19. ...e futuri segnati

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Le ragazze, sedute vicino a loro, ascoltavano attentamente, consapevoli dell'importanza di ogni dettaglio. Diana fu la prima a parlare, la sua voce rifletteva una profonda preoccupazione. "Quindi, l'assenza dei due guardiani ha creato un vuoto di potere?"

Kasim scosse la testa, la frustrazione e la tristezza evidenti nei suoi occhi. "Melania era una delle più forti tra noi, e la sua follia ha portato il caos. Senza Nael, l'Ea, il vuoto di potere è diventato insostenibile. La pace che Jaeih aveva costruito con tanto sforzo si è sgretolata rapidamente. Gli attacchi dalle terre del fuoco sono diventati più frequenti e violenti, e le città delle terre aride hanno approfittato della situazione per aumentare il loro controllo. Il potere si è centralizzato ulteriormente sulle città della direzione del fuoco e su quelle della direzione dell'acqua."

Shamsa intervenne, il suo sguardo rifletteva un misto di curiosità e timore. " E cosa è successo a Nael? Nessuno sa dove sia?"

Kasim scosse la testa, il volto segnato dalla preoccupazione. "No, nessuno sa dove sia. È scomparso senza lasciare tracce. Alcuni credono che sia stato catturato, altri pensano che sia fuggito per evitare lo stesso destino. Inoltre, per concludere, sono tornate le antiche dinastie."

Oren si appoggiò alla sedia, il peso della situazione chiaramente visibile sul suo volto. "Le antiche dinastie?" disse, la voce tremante di paura.

Kasim lo guardò con occhi pieni di compassione e determinazione. "Ora lo sai, Oren. Ora conosci il vero prezzo dei tuoi desideri."

"Chi o cosa sono le antiche dinastie?" Chiese diana notando l'espressione spaventata di Oren.

Oren osservò Kasim cercando una conferma. La confusione impressa nel volto mentre volge lo sguardo verso le ragazze. "Le antiche dinastie sono le razze primigenee di questo mondo. Erano scomparse secoli fa con la scomparsa dei guardiani del tempo e dell'anima. O almeno così dicono le leggende." Si girò verso Kasim, cercando risposte. "Esistono e sono tornati?"

Kasim continuò, il tono della sua voce era grave e pieno di storia. "Per compensare il vuoto lasciato da te, Oren, i popoli della terra hanno cercato disperatamente la tua reincarnazione. Ma la lunga ricerca non ha dato risultati, il Whenua era ovviamente introvabile. I numerosi attacchi dalle terre del fuoco hanno ridotto drasticamente il potere della terra e, nella disperazione, sono andati alla ricerca dei sepolcri ancestrali, sperando di trovare nuova forza.

Purtroppo li trovarono ed aprirono le tombe cercando tracce del loro potere. Si aspettavano di trovarne solo i resti ed invece erano vivi o quantomeno, non erano morti. Non so quanto tempo ci sia voluto a svegliarli, ma quindici anni fa le terre sacre hanno acquisito una nuova guida, Sarvandar, il redivivo degli arborei.

Hanno ristabilito l'alleanza con i popoli dell'aria ed insieme hanno cercato le altre tombe, trovandole e risvegliando per primo Badian e con lui gli Zefiri. E così, a seguire anche le terre dell'acqua e del fuoco hanno percorso la stessa ricerca. Quando è venuto a mancare l'Ea, gli Zefiri hanno preso il controllo della direzione e l'antica guerra è ricominciata."

Diana, cercando di trovare un filo di speranza, chiese: "E noi cosa centriamo? Perché siamo qui?"

Kasim si voltò verso di lei, con un'espressione interrogativa. "In effetti, vorrei saperlo anche io."

Oren prese un respiro profondo e spiegò loro con voce imbarazzata, quasi come non credesse alle stesse parole che stava per pronunciare. "Nelle vostre essenze... riesco a percepire lo stesso potere che ho potute accarezzare quando ho salvato Kasim... Avete visto le essenze primordiali... Se ho ragione... Ecco, è una teoria azzardata... ma credo che voi siate le guardiane dell'anima e del tempo."

Le ragazze faticavano a credere a ciò che Oren stava dicendo, ma a questo punto Kasim, illuminandosi, aggiunse con fervore, "Sono pienamente d'accordo."

Shamsa e Diana si scambiarono uno sguardo carico di emozioni contrastanti. "Come possiamo essere noi quelle guardiane?" chiese Shamsa, la sua voce tremante di incredulità.

Oren rispose, cercando di infondere calma e chiarezza. "Il dubbio mi è venuto quando avete descritto il vostro sogno. Ci sono antiche leggende che parlano delle guardiane dell'anima e del tempo, storie che risalgono a secoli, se non migliaia di anni fa. Alcune ve le ho raccontate. Pensavo fossero solo miti, ma credevo lo fossero anche quelli sulle antiche dinastie."

Diana lo guardò con sospetto, incapace di credere a questa assurdità. "Perché dovremmo credere a tutto questo? Non ha senso. Non siamo nemmeno di questo mondo."

"Speravo che raccontandovi le leggende sarebbe successo qualcosa. Purtroppo non ho avuto successo, ma non conosco tutte le storie e tutti i dettagli. Tuttavia, Jaeih è un'esperta. Se c'è qualcuno che può aiutarci a capire, è lei."

Kasim intervenne, il suo tono era serio e pieno di avvertimenti. "Oren, stai attento. Non pensare che Jaeih sia la stessa di una volta. E come noi sospettiamo della natura delle ragazze, sicuramente anche lei starà facendo lo stesso. La situazione è delicata, e ogni passo falso potrebbe avere conseguenze gravi."

Oren annuì con gratitudine. "Grazie, Kasim. Ma anch'io non sono più lo stesso di un tempo." Poi, con un'espressione seria, aggiunse: "E tu? Sei stato tu a rivelare a Jaeih il posto dove mi nascondevo?"

Kasim, visibilmente agitato, rispose con voce tremante: "Non potevo! Non lo avrai mica dimenticato?" chiese con disprezzo "Quando ci separammo, tu mi costringesti a non poter rivelare nulla. Per quanto io ci abbia provato, nessuno poteva udire quelle mie parole. Anni... Per anni interi ho visto morte e sofferenza, conoscendo la verità senza poterla mai riferire."

"Perché ci stai aiutando?" chiese Oren, con un nodo alla gola.

Con amarezza, Kasim rispose: "Ogni giorno ho sperato che tu morissi per permettere l'arrivo di un nuovo Whenua. Ma ora, se tu morissi, il nuovo Whenua dovrebbe appena nascere. Ci vorrebbe troppo tempo prima che possa assumersi le responsabilità che tu hai evitato per anni."

Oren, sentendosi travolto dalla vergogna e dal senso di colpa, abbassò lo sguardo senza riuscire a trovare le parole. Un silenzio pesante calò nella stanza.

Diana, incapace di sopportare oltre quel silenzio opprimente, ruppe la tensione con una domanda urgente, le sopracciglia aggrottate: "Il rapimento non può essere una coincidenza. Come hanno fatto a trovarci proprio in quel momento?"

Oren rispose con calma forzata: "Forse quando siamo scappati. Andandocene abbiamo lasciato la protezione di quel luogo. Essendo un punto focale dell'essenza della terra probabilmente mascherava la mia presenza. Più ci siamo allontanati, più siamo diventati rintracciabili."

Kasim aggiunse: "Il che significa che qualcuno vi stava cercando, o almeno cercava Oren."

"Sono poche le persone in grado di riconoscere l'essenza di qualcuno, figuriamoci percepirla e trovarla," disse Oren. "Devono esserci altre persone coinvolte. E da quello che capisco, una di queste è probabilmente Jaeih."

"Venendo qui, vi siete messi in grande pericolo. Se Jaeih vi avesse fatti seguire, potrebbe collegare la tua visita alla tua identità," aggiunse Kasim annuendo e tirando fuori dal taschino della tunica un disco piatto, metà nero e metà bianco. "Tra poco arriverà un cliente," disse. "Dovete andarvene."

"Non ci avevo pensato... Avremmo bisogno di una scusa per la nostra visita," disse Oren, preoccupato.

"Fate acquisti. È pur sempre una bottega," suggerì Kasim con un sorriso malinconico, cercando di alleggerire l'atmosfera.

"Non ho denaro," ammise Oren, evitando lo sguardo di Kasim, con il volto segnato dalla vergogna e dalla frustrazione.

"Non si preoccupi Whenua, sarà mio onore offire qualcosa a lei ed alle sue ospiti." rispose Kasim mutando la sua espressione nella più cortese e rispettosa possibile.

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