Bella
La signora Miyo, dopo aver saputo quello che era successo (o meglio, dopo avermi vista con la camicia tutta sporca di caffè), mi sgridò. Sembrava proprio infervorata. Non capivo perché, però. Anche dopo che le avevo detto che lui non si era sporcato, che aveva quello strano cerchio pulito intorno ai piedi, lei si arrabbiò ancora di più.
Concluse la sgridata con: "Ora vai a chiedergli l'ordinazione, approfittane per chiedere scusa di nuovo!"
E poi si affrettò fuori dal retro del locale, borbottando qualcosa del tipo 'proprio su di lui doveva inciampare'.Non capii. Che intendeva con quel lui?
"Ehm...ecco, io...signore, cosa vuole ordinare? E...e poi, vorrei approfittarne per farle di nuovo le scuse, sia da parte mia che dalla signora Miyo."
Sentivo le mie orecchie che già diventavano rosse. Afferrai il blocchetto delle ordinazioni e la penna nera dalla tasca del grembiule bianco (sì, avevo cambiato anche quello).
L'uomo sorrise un pochino, e la donna seduta al tavolo con lui si girò verso di me. "Prenderò una cioccolata calda anche io. Per favore, dolce, hm?"
La ragazza accanto a lui ridacchiò e fece una battuta. "Giuro, presto o tardi diventerai diabetico."
Lui rise e poi si girò verso di me. "E comunque, tranquilla, puoi smettere di scusarti, davvero-...Aspetta, non dirmi che Miyo ti ha fatto la paternale!" Rise di nuovo. "Dille che è tutto ok, davvero. E di trattarti bene."
Sogghignò, io sorrisi un pochino, poi scappai via dal tavolo.
Poco dopo tornai con la sua tazza di cioccolata calda. Mentre arrivavo al tavolo, camminando con il vassoio tra le mani, vidi che la donna aveva preso le sue cose e se ne stava andando.
Non ero riuscita a fare a meno di chiedermi chi fosse per lui.
Amica?
Collega?
Fidanzata?Appoggiai la bevanda al tavolo, mettendoci vicino un bricco di latte e qualche bustina di zucchero. "Non è con il cioccolato fondente, ma con quello al latte. Non ho messo zucchero o altro in modo che lei possa...come dire..." Mi corrucciai, concentrandomi.
Dannate barriere linguistiche...Lui sollevò un sopracciglio. "Fammi indovinare, tu non sei di qua."
Annuii. "Sì. Sì, è così. Sono italiana" Sorrisi un pochino.
Quell'uomo mi agitava, ma allo stesso tempo mi piaceva un sacco.
La sua presenza mi innervosiva ma allo stesso tempo mi confortava.Si sollevò e si sistemò meglio sulla sedia, mettendosi più dritto. "Italiana?" Mise la tazza tra le mani per scaldarsele e prese un piccolo sorso. "E perché saresti qui a servire in questo bar?"
"Io...beh, sono venuta qui per cercare la mia felicità, mettiamola così. Ma per ora..." Mi strinsi nelle spalle e risi un pochino, mettendo la tazza e il piatto vuoto della donna sul mio vassoio. "...Ho solo trovato un lavoro."
L'uomo fece un sorriso. "Intendevo, perché sei in questo specifico bar? Non credo servire in un bar per stregoni decrepiti sia la via giusta per la felicità, hm?"
"Oh- beh, io vengo da una famiglia di stregoni, in Italia. Ma non ho decisamente il carattere giusto per essere qualcuno di così...potente e determinato."
"Capisco, capisco." Annuì, quel leggero sorriso sempre sulle labbra. "Ah, non mi sono nemmeno presentato. Sono Gojo Satoru."
I miei occhi si allargarono, e sentii il sangue affluire di nuovo alle guance. Dopo un momento di silenzio stupito mi inchinai alla maniera giapponese.
Ecco perché Miyo era così arrabbiata...
ecco chi era quel lui!"Io- non avevo idea- è un grande piacere fare la sua conoscenza!"
Satoru rise. "Il piacere è tutto mio, tranquilla."
Feci un sorriso e mi inchinai ancora una volta, poi fuggii via di nuovo con il vassoio tra le mani e la testa ancora al tavolo con lui.
La sera mi rigirai nel letto. Che figuraccia...Lo avevo quasi schizzato di caffè, e poi non lo avevo nemmeno riconosciuto.
Gojo Satoru...
Quel Gojo Satoru.
Lo stregone di livello speciale.Il più forte.
Cazzo.
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Un caffè dagli occhi blu
FanfictionTi chiami Bella e sei andata in Giappone a cercare la felicità. Che cosa troverai al suo posto? "Beh, ...Bella. Strano modo di farti notare. Ma piacere di conoscerti."