19.1 Dove tutto è iniziato

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Ciao a tutti, cari lettori ✍🏻
Come state? Spero bene, perché questo sarà un capitolo diviso in due parti. Entrambe le parti saranno spicy 🌶️ , in questa lo spicy sarà più dolce, ma nel prossimo ho preparato una cosina particolare.

Spero che apprezziate molto questo capitolo, perché ci ho messo moltissimo a scriverlo e a trovare un modo per ricostruire la storia di quei due incasinati.

Sì, sto cercando di farli tornare insieme.

Ah, volevo anche informarmi che mancano 7 capitoli alla fine, ma questo non vuol dire che Hellen è Colin sono pronti a lasciarci.
Scoprirete tutto presto...

PS: Se potete, lasciate stelline e commenti ai capitoli (non solo questo), così che la storia possa arrivare a più persone.

Iniziamo?

H E L L E N
Cinque giorni dopo

Anche oggi è stata una giornata veramente impegnativa a scuola e io sono riuscita a tornarne viva. Finalmente è venerdì e il nostro gruppo di amici può tornare ad organizzare feste.

L'unica cosa che ci manca è Colin.

«Sai per caso quando torna Colin?» chiedo a Mary, mentre faccio il mio primo passo fuori dalla scuola. Oggi c'è veramente tanto sole, cosa molto inaspettata per l'Italia, dopo il clima a cui mi sono abituata in California.

Il viaggio in California era bello, ma Firenze è Firenze.

«Oggi» mi spiega, mentre passa una mano tra i suoi capelli ricci «lo aspettiamo tutti con grande ansia. Forse fa in tempo ad arrivare anche alla festa.»

«Quale festa? Non mi dire che avete fatto in tempo ad organizzarne una.»

Annuisce con la testa.

«Aspetta» la interrompo, prima che possa iniziare a parlare «oggi non ti passa a prende nessuno?»

«No» spiega.

«Perfetto. Allora possiamo andare a piedi.»

Annuisce.

«Allora dov'è questa festa? È qualcosa di nuovo?»

Accenna ad un sorriso.

«In realtà sì. Pensavamo di andare in montagna questo week end.»

«Cosa?» esclamo.

«Sì.»

«Ma siete appena tornati dalla California.»

«E cosa ci impedisce di fare un'altra vacanza? Inoltre, sarà un modo per festeggiare il bellissimo voto che ho preso oggi.»

«Ma...» cerco di ricordare «era un sette.»

«Appunto!» esclama e fa spallucce.

«Io, nel caso, ci sono.»

Mentre la accompagno fino a casa, chiacchieriamo di tutto e di più e facciamo qualche storia su Instagram per pubblicizzare il meteo che c'è qui a Firenze.

«Dopo fammi sapere tutti i dettagli» dico a Mary, quando la lascio a casa e poi mi avvio anche verso casa mia. I miei parenti hanno deciso di andare a fare pranzo fuori e un giro in un centro commerciale, quindi penso di avere casa libera fino a stasera. Almeno spero. Se no mi tocca ascoltare tutte le richieste di mia madre.

Quando entro in casa, richiamo il nome di mia madre. «Marina.»

La mia voce riecheggia nella casa, ma non riceve nessuna risposta. Se ne sono già andati.

Butto il mio zaino proprio davanti all'entrata e poi inizio a salire le scale. Stranamente la porta della mia stanza è aperta. Ogni volta che me ne vado da casa la lascio chiusa e questa volta, non so perché, è aperta.

Killed by emotionsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora