5. Labyrinth

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you know how much
I hate that everybody just
expects me to bounce back
just like that

IRIS

Le luci bianche che illuminano il corridoio sono più soffuse del solito, e non posso fare altro che notarlo mentre passo tra i corridoi della villa.

Siamo tornati alla casa in città ormai da una settimana, e sembra non essere cambiato nulla. Eppure sento come una mancanza dentro di me, come se il mio petto si fosse liberato di un peso, ma se ne fossero aggiunti il triplo.

Sento la paura incombere su di me, pronta a soffocarmi.

Non sono ancora pronta per fare un salto del genere, e non sono ancora pronta per illudermi a false speranze.

Quella maledetta festa ha cambiato tutto, portando il mio stesso cuore a smettere di battere per qualche secondo.

Per il semplice motivo che nulla di ciò che c'è scritto dentro a quello stupido libro può essere minimamente possibile.

Il mio cervello è in subbuglio da troppo tempo ormai, e negli ultimi anni si era abituato al silenzio assoluto. In questo momento, invece, nella mia testa c'è solo il caos più totale.

La voglia di chiudermi in camera e non uscire mai più, magari scaricando tutte le mie responsabilità alla prima persona che mi trovo davanti. Ma dopotutto sono solo una ragazzina di diciassette anni, quali responsabilità potrei mai avere?

Magari Michael Wilson lo sa, siccome è colui che mi sta portando fin troppi problemi.

Quel grandissimo stronzo non fa che tormentarmi, prima con la prova del pugnale e poi con il fuoco. Magari sperava veramente che sarei bruciata tra le fiamme dell'inferno.

Eppure ho come la sensazione che sappia fin troppo, ma è assolutamente impossibile.

Chase sa il minimo indispensabile, per la maggior parte menzogne inventate dalla sottoscritta. Il problema, però, potrebbe essere il padre di Chase, che teoricamente sa ciò che gli ha raccontato mia madre.

Madre per modo di dire, siccome non lo è, e mai potrà esserlo.

E' ciò che penso mentre busso alla grande porta bianca dei suoi appartamenti, e la apro dopo aver avuto il permesso di entrare. All'interno l'ambiente è illuminato, e mi ritrovo in un salotto circondato su due lati da grande finestre che si affacciano sui giardini.

<<Tesoro, come stai?>> sento la sua voce altezzosa provenire dal divano color bianco panna, su cui è seduta elegantemente. I suoi capelli biondi sono raccolti in un elegante chignon, e i suoi occhi celesti si abbassano per analizzare la mia figura.

<<Ti vedo dimagrita, sei sicura di star mangiando abbastanza?>>

Sbuffo alzando gli occhi in risposta, mentre mi accomodo di fianco a lei, sul divano. A differenza sua, elegante e raffinata, mi butto letteralmente a peso morto, e per poco non le faccio cadere la tazza di the alla rosa che ha in mano.

<<Si, Clarisse, non c'è bisogno che ti preoccupi così tanto>> le rispondo addentando una fragola, presa dal vassoio riposto sul tavolino in vetro di fronte al divano.

<<Lo sai che mi preoccupo di te, tesoro>> mi risponde con un'espressione corrucciata, mentre si sofferma sul mio viso.

Mi si blocca il respiro ogni volta che mi fissa, come se potesse leggermi tutto ciò che ho dentro. E' sempre stato così con lei, fin da quando l'ho conosciuta. Ha avuto la premura di prendersi cura di me, arrivando perfino a farmi sposare con un riccone per avere tutti i soldi del mondo.

Like a poisonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora