|4-un semplice messaggio

155 15 0
                                    

Occhi fissi sul soffitto. Non riesco a dormire. A mancare non è il sonno, di certo. È la spensieratezza che qualche anno fa ha scelto di lasciarmi da solo. È Marco che, dopo essere rimasto anche per la cena, ha scelto di non fermarsi a dormire qui come ai vecchi tempi. A me manca lui. Mi manca il Marco che implorava Roberta affinché gli desse il permesso per dormire qui. 4:37. Sull'orologio è segnato quest'orario e questa è una di quelle volte in cui la voglia di prendere e lanciare quell'oggetto è quasi irrefrenabile. Riesce ad essere davvero fastidioso quel ticchettio quando nella stanza c'è silenzio. O quasi. Nella mente sento il rumore dei pensieri. Di svelta scosto il leggero lenzuolo che mi compre e mi alzo diretto verso la finestra. Stasera le stelle si vedono molto bene. Accendo una sigaretta, metà se la fuma il vento. I pensieri mi stanno facendo andare in tilt il cervello. Ma io non sono uno che parla dei suoi problemi agli altri, cerca di risolverli da solo. Alle volte non li capisco neanche io quali sono, semplicemente so che esistono e che mi complicano la vita, ma se non li comprendo come potrei mai trovare loro una soluzione? Sono stanco. Non ho la minima voglia di muovermi da questa stanza ma scendo giù a prepararmi una bevanda calda. Camomilla, con due cucchiaini di miele. Mi basta un sorso per sentire un lieve senso di calma diffondersi all'interno del mio corpo. Appoggio la tazza sul comodino, la testa sul cuscino e spero che si scarichi in fretta la tensione che sento sulla pelle.

Non ho proprio voglia di alzarmi. Appena metto i piedi per terra vedo la pagina che ieri sera ho strappato dal quaderno. È tutta stropicciata, stanotte avrei voluto lanciarla nel cestino, ma non avevo più la forza di muovermi. Sentivo le lacrime bagnarmi le guancie, qualcuna è finita anche sul foglio. A rileggerla non è così male, potrebbe essere una buona strofa. Volevo buttarla solo perché mi mette sotto gli occhi quello che provo, senza filtri. Volevo scegliere di non vederla, la verità fa male e spesso preferisco le bugie.

A:"ma dimmi ti sembra normale?"
M:"ma cosa?"
A:"questo, quello che fai"
M:"Andrea ma che cazzo vuoi"
A:"vaffanculo, sei un coglione"
Da:"ma che cazzo urlate?  qua c'è gente che lavora, a differenza vostra"
Andrea sbatte la porta, di sicuro è uscito fuori a fumare per cercare di scaricare la tensione. Fa sempre così quando la rabbia lo prevale, e spesso succede per cose stupide, ma ora chissà cosa è successo.
"Marco, ma che succede?"
M:"Pietro, devi farti i cazzi tuoi"
Marco è il mio migliore amico, ma quando è arrabbiato non guarda in faccia a nessuno. Fingo di non esserci rimasto male, e raggiungo Andrea fuori.
"Andrea mi spieghi che cazzo succede?"
A:"fidati, non vuoi saperlo"
"Puttana Eva, la smettete tutti di essere incazzati con me che non c'entro niente? E sopratutto spiegami cosa cazzo è successo, avete rotto il cazzo, vi comportate sempre come bambini"
Non bastavano le tre ore di sonno di stanotte a farmi girare i coglioni, ci si dovevano mettere anche loro con le solite cazzate.
A:"che ti devo dire che ha fatto quel coglione? lo vuoi sapere davvero?"
"Si, Andrea, si"
A:"ha riscritto a quella stronza, questo succede. è un coglione, e mi sono rotto il cazzo di stargli appresso"
Si, Andrea, sono stranamente d'accordo con te. Marco è un cazzo di coglione.
Rientro con la rabbia mi scorre nelle vene, avrei solo voglia di prendere a pugni qualcosa, o qualcuno.
"Io devo farmi i cazzi miei? Si, avrei dovuto farmi i cazzi miei e fottermene di come stavi al solo pensiero di come ti ha trattato quella. Il mio problema è che ci tengo a te e tu non lo capisci, cazzo! Ti sei per caso dimenticato quante sono le volte che mi hai chiamato nel cuore della notte semplicemente per sentire la vicinanza di qualcuno? E quando l'hai fatto ti sei mai immaginato che avrei potuto benissimo mandarti a fanculo per un miliardo di ragioni e non l'ho fatto? Sappi che sei uno stronzo, che in questo modo ferisci me e tutti gli altri che ti sono stati vicini per tutto questo tempo, ma devi sapere soprattutto che distruggi te stesso. E io che mi ero illuso che tutto stesse per tornare ad andare per il verso giusto. A fanculo ti ci mando adesso, bastardo"

{angolo autrice}
salve lettori, mi scuso per il disordine che si sta creando ma io sono così, purtroppo.
spero che il capitolo vi piaccia almeno un po', vi lascio con la suspance. se vi va lasciate una stellina e fate un salto sul mio profilo, ho pubblicato un annuncio. bacini <3

caph, la mia stellaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora