Capitolo 6, Nameless

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Sono passati due secondi da quando ho aperto gli occhi e quel trono dorato è talmente brillante da farmi pulsare la testa. Rimango ad osservarlo. Le pietre che lo decorano sono perfette in ogni sfumatura, in ogni colore...Dev'essere il trono di Zeus.
Attendo sette secondi.
Sette irrazionali secondi.
Una figura divina compare in una nebbia azzurra, seduta sul trono.
È una donna, i capelli castani ondulati le fanno da mantello, la corona con la luna argentata le brilla sulla fronte. Ha gli occhi di un verde così familiare...
Accanto a lei c'è una piccola cerva dagli occhi gialli. Mi inchino. Dev'essere Artemide.
"Divina agrótera"
Letteralmente significa <<selvaggia>>. In effetti la definisce molto. È di una bellezza quasi proibita, selvaggia, senza limiti.
Lei ha gli occhi lucidi. Mi guarda come se fossi un dono che aspettava da tempo.
"Cara ragazza, sapresti dirmi il tuo nome?"
Mentre mi rialzo noto la mia tunica dorata e le foglie di alloro che porto tra i capelli. Mi sento davvero bene così.
"Mi chiamo Nameless"
Lei si alza e si avvicina a me. La sua pelle candida brilla sotto la tunica color argento. Posa una mano sulla mia spalla ed una lacrima le scende sulla guancia.
"Non intendevo offenderla"
Sorride. "Cara Nameless, non mi hai offesa, mi hai commossa"
Sono confusa, ho molte domande e decido esprimerne una: "Perché la sua tunica è dello stesso colore del metallo simbolo dei secondi vincitori? Lei è una dea: questa tunica dovrebbe essere sua!" dico, indicando la mia.
Si allontana da me sorridendo, la piccola cerva la segue come un pulcino. Un fascio di luce le illumina gli occhi color smeraldo puro.
"Oggi è il tuo giorno, quella tunica dorata è tua, Ifigenia"
Come mi ha chiamata?
Quando si gira improvvisamente, i capelli lucenti seguono il suo corpo slanciato come un abito forgiato dalle tre parche.
"No, non ho sbagliato: tu sei Ifigenia da oggi. Il saggio Zeus ci ha chiesto di assegnare un nome ad ognuno di voi, non potrai svelare a nessuno la tua identità. Tra poco ci sarà la prima prova, ma prima ti devo porre un quesito"
Annuisco.
"Devi dirmi il tuo più prezioso particolare fisico, quello tramite il quale tutti ti riconoscono: deve essere eliminato, solo i tuoi fratelli ti potranno riconoscere"
Non nascondo la mia sorpresa. "Eric e Adam sono qui?"
"Sì, si chiamano Ettore e Paride"
Ho sempre pensato che fossero uguali. Il fatto che siano figli di Romeo Sparks non contribuisce molto, per il resto, sono davvero perfetti.
"I miei occhiali" dico senza pensarci due volte "sono la cosa che mi identifica di più"
Lei mi guarda e poi schiocca le dita. La mia montatura esagonale è sparita e vedo perfettamente.
"Ora, cara Ifigenia, apri quella porta: per la prima prova verrai nascosta in un bosco e la tua voce potrà essere udita da un solo ragazzo, tu dovrai guidarlo per liberarti"
Ok, poteva andare peggio, considerando gli standard degli dei.
Non sono mai andata d'accordo con molti esseri maschili in vita mia, oltre i miei fratelli. Spero che sia o Paride o Ettore...
Quando sto per varcare la soglia, Artemide mi richiama: "Il ragazzo si chiama Patroclo"
Ok, non è decisamente uno dei miei fratelli.

La luce della luna mi trafigge in pieno volto e sono legata ad un albero. Chissà quante altre ragazze sono nascoste in questo bosco, in modi più originali, io sono legata ad un normale tronco di quercia.
Beh, Zeus, mi aspettavo più creatività.
La connessione con questo Patroclo dovrebbe iniziare al più presto. Ho provato a parlarci ma non sembra rispondere, oppure ha perso I sensi. Penso la prima.
"Dove ti trovi? Sono Patroclo"
Una voce profonda rimbomba nelle mie orecchie.
"Sono legata ad un albero"
"Beh, qua è pieno di alberi"
No, non lo avevo notato: sono in un bosco!
Lui continua: "Sapresti darmi qualche punto di riferimento?"
Mi guardo intorno e vedo solo alberi, alberi, alberi. Alzo lo sguardo e la luna è perfettamente al centro della volta celeste. La sua luce punta contro al mio sguardo, come se volesse sfidarlo.
"Penso di essere al centro della foresta" dico "sono sotto la luce della luna"
"Sai, pensavo sotto quella del sole: è notte, sei per forza sotto la luna"
Dai, almeno sa usare l'ironia.
"Almeno sei simpatico, Patroclo, tu dove sei?"
"A te cosa interessa di dove sono io, scusami? Non potresti comunque muoverti"
Osservo le catene di rampicanti che ancorano il mio corpo al tronco dell'albero.
"Già, però almeno possiamo parlare"
"No, no, no" dice ridendo "aspettami lì, ora arrivo"
Passano alcuni minuti poi vedo arrivare un ragazzo. Ha dei capelli color fuoco e degli occhi color luna, di un grigio chiarissimo. Le guance sono macchiate da lentiggini rosse ed indossa una tunica bianca.
"Hai i capelli rossi?" chiedo a Patroclo, nella speranza che mi senta ancora
"No, sono nato in Italia, non in Irlanda"
Va bene...
"Hey" mi saluta il ragazzo rosso
"Salve" lo saluto a mia volta "ti posso aiutare?"
Lui si avvicina e mi regala un lieve sorriso. Sembra un po' egocentrico, lo capisco dall'enfasi con cui si sistema I capelli mossi.
"Sei Elena?" mi chiede
"No, non sono Elena...Tu saresti?"
Lui si inchina. "Diomede dall'America, un piacere infinito, tu sei...?"
"Ifigenia"
Lui mi guarda stupito, poi parla con una voce sconosciuta ed invisibile. "Devo andare, questa Elena mi sta chiamando"
"Ok, buona fortuna"
Mi bacia la mano ancora legata all'albero.
Ok, è egocentrico ma sa fare il gentiluomo.
"Spero che ci rivedremo, bella Ifigenia"
E se ne va.
"Chi ti sta parlando? Stai bene?"
"Sì, Patroclo, sto bene, era un certo Diomede"
Sorrido ed aspetto qualche minuto.
Passano un altro paio di ragazzi che si presentano come Ulisse, Aiace, Teseo, Enea e Achille.
Infine vedo una figura avvicinarsi da lontano. Anzi, vedo i suoi occhi.
Un blu così l'avevo visto solo tra le onde del mare, un colore elettrico, carico di passione e disciplina. Mille lentiggini dorate scintillano sulla sua pelle come diamanti ed i suoi capelli biondo cenere donano riflessi dorati anche alla luna.
"Sei tu, Patroclo?"
Annuisce. Indossa una tunica bianca e mi slega. Mi bacia la mano e si inchina.
"Non ti ho detto il mio nome"
La sua bocca rossa si storce in un ghigno.
"E chi te lo ha chiesto?"
"Sono Ifigenia da Micene"
Si gira, come se non gli avessi detto nulla. "Seguimi o faremo tardi, Ifigenia"
Ho la sensazione che mi divertirò come non ho mai fatto in vita mia.

Nameless, la Dea PerdutaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora