2. It's him, hi

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E' da talmente tanto che sto prendendo il sole che probabilmente sono in procinto a un'insolazione. Ma in questo momento, più di ogni altro, ho bisogno della sensazione di calore sulla pelle, come se potesse scacciare quel groviglio fitto di oscurità che si continua ad insinuare in quell'angolo remoto della mia mente.

Con gli occhi chiusi, ma i sensi in allerta, continuo ad accarezzarmi l'anello dorato nel palmo della mano, tirando un respiro profondo.

"Tu sei Iris Jones, e non ti arrendi"; queste sono le parole che mi assillano continuamente appena mi lascio andare ai pensieri. Parole lontane, quasi non ricordo la voce della persona che le aveva pronunciate. O forse erano due?

Parole che mi tengono sveglia la notte, oppure mi svegliano di soprassalto, e poi sono costretta a cercare calore nell'abbraccio di Chase. Perchè, per quanto tutto questo caldo sia diventato soffocante, sia nei miei pensieri che in modo fisico, mi ritrovo sempre a cercarlo.

E' come un effetto terapeutico, come quando si cerca il posto in cui si sta bene. Casa, forse.

Così la si chiamerebbe. Eppure, negli ultimi anni, ho cercato di allontanarmi da casa il più possibile. Di dimenticare il motivo per cui sono qua. L'unico posto in cui non dovrei essere.

Strizzo gli occhi, come se il sole si fosse fatto di colpo accecante, e mi metto a sedere, sentendo degli schiamazzi poco più lontano. Mi trovo sdraiata su un lettino nella nostra spiaggetta privata a Crescent City, in attesa che si faccia sera per andare a prepararmi per il ballo.

<<Iris!>> mi giro con un sorriso a trentadue denti, sentendo la melodiosa voce femminile che mi chiama, per poi alzarmi in piedi e correre verso di lei, che mi sta già venendo in contro.

Ci scontriamo in modo buffo, tantochè quasi cadiamo, ma non succede grazie al mio strabiliante senso dell'equilibrio.

Scoppiamo a ridere e sono la prima ad allontanarmi per osservare il viso stupendo della ragazza davanti a me. <<Add, come stai?>>

<<Mai stata meglio ora che sono con te, tesoro>> mi risponde facendomi l'occhiolino.

Mi avvicino al suo collo, sniffando il suo odore.
<<Hai cambiato profumo? Sento odore di Libre>> dico riferendomi a uno dei nostri profumi preferiti.

Lei annuisce, per poi abbassare lo sguardo sul mio seno, coperto solo dal triangolino del costume. <<E a te sono cresciute le tette>> dice prima di palparmene una senza pudore.

Faccio lo stesso con lei, inarcando poi un sopracciglio per poi risponderle:
<< Le tue invece sono uguali come sempre>>

<<Ma mica è colpa mia se sono piatta>> dice in modo melodrammatico, spalancando la bocca e mettendosi una mano sul cuore. Io, a mia volta, la imito. Mi metto poi a sorriderle, osservandola.

Addison Spears, col corpicino minuscolo stretto in un abitino rosa pesca e bella più che mai, mi sorride calorosamente, prima di prendermi a braccetto e portarmi dall'altra persona che era arrivata, di cui neanche mi ero accorta.
Persona che probabilmente non vedevo da una vita.

<<Da quanto tempo, fiorellino!>>. Alzo gli occhi al cielo al suono della voce allegra di Lukas, il fratello maggiore di Addison.

<<Ah ma guarda, mi sorprende vedere che sei ancora vivo>> dico prima di stringerlo in un abbraccio. Non gli dico neanche di non chiamarmi "fiorellino", tanto so che non mi ascolterebbe.

<<Vivo apposta per romperti i coglioni>> mi risponde lui di rimando.

"Probabilmente è una caratteristica degli Spears avere un sorriso così bello", penso, osservandoli insieme. Hanno due anni di differenza, e li conosco ormai da tre. Ci eravamo incontrati a un galà, obbligati a fare amicizia dai nostri genitori. Le nostre famiglie hanno contatti di ogni tipo, e così ci siamo trovati ad affrontare tutto questo insieme, Addison è colei che c'è stata per me fin dal primo momento, soprattutto nel periodo di realizzazione prima del matrimonio.

Like a poisonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora