7. Cuori incatenati in millesimi di secondo

201 52 453
                                    

"𝐋𝐢𝐟𝐞 𝐢𝐬 𝐚𝐛𝐨𝐮𝐭 𝐥𝐞𝐬𝐬𝐨𝐧𝐬, 𝐧𝐨𝐭 𝐩𝐞𝐫𝐟𝐞𝐜𝐭𝐢𝐨𝐧."
-𝐋𝐞𝐰𝐢𝐬 𝐇𝐚𝐦𝐢𝐥𝐭𝐨𝐧

«Cosaaaa?!» Urla Hena, perforandomi le orecchie con la sua voce acuta

Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.

«Cosaaaa?!» Urla Hena, perforandomi le orecchie con la sua voce acuta.

Devo smetterla di circondarmi di gente che urla!

«Hena non urlare, ti prego.» Le dico assumendo un'espressione scocciata, per poi buttarmi di peso sul letto.

Ebbene io e Alhena ci troviamo in camera mia, pronte a fare i bagagli per la partenza per il Bahrain. Ed io ho avuto la brillante idea di raccontarle ora, perché c'era troppo silenzio, quello che è successo alcuni giorni fa. Ed il suo urlo micidiale è stata la sua risposta.

Anche se ripensandoci in cuor mio devo ammettere che non mi sembra essere passato così tanto tempo, anzi la mia anima è convinta che sia trascorso un istante, per quantificarlo lo paragonerei alla durata del movimento che le palpebre degli occhi compiono per chiudersi e successivamente riaprisi: un lasso di tempo impercettibile.

E questa mia sensazione è dovuta al semplice fatto che io sono rimasta intrappolata in quella parola, quelle 5 sillabe non hanno intenzione di liberarmi, o forse sono solo io a non volerne uscire.

IM-MEN-SA-MEN-TE.

«Hara no! Tu adesso mi dici perché non ti sei fatta più sentire! No davvero, ma che ti dice la testa? È da tantissimo che lo aspetti, e quando lui ti lancia queste dichiarazioni tu sparisci?! Amica sei incredibile.» Conclude Hena alzando gli occhi al cielo, per poi strapparmi il cuscino che stavo stringendo, e darmelo in testa.

Io la guardo scioccata, per riprendermi il cuscino ricambiando la sua botta, ed attraverso quel gesto dettato principalmente dalla vendetta, mi pongo una domanda silenziosa: Hena come fai ad avere sempre ragione?

Una volta che la nostra battaglia termina, ristringo a me il cuscino e fisso il soffitto bianco della mia stanza.

«Dico davvero Hara, questa volta qual è la paura che ti logora?» Mi dice la mia amica accarezzandomi i capelli.

«Hai ragione Hena» sospiro. «Su tutto aggiungerei. Ma mi frena il timore di attribuire a questa situazione un significato diverso da quello che ha realmente. Ho paura di crederci troppo e di illudermi, e non voglio assolutamente cadere dalle nuvole.» Le dico confessandole di nuovo la mia dannata paura nello sperare in qualcosa.

«Lo so Hara, ma che significato può avere la risposta «immensamente» alla tua domanda se gli sei mancata?» Mi domanda retorica. «Te lo dico io solo uno, ossia che gli sei mancata un casino.» Mi dice alzandosi dal letto, per continuare a sistemare i vestiti, che si era portata da casa.

Io mi ritrovo a stritolare ancora di più il cuscino che sto abbracciando, cercando di imprimere su di esso la lotta che stavo avendo internamente.

Ci dovrei sperare?
«Sì.» Urla il cuore.
«Forse.» Urla la testa.

Speed of heartbeatsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora