Capitolo III

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Eveline

Non ho mai pensato alla morte come a qualcosa di vicino, improvviso, opprimente.

È da quando sono nata che sono intrappolata in una bolla di cristallo che mi impedisce di vivere, di sognare, di essere me stessa.

Solo ora mi rendo conto di tutto il tempo che ho sprecato.

Perché se effettivamente io morissi ora, in questo istante, cosa mi rimarrebbe?

Non sono mai riuscita a vedere delle lanterne fluttuare a illuminare il cielo notturno.

Non ho mai osservato le stelle dal punto più alto di un tetto.

Non ho ancora memorizzato a fondo l'odore dei miei fiori preferiti, i tulipani.

Non ho mai mangiato fino a sentire un senso di pienezza dentro lo stomaco.

Non ho mai lasciato che l'amore mi coinvolgesse, sono sempre rimasta distante.

L'influenza dei miei genitori mi ha portato a privarmi di esperienze e cose normali per gli adolescenti. Anche un semplice panino.

Il rimorso mi mangia dentro.

<<Eveline!>> una voce vibrante con un tocco di preoccupazione mi raggiunge. La riconosco. È la sua.

<<Eveline rispondi cazzo.>>

Pian piano i colori tornano a tinteggiare ciò che mi circonda. Hunter, con ancora il suo braccio fermo a proteggermi, cerca di rimetterci in pista mentre il suo sguardo saetta tra me e la strada.

Solo ora mi rendo conto di respirare appena. Mi manca l'aria. Mi sento chiusa e oppressa. Le lacrime mi pungono gli occhi. Sto tremando.

Hunter se ne accorge e fulmineamente mi circonda le mani con la sua libera. Sento il calore della sua pelle contro la mia. Disegna dei piccoli cerchi su di essa con una delicatezza estranea a lui.

L'aria ritorna a colmare i miei polmoni. Il respiro diventa man mano più regolare.

Hunter ora è concentrato sulla strada e incenerisce con sguardi d'odio la macchina rossa che saetta sulla pista davanti a noi.

Fortunatamente il coglione non aveva calcolato che, mandando fuori strada noi, anche lui avrebbe perso tempo.

La distanza tra le due auto non è troppa, ma sicuramente non agevola la nostra vittoria.

Nonostante il nostro svantaggio, Hunter continua a mantenere la sua mano intorno alla mia.

Penso sia una delle prime volte che mi tocca intenzionalmente da quando ci conosciamo.

E ci conosciamo da 10 anni.

<<Tieniti stretta principessa, non ho intenzione di farmi battere da un tale bastardo.>> la velocità aumenta, la sento tirarmi all'indietro.

Poco fa stavo per morire e ora spero solo di vincere questa maledetta gara.

Com'è strana la vita.

Hunter riposiziona entrambe le mani sul volante mentre il piede spinge sull'acceleratore.

Ci muoviamo con rapidità e, nonostante Kayden stia andando forte, ci manca poco per raggiungerlo.

La prossima e ultima curva è l'occasione perfetta per superarlo e Hunter non se la fa scappare.

Mentre Kayden la percorre in tutta velocità, Hunter gioca abilmente con il freno, l'acceleratore e le marce.

Ad alta velocitàDove le storie prendono vita. Scoprilo ora