Malanno

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Bella

La luce del sole mi colpì gli occhi in modo fin troppo violento.

Perché mi sembrava di pesare così tanto?
La mattina di solito si è più leggeri, no?

Tossii di nuovo. Maledizione, quella tosse non mi aveva fatta addormentare per un bel po' di tempo, quella notte. Non capivo perché mi succedesse così tanto.

Nel frattempo, i miei occhi bruciavano come se ci avessero spruzzato del limone dentro.
E le mie gambe erano di piombo.
E stavo congelando come se fosse pieno gennaio.

Mi alzai dal letto a fatica e andai a guardarmi allo specchio.

Trattenni un 'cazzo' detto con tutto il cuore.

Sembravo un fantasma...cazzo.

Ero pallidissima, i miei occhi erano rossi come quelli di un drogato e la mia espressione mi faceva sembrare reduce da una guerra.

Mi toccai la fronte, e capii subito di avere la febbre.

Cazzo.

Chiamai la signora Miyo per dirle che non potevo venire quel giorno, e poi mi ributtai a letto.
Dormicchiai male per tutto il giorno.

Din-don.

Il campanello aveva suonato, ma io feci finta di niente, coprendomi la testa con il cuscino.
Mi ero appena addormentata bene, maledizione.
Anche se erano le cinque del pomeriggio.

Trillò di nuovo, e io mi alzai con un grugnito. Camminai alla porta, mi misi il cappuccio sui capelli incasinati e poi la aprii.

"Cosa...Gojo?"

"Ciao, Bella." Gojo sorrise, incrociando le braccia. "Ho visto che non eri al bar e ho chiesto il perché alla signora Miyo. Lei mi ha detto che eri malata e così sono venuto a trovarti."

"Trovarmi...? E perché?" Mi stropicciai gli occhi e poi lo guardai, subito a disagio per come ero conciata. "Ma non dovevi...È solo un'influenza, lo sai?" Tossicchiai un pochino.

Gojo ridacchiò. "Fa nulla. Volevo vedere come stessi, e poi..." Si appoggiò alla porta con una spalla, ma dovette comunque abbassare lo sguardo per guardarmi in viso. "Io...ecco, ero preoccupato per te. Non credo tu abbia qualcuno che possa prendersi cura di te mentre sei malata, hm? Insomma, presumo che tu sia tutta sola qui in Giappone, e..." Sollevò un sopracciglio, un leggero sorriso sempre sulle sue labbra, ma la vera emozione traspariva dal suo sguardo.

Era davvero preoccupato per me.

"Beh...io..." esitai, e poi scossi la testa, un po' triste. "No. È vero, Non ho ness-..." Venni interrotta da lui che si staccava dalla porta e faceva un passo in casa, avvicinandosi a me.

"Bene, allora lo farò io."

Gojo

Bella sembrava davvero stupita. Come se fosse una cosa incredibile che...

No, aspetta.
Al suo posto, anche io sarei stato stupito.

D'altronde, chi di voi si potrebbe aspettare che lo stregone più potente della Terra (modestamente), che hai conosciuto meno di un mese fa (e solo grazie ad un incidente) piombasse a casa vostra quando siete malati e dicesse 'mi prenderò cura di te'?

Io no.

In quel momento, lei era seduta sul divano a sorseggiare brodo caldo (assolutamente non quello istantaneo), tutta avvolta nel piumino, e io ero seduto dall'altro alto, guardando in alto verso il soffitto bianco.
Ero stanco di osservare il suo appartamento.

Era proprio come lei.

Piccolo, accogliente, allegro, colorato.

"Grazie ancora." La voce rauca della ragazza mi raggiunse. Ancora una volta non potei fare a meno di pensare di quanto quel grattare basso che potevo udire mentre parlava mi facesse sentire...cose.

Mi girai verso di lei, ridacchiando. "È almeno la sesta volta che me lo dici. Prego, ma basta."

Anche lei ridacchiò, il suono basso e tranquillo, quasi come le fusa di un gatto.

La guardai ancora per un momento, poi senza motivo o preavviso mi sollevai dal divano e mi sedetti più vicino a lei.
Bella mi guardò curiosa, stupita, ma poi tornò a concentrarsi sulla sua ciotola di brodo, un sorrisetto quasi compiaciuto sul suo volto.
Io risi tra me e me, prima di chinarmi e sollevare una mano verso di lei per accarezzarle la testa, notando subito il rossore sulle sue guance.

"Come ti senti ora?"

"Meglio." La voce era sempre rauca, ma suonava felice.

Mi stiracchiai e appoggiai 'casualmente' un braccio dietro la sua parte di schienale.
Bella non se ne accorse neanche, e quasi quasi rimasi deluso. Ma poi, dopo aver appoggiato la ciotola ormai vuota sul tavolino di fronte, lei si riappoggiò al divano con tutta la schiena.
E la testa sul mio braccio.

Sentii il cuore accelerare un pochettino, e le labbra incurvarsi in un sorriso.

Bella era ancora più sorpresa di me, ma non si mosse, anzi.
Chiuse gli occhi, sbadigliando un pochino.

"Stanca?" Chiesi, a bassa voce.

"Hm-hm" rispose, annuendo.

Era così bella.
Fragile e perfetta come il cristallo.
Quel viso un po' pallido con quel leggero sorriso mi stava facendo impazzire, maledizione.

Non resistetti più. Abbassai il braccio dallo schienale e lo misi intorno alla sua spalla, spingendola delicatamente contro di me.

"Dormi, allora."

Potevo sentire la guancia di Bella scaldarmi la spalla.

Con il pollice disegnavo piccoli cerchi sul suo braccio, quasi cercando di confortarla.
Anche se ero certo di starla facendo agitare ancora di più.

La ragazza tenne gli occhi chiusi, un lato del viso appoggiato a me, l'espressione rilassata che probabilmente conteneva mille emozioni diverse.

Ad un certo punto notai che il suo respiro stava rallentando e il suo corpo si stava rilassando.

Si era addormentata.
Sulla mia spalla.

Sulla mia spalla!

Un caffè dagli occhi bluDove le storie prendono vita. Scoprilo ora