il dormitorio. Onestamente, è una ragazza stupenda: capelli chiarissimi, occhi color cielo e tunica cobalto, fiori avvolti tra i capelli e un sorriso da far paura. Tutti gli esseri maschili si voltano a guardarla come animali affamati, come se non avessero mai visto una ragazza in tutta la loro vita.
"Patroclo"
Il ragazzo dagli occhi blu elettrico si avvicina alle due donne divine. Le mille stelle dorate sono ancora sul suo viso, chissà se qualcuno le spazzerà via.
Lui guarda violentemente la ninfa dai capelli rossi e nessuno sembra capire, neanche io. Il ragazzo di nome Achille lo fissa come se avesse lasciato trasparire un dettaglio di troppo, una riga di una storia che dovrebbe rimanere nell'oscuro per sempre.
Patroclo non si inchina, si limita solo a dire: "Con quale gruppo devo andare?"
"Non intendi prima dirci qualcosa di te?" Calliope inizia a girargli intorno "Patroclo è il cavaliere magnanimo nell'Iliade, ucciso per mano di Ettore, è proprio la sua assenza mprovvisa il motivo del ritorno in guerra di Achille...Sei sicuro di non volerci dire nient'altro?"
Lui si allontana di qualche passo sistemando i capelli castani sulla fronte.
"Voglio solamente dire che, questa volta, se morirà qualcuno tra me ed un mio ipotetico avversario, di certo non sarò io: non sono un cavaliere magnanimo, sono un guerriero che il buon animo l'ha smarrito per strada"
La ninfa resta sbigottita sul suo posto, poi indica al giovane il solito gruppo. Nel frattempo, la donna dai capelli color fuoco continua ad elencare i nomi degli eroi che ancora non si sono presentati. Attendo con ansia il momento in cui il suono del mio nome uscirà dalle sue labbra.
"La prossima è Penelope"
La ragazza dalla tunica bianca accanto a me si alza e si presenta dalle due ninfe. Raggiunge il suo gruppo per il dormitorio - sempre lo stesso - e, subito, viene abbracciata da Ulisse. Sembra che si conoscano e che si amino anche in questa storia, sarà interessante approfondire la questione.
"Paride"
Finalmente vedo anche Eric: i suoi occhi verdi brillano più che mai ed indossa un mantello color smeraldo. Sembra avvolto da una luce improvvisa perché tutti si voltano nella sua direzione.
"Paride origine di ogni sventura" dice una ragazza bionda non molto lontana da me. Lei è proprio la prossima ad essere chiamata:
"Eris" dice Calliope prima che lei si avvicini.
I suoi occhi sono di un colore soprannaturale: un nero intensissimo contornato da ciglia quasi bianche. Non mi stupisce che il suo nome sia proprio questo, sembra personificare una bellezza impressionante e quasi proibita. L'abito nero che indossa di certo non contribuisce a creare un'idea diversa dal mistero. Anche lei raggiunge i miei due fratelli ma...
"Scusatemi" attiro l'attenzione " perché lei è l'unica con il nome di una dea?"
Calliope si avvicina a me, lasciando Eris da sola al centro di almeno trenta sguardi. Mi fissa in modo intensissimo, come se i suoi due occhi chiari volessero trafiggermi. Ora posso studiare chiaramente il suo volto: i diversi nei che ha sul viso sembrano tracciare una costellazione sconosciuta.
"Non penso sia un'informazione che io possa dare ad una ragazza qualunque, sapresti dirmi il tuo nome?"
Mi guarda con sufficienza e superiorità, ma io non ci casco.
"Ifigenia"
Ghigna e comincia a girarmi intorno. "Penso che tu sappia la storia del personaggio che tu rappresenti, oppure no...Allora, Ifigenia era..."
Prima che inizi a parlare le tappo la bocca con un dito. "So esattamente chi era: figlia di Agamennone e Clitemestra, sorella di Ettore ed Elettra. Il padre la voleva sacrificare per far placare i violenti venti che si erano stanziati tra un'onda e l'altra, attorno alla Grecia. Alla fine, Artemide provò pietà per la giovane e decise di sostituirla con la sua cerva preferita in modo che Agamennone sacrificasse quella e non la figlia. In questo modo le navi greche partirono tranquillamente per Troia. Però Clitemestra si arrabbiò con il marito perché pensava ancora che avesse ucciso la figlia e, successivamente al suo ritorno dalla lunga e gloriosa guerra, lo ucciderà con l'aiuto del suo amante. Questo sarà solo l'inizio della violenta e frastagliata fine della loro famiglia"
Tutti mi guardano sbalorditi. Non so se sia più per aver messo a tacere una ninfa o per aver dato prova della mia appassionata cultura in un modo di ignoranti.
"Ottimo" mi risponde Calliope con gli occhi fuori dalle orbite per lo stupore "puoi raggiungere il tuo dormitorio, lo stesso dei tuoi fratelli"
Tutti mi seguono con lo sguardo mentre raggiungo Ettore e Paride. Quest'ultimo mi abbraccia: "Bravissima sorellina, è così che si dimostra il proprio valore!"
Ettore ci rifila un'occhiataccia e si limita ad un saluto formale. Sinceramente non mi pento di ciò che ho appena fatto.
Eris raggiunge il nostro gruppo con calma, bevendo un calice di vino ed offrendone altri ai ragazzi. Solo agli uomini.
"Tu sei una donna" le faccio notare "perché noi altre non possiamo berne?"
Si sfila una ciocca candida dall'orecchio che enfatizza il suo sguardo d'acciaio: "Perché io, a differenza vostra, ero, sono e sarò sempre una dea"
E si allontana come se nulla fosse, seguita da tutti i ragazzi ad eccezione di Paride e Patroclo, che stanno parlando amichevolmente.
Nel frattempo, faccio conoscenza con le ragazze, parliamo del più e del meno. Scopro che il colore favorito da Penelope è il bianco perché le ricorda l'eleganza dei cigni, Andromaca dice di avere un figlio piccolo e condividiamo alcuni consigli per placare bambini isterici, Elena mi stringe la mano e si complimenta per i miei occhi.
"Sembrano pezzi di un prato di primavera" dice la ragazza più bella che io abbia mai visto.
"Tu sembri un fiore di primavera direttamente, non so come facciate ad essere sempre così perfette"
Lei sorride e sistema il vestito azzurro. "Io sono una modella, nella vita reale, ed il mio aspetto estetico è curato giorno e notte da professionisti del mestiere, ormai sono più finta che vera"
Poi si avvicina Arianna, che mi dona un fiore: una rosa rossa, esattamente.
"Regalo un fiore ad ogni persona nuova che conosco, dono sempre quello che mi sembra più somigliante con l'aspetto ed il carattere del singolo soggetto e, quando ho colto questa rosa, ho pensato a te"
"Grazie"
Tra le sue mille lentiggini castane spunta un sorriso e se ne va saltellando. Penso che saremo un bel gruppo.
Ho sempre pensato che le rose rosse fossero un fiore banale, un frutto simbolico dell'amore che tutti utilizzano e nessuno sente proprio. Quando più persone ripetutamente utilizzano uno stesso simbolo, colore o oggetto per indicare qualcosa, le trovo estremamente banali. E' come dire che il rosso sia il colore dell'amore per tutti: magari metà popolazione mondiale sarà d'accordo con quest'affermazione, mentre io sono fiera di non esserlo.
Chi sceglierebbe la banalità in un mondo di copie? Chi non vorrebbe distinguersi dagli altri?
I codardi. Achille decise di essere se stesso e combattere in guerra, probabilmente era simile agli altri eroi, ma tutti sapevano distinguere un uomo ucciso per mano del Pelide. Anche Ulisse scelse l'intelletto in un'era di commercianti. Io sceglierò sempre di essere diversa dagli altri: sono una contraddizione vivente.
Da oggi, sono Ifigenia, il sacrificio che è diventato causa di rottura per un'intera famiglia, una crepa che è diventata il motivo del crollo di un interno edificio.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Jul 03 ⏰

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