|2-bolla

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"Marco ma dove cazzo sei?"
"Pronto, ah, si, Pietro sto venendo, si"
Questo ragazzo mi farà impazzire prima o poi.
A voi sembra normale il fatto che egli doveva essere al bunker un'ora fa, lo chiamo e sbadiglia?
Marco ha sempre avuto problemi con le sveglie, quanti pullman ha perso, quanti ritardi gli sono stati annotati sul registro, quanti rimproveri ha ricevuto dai professori, e quanti anche da me, che sono sempre in orario.
Dario, il più precisino, sta dando di matto perché il biondo ossigenato non è qui. D'altronde ha ragione, siamo molto indietro con i brani del disco, dobbiamo darci una mossa.
Jackson come sempre è nel suo mondo, nascosto dietro al suo paio di occhiali da sole e stravaccato sulla poltrona mentre guarda chissà cosa al telefono.
E poi ci sono Duccio e Andrea, mano nella mano, seduti l'uno accanto all'altro sul divano, che se la ridono, chissà per cosa. Il secondo avrà fatto una delle sue solite battute sconcie al fidanzato, e non voglio saperne altro.
Gherardo, proprietario di questa cantina che ci ha salvato dalla noia che un normale adolescente di Villanova prova tutti i giorni, ci raggiunge proprio ora. Assisterete ad una sua sfuriata, buona visione.
"Ma voi state sempre senza fare niente? Perché ho deciso di contribuire a questa cosa che è fallita ancora prima di partire? Datemi un motivo"
J:"dai, Ghera, appena arriva Marco iniziamo"
G:"Marco ancora non è qui? Giuro che io lo chiudo qui dentro stanotte, e domani mattina lo sveglio a suoni di campane"
M:"eccomi, eccomi ci sono"
Ora avrà inizio una delle nostre lunghe sessioni di lavoro. Ci sediamo tutti intorno al tavolo, un foglio e una penna per un uno. Dovremmo cambiare queste regole, Duccio finisce sempre per disegnare. I fogli, invece, finiscono sempre sul pavimento perché qualcuno, preso dalla frustrazione, accartoccia e lancia pallottole di carta, qualcun altro si perde tra i pensieri e non si accorge che il vento gli sta rubando la pagina su cui dovrebbe appuntare qualche parola.
Ne rimane solo uno, al centro, che dopo poco diventa il diario di ognuno di noi. L'ispirazione ci coglie tutti allo stesso momento. E poi di corsa Jackson raggiunge il computer e inizia il suo lavoro, che dovrà subire milioni di modiche e, per non farsi mancare nulla, anche insulti perché non rispetta le idee di colui che gli ha dato vita. Poi si continua, bisogna decidere chi fa il ritornello (che spesso spetta a Duccio o Dario), chi fa la strofa strappalacrime per i pezzi tristi (questa, invece, è quasi sempre mia), chi quella un po' più accattivante per i pezzi più movimentati (tipica di Andrea). E Marco. Marco è perfetto in tutto quello che fa, non riesco ad assegnargli un compito preciso. Anche se non canta in un pezzo è sempre presente, con un suo zampino nel testo, e più raramente anche nella produzione. Marco può cantare quello che vuole, avrà sempre le mie orecchie pronte ad ascoltarlo.
Ritorniamo, però, al lavoro complesso che c'è dietro a un pezzo.
Una volta registrate le voci, le ascoltiamo, decine e decine di volte, e ci ritroviamo a rifarle perché c'è sempre qualcosa che non va.
Una volta concluso il pezzo dovremmo essere fieri del nostro operato. Sono pochissime le volte che questo accade. Succede anche che dei pezzi ci convincono sin da subito, ma spesso abbiamo bisogno di un po' di tempo per elaborarli e convincerci che non siano niente male.
Oddio, alle volte ci sono quei pezzi che proprio no. Eppure li concludiamo lo stesso, sperando che una volta finiti ci possano piacere. Invece no. Il loro posto è nel dimenticatoio, in una cartella del computer che non viene mai aperta, che forse si autodistruggerà.
Il pezzo di oggi è concluso, Jackson continuerà a lavorarci di sicuro. A me piace così com'è, ma per il bene comune, per non scatenare litigi, in sostanza, capita di tenersi le proprie idee per sé.
Per ora la traccia "maisonnodemo.89" è salvata nel computer. Ottimo.

Forse avrei preferito essere costretto a scrivere altre 10 canzoni piuttosto che assistere a una partita di scacchi tra Marco e Andrea. Il primo sono anni che ci gioca, straccia sempre tutti, mentre il secondo, con la sua inconfondibile testardaggine, ci prova ogni volta con impegno, conoscendo l'esito negativo già in partenza.
La realtà è che di ascoltarlo mentre si lamenta, sostenendo che il suo avversario stia barando, non mi va proprio. È una scena che si ripete tutti i giorni, preferisco quasi che stia ad amoreggiare con Duccio, e vi assicuro che è un quadretto che fa venire i brividi per quanto stucchevole. Per quanto possa essere strano, Andrea sa anche essere dolce, fin troppo.
Può darsi anche che in questo momento a parlare sia la mia parte invidiosa. Vorrei tanto trovarmi nella loro situazione, con Marco. Vorrei potergli lasciare tanti baci su quelle labbra che sembrano morbide, potergli accarezzare i capelli, stringerlo a me, confessargli che amo ogni molecola che lo compone, ma posso solo immaginarlo.

caph, la mia stellaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora