2 | Only One Type Of Love

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Bridget
Nel mondo esiste solo un tipo di amore, ma esistono due modi differenti per amare. Il primo è quello più usato, due persone destinate a stare insieme che cercano di innamorarsi per davvero. Il secondo è quello per chi non riesce a sopportare un amore forzato, ma vuole avere la libera scelta. Io appartengo alla prima categoria.

Quando varco la soglia della cucina, sento mia mamma urlare contro Cathryn, istintivamente indietreggio, poi però mi faccio coraggio, assumo un'aria benevola ed entro
«Cosa succede?» chiedo in un sussurro
«Tua sorella, non vuole cercare la sua anima gemella» sbotta prendendosi la testa fra le mani

Oh, sorellina, vorrei avere il tuo stesso coraggio.

Punto i miei occhi color miele in quelli Cathryn, poi guardo i suoi bellissimi capelli ricci, di un nero intenso, le arrivano alle spalle, io invece porto i capelli neri, lisci e lunghi fino alla vita.
«Mamma, dalle tempo, ieri ha compiuto dicio-» tento di giustificarla, invano.
«Tu hai iniziato la tua ricerca due ore dopo!»
Ricordo quel giorno perfettamente, avevo dovuto dire addio al ragazzo che amavo realmente, mi si crea un nodo in gola e gli occhi mi si inumidiscono, esco dalla cucina prima che qualcuno se ne possa accorgere, non è da me piangere davanti alle persone.

Mi tolgo le cuffie e sento Cathryn singhiozzare nella stanza accanto, mi rattristo all'istante, non so se lasciarle spazio oppure andare da lei, opto per la prima e decido di farmi gli affari miei. I miei pensieri vengono interrotti dalla voce di mia mamma
«Bridget!» a lei si aggiunge la voce di mio padre
«Esci immediatamente!» sforzo un sorriso e mi dirigo verso la porta per poi aprirla, davanti a me sorgono mamma e papà furiosi,
«Cathryn non vuole aprire quella maledetta porta! Fai qualcosa per convincerla» sgrano gli occhi ma faccio come dicono, mi avvicino alla porta accanto e busso.
«Cath, per favore esci» dico con tono gentile, penso a qualcosa per fare in modo che aprisse la porta e alla fine trovo una soluzione,

Dopo questo mi odierà

Mi pento già della decisione che sto prendendo
«Non ci sono mamma e papà, apri per favore»

La sto ingannando

Quando la serratura scatta, gli occhi dei miei genitori si illuminano

Cath, perdonami, non avevo altra scelta. Io ti ho ingannata...

La porta si spalanca e i suoi occhi in un attimo passano da me a i miei genitori, sbianchisce all'istante e gli occhi ritornano lucidi, riporta lo sguardo su di me
«Mi hai ingannata» sussurra, prova ad indietreggiare ma viene subito bloccata dai polsi, rimango immobile a fissare un punto indefinito, mentre mamma e papà portano con forza Cathryn in cucina, lei urla vari insulti nei miei confronti, come se io non fossi stata obbligata a dire addio al ragazzo che amavo.

Cathryn
Mi portano davanti al tavolo e la scena che mi ritrovo davanti è completamente patetica, una signora e un signore sono seduti nelle sedie poste dietro il tavolo, in mezzo a loro, un ragazzo, con gli occhi marroni, i capelli raffinati e castani,
«Visto che non volevi uscire dalla tua stanza, abbiamo cercato noi la tua anima gemella, è stato abbastanza semplice, abbiamo pubblicato la sigla della tua chiave sui social. Non ci far fare brutte figure» mi inficco le unghie nel palmo per il nervosismo, mi avvicino al signore che deduco sia il padre
«Piacere Cathryn Hughes» dico a denti stretti fingendo un sorriso, gli porgo la mano
«Palmer» aggancia la sua mano alla mia mentre mi squadra con arroganza, sospiro per non mettergli le mani al collo e strozzarlo, mi avvicino alla signora
«Cathryn Hughes» porgo la mano anche a lei, e a differenza del padre, mi regala un dolce sorriso mentre ricambia il mio gesto
«Signora Palmer» lascio per ultimo il ragazzo e quando mi giro verso di lui per presentarmi, mimo con il labiale

'Ti farò vivere l'inferno'

Poi cambio espressione velocemente, regalandogli un sorriso strafottente
«Cathryn Hughes» mi mordo il labbro inferiore per istigarlo, e lui abbocca l'amo,
«Togliti questi caratteraccio quando parli con me» sussurra, in modo che lo senta solo io, non distolgo lo sguardo dal suo e aspetto che si presenti
«Derek Palmer» dice a denti stretti.
«Cathryn andate in camera tua, così potete conoscervi meglio» fisso mia madre con gli occhi iniettati dalla rabbia, le dedico un sorriso pieno d'odio, e, alla fine faccio cenno a Derek di seguirmi, entriamo nella mia camera, mi chiudo la porta alle spalle e mi avvicino al letto per sedermi
«Non ti ci abituare, da me non otterrai nulla, chiaro?» decido di marchiare il terreno così
«Oh, beh, mi dispiace per te, ma sei obbligata a stare con me» mi irrito all'istante
«Devi rispettare tre regole: la prima è che non mi devi toccare. La seconda, non verrò da nessuna parte con te, staremo insieme, ma, non ci saranno cene insieme, ne nulla, tranne quelle programmate dalla famiglia o persone importanti. La terza ed ultima, non ti devono riguardare le cose che faccio» sicuramente tutto quello di cui ho bisogno non è un ragazzo in mezzo alle scatole
«Tu hai detto le tue tre regole... ora tocca a me» lo guardo incerta ma alla fine gli faccio cenno di proseguire
«Io a differenza tua, ho solo una regola che dovrai rispettare a tutti i costi, ovvero, che non dovrai sentirti con nessuno» trattengo a stento una risata
«Io e te, siamo una relazione finta. Tu non intralci i miei piani, ed, io non intralcio i tuoi.» dichiaro alla fine. Accade tutto in un attimo, di scatto si avvicina a me e mi mette una mano attorno al collo, stringendolo lievemente, ma allo stesso tempo abbastanza forte da farmi male
«Tu. Non ti devi azzardare ad umiliarmi in un modo del genere»
«Sennò?» lo istigo, non mi farò comandare a bacchetta da lui.
«Sennò ti uccido con le mie stesse mani, Cathryn» ho sempre amato il mio nome, ma come lo pronuncia lui, fa talmente pietà che lo sto odiando
«E poi?» sorrido pur avendo una mano attorno al collo
«E poi butto il tuo corpo in un fiume» non mi terrorizza l'idea di fare una morte simile, mi terrorizza il fatto che questo ragazzo sia completamente pazzo.

Appena apro gli occhi, sento ancora la sua mano sul mio collo, un respiro accanto a me si fa sempre più pesante, mi giro e, lo noto, è sdraiato a pochi centimetri da me
«Cosa cazzo ci fai qui!?» sbotto scendendo dal letto
«La nostra prima notte da fidanzati» dice con una tranquillità da farmi paura, mi sorride con affare arrogante, mi scappa una risata isterica,
«Tu ed io, stiamo insieme per finta, quante volte te lo devo ricordare per fartelo entrare in quella testa malata!?» lui non sembra affatto contento della mia domanda, infatti si irrigidisce, si stampa un'espressione minacciosa sul viso
«Cosa pensi di poter fare? Venir torturata nel manicomio, dai sovrani?»
«Non ti riguarda ciò che faccio! Né tantomeno ciò che mi accade!» si alza dal letto ed in poche falcate raggiunge la porta, esce, chiudendosela alle spalle.

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