Harper
Mentre cammino a passo rapido per i corridoi della Hollins, non riesco a non pensare che l'ultima cosa che avrei dovuto fare stamattina era bere quel doppio espresso.
Ora ho lo stomaco in subbuglio e, oltre a questo, avere della caffeina in corpo non mi aiuta ad annientare lo stress, anzi, lo aumenta.
Il veloce ticchettio che provocano i miei tacchetti è a dir poco fastidioso.
Intorno a me regna la più assoluta confusione, data dal suono della campanella che indica l'inizio delle lezioni mattutine.
Studenti disorientati in cerca delle loro aule; la squadra di football che, ingombrante, blocca i corridoi; i gossip mattutini del gruppo delle cheerleader, ovviamente capitanato da lei: Linda Valencia.
<<Da chi scappi, Price?>>
Il clangore dei lucchetti, l'echeggiare metallico degli armadietti e i passi pesanti sulle piastrelle invadono l'aria intorno a me.
E, piano piano, mi sento soffocare.
Di nuovo portata sul fondale oceanico, poi più in fondo nel buio dell'abisso.
<<Ancora non l'hai capito, Linda? Ha paura della sua stessa ombra.>>
Le risate serpeggiano negli ambienti come boia affamati.
Si snodano dalle loro lingue biforcute parole d'odio e di saccenza, e strisciano, e mi rincorrono.
<<Da chi scappi, Harper?>>
Da loro.
Da me stessa.
È la voce allegra di Rosaline che mi raggiunge a passi affrettati; vedo l'ombra di una zattera sopra la mia testa.
Le rivolgo un sorriso curioso che fa da schermo alle mie reali emozioni.
<<Sono in ritardo per la lezione di letteratura inglese, Rose; non sto scappando.>>
<<Dove sei finita ieri sera? Non eri da nessuna parte.>>
Il suo sguardo è interrogativo e ansioso, forse un po' troppo.
<<Sono andata a casa, dovevo rientrare.>> mi limito a rispondere un po' agitata.
<<Non puoi sparire così Harper, io ed Eveline eravamo molto preoccupate e..>>
<<Non ho bisogno delle balie, Rose. Ora so badare a me stessa.>>
So fuggire dai miei demoni.
Lei mi rivolge un espressione stupita e contrariata, fa per andarsene ma la prendo per un braccio.
<<Scusa Rose, non avrei voluto dirlo, sono solo molto tesa, è per il test di filosofia, mi dispiace, io..>> ma non so come terminare la frase, che resta sospesa, congelata, tra di noi.
Mi rivolge un'altro mezzo sorriso e, facendomi capire che non l'ho convinta, divincolandosi dolcemente dalla mia presa, se ne va.
Ritorno a galleggiare sulla superficie azzurra del mare, ma l'ancora è levata: nessuna zattera per salpare.
Mi dirigo al mio armadietto e lo apro.
Mentre prendo i libri per le prossime ore l'occhio mi ricade sullo specchio e sulle foto con le mie amiche, ma non riesco a guardare altro se non il mio sguardo di rammarico riflesso nella superficie trasparente.
Mi arrabbio con me stessa per la mia stupidità e lo dimostro, sempre a me stessa -a chi sennò?-, sbattendo con forza l'anta dell'armadietto.
Mi volto, abituata al riflesso dello specchio, ma quelli che vedo non sono i miei occhi; lui ha le sopracciglia aggrottate, gli occhi incavati, e singolari.
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Ad alta velocità
Roman d'amourCosa fare quando la vita ti pone davanti scomode verità? Affrontarle o scappare? Quando le ragazze capiscono che qualcosa nelle loro vite non quadra, per loro non esiste nessuna di queste due opzioni e si trovano di fronte a una scelta difficile: r...