Questo è stato un capitolo abbastanza difficile da scrivere, me lo sono portato dietro da più di una settimana.
Ma eccomi qui... ✍🏻
Buona lettura!
🫀🫙🥀
Colin
PresenteLa sveglia svolge il suo compito: suonare; ma - in seguito a questo - ne compie anche un altro: ricordarmi del perché sta suonando così presto e così ripetutamente. E qui entra in gioco il mio compito: alzarmi.
«Che ci fai sveglio a quest'ora di domenica?» mia nonna mi accoglie sin da subito con le sue parole e con il profumo di crêpes appena preparate. «Ti stavo preparando la colazione, ma non pensavo ti saresti svegliato così prima. Dovrai aspettare un pochino.»
«Non ti preoccupare. Faccio la colazione dopo che torno dal mio impegno. Ho un colloquio di lavoro importante.»
«Oh, mamma mia!» esclama. «Come viene in mente a certe persone di fare colloqui la mattina così presto.»
Cerco di pronunciare due risate per non mostrare la rottura delle mia voce.
«Io mi vado a preparare, nonna, va bene? Penso di tornare tra qualche oretta.»
«Accipicchia. Quanto dura questo colloquio?»
«Si tratta di più colloqui» rispondo rapidamente. Non voglio far capire in nessun modo a mia nonna che le sto mentendo o che non le sto dicendo qualcosa che dovrebbe sapere. Quest'ultima è una cosa che devo fare spesso, per non rovinarle la visione perfetta del mondo che ha, in cui crede che sia l'amore a curare il dolore e non il contrario.
Quando esco definitivamente da casa, con tutte le cose necessarie a portata di mano, la colazione è quasi pronta, ma decido di resistere un po'.
Prima ho una cosa abbastanza urgente da svolgere. Ed è proprio con questo pensiero che giungo al tribunale. La struttura in stile classico mi accoglie e mi fa paura allo stesso momento, come se fosse una contraddizione. La porta che devo davanti a me è una porta nella quale, nel fondo del cuore, vorrei entrare, ma che - allo stesso tempo - voglio lasciar chiusa; c'è un motivo per tutto questo ed è abbastanza ovvio: il processo tra me e Olga Kravzova dura da sei mesi e, anche se ci siamo incontrati poche volte in tribunale, attraversare tutto è stato difficile e lo è ancora.
Mi serve solo un po' di coraggio per l'ultimo passo.
Spingo la porta, iniziando ad intravedere la struttura anche dall'interno, ma sento la voce di Henry dietro di me.
«Eccoti. Non pensavo saresti arrivato in tempo.»
«È una mattinata importante, o sbaglio?» chiedo, buttando tutto sul sarcasmo, anche se capisco perfettamente che non c'è niente di cui 'ridere' in questa situazione.
Mi raggiunge all'entrare ed entriamo insieme. «Sì. Lo è. E proprio per questo dobbiamo prendere tutto con la massima responsabilità. Chiaro?»
Rispondo semplicemente facendo un 'okay' con le dita, perché la mia mente diventa troppo pesante per sincronizzare troppe azioni in un unico momento.
Davanti a me mi ritrovo quella che è veramente l'ultima porta da attraversare: quella per entrare nell'aula del processo.
«Lascio l'onore a te. Ci stanno già aspettando. Ci riusciremo, Colin.»
«Grazie» rispondo sospirando e lo faccio.Combatto contro ogni limite che c'è in me.
Gli spettatoti e Olga sono ai loro posti, manchiamo solo io, il mio avvocato e il giudice.
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Killed by emotions
Romance⚠️ IN REVISIONE ⚠️ Febbraio 2022. La vita di Hellen, una diciottenne ucraina, viene sconvolta dalla guerra, costringendola a fuggire in Italia con sua madre. A Firenze, ospite della zia, cerca di adattarsi a un nuovo mondo, lontano dalla sua terra e...