«Allora, dimmi, ti trovi bene dove vivi?» La sua domanda mi era parsa così strana, ma forse era a causa del fatto che nessuno di Loro interessava se io stessi bene con loro. Non era una prerogativa, non era qualcosa che poteva interessare.
«Bene è un parolone, Vilde. Potrei dire che tiro avanti, che se non fosse per le torture che mi riservano, potrei stare meglio. Ma loro sono maligni e cattivi. Sono sadici, in effetti» spiegai mentre davo un morso al pezzo quadrato che si trovava sul piatto. «Non mi sono mai trovato bene, ma se solo scappassi Loro mi troverebbero perché non so dove andare» spiegai poggiando il piatto a terra e guardando la ragazza che finiva di mangiare il suo cibo. Una volta conclusa la cena, guardò l'orologio e mi osservò attentamente come se volesse chiedermi qualcosa.
«Vaughan, ascoltami. Io non posso lasciarti qui a soffrire: che ne diresti di seguirmi?» Allungò la mano sinistra sorridendo, la osservai con la fronte corrucciata e lei rise portandosi una mano sulla fronte, «Giusto, non sai dove voglio andare... fra poco verrà una nave che ci porterà per i tredici mondi, scopriremo il gusto del diverso. Loro non ti potranno trovare e tu sarai salvo», Le mie labbra si socchiusero: avevo sempre desiderato di scoprire i tredici mondi, «Che ne dici? Ho l'opportunità di portare un'altra persona con me. Ed io voglio che sia tu!»
«Non voglio esserti di peso, Vilde» dissi. Ma lei scosse il capo portandosi una mano al cuore, quasi come se le facessi pena. «Nemmeno perché ti faccio pena».
«Io ero come te, sai, quando ero piccina. Una volta che mi sono allontanata da quel posto malsano, sono cresciuta e sono diventata questa ragazzina che vedi ora. Vieni con me, per favore, così sarai libero».
Mi sorrise e allungò di nuovo la mano: quella frase mi fece prendere il coraggio di stringere quel patto tra di noi. Quando sciolsi la stretta, lei si alzò e iniziò a sistemare tutto. Restai con le gambe incrociate mentre la osservavo sistemare tutto con estrema velocità, mentre le mie mani iniziavano a fremere.
«Sono pericoloso» l'avvertii. Lei alzò le spalle come se non le importasse. «Potrei dar fuoco a qualsiasi cosa».
«Significa che ci faremmo molte risate... Vaughan, davvero, non ti preoccupare. Anch'io sono pericolosa: lancio frecce quando sono ansiosa e sotto pressione» mi spiegò canzonando, come se prendesse tutto con estrema leggerezza.
«Non capisci, io di notte potrei bruciare la mia camera» provai a convincerla di quanto potessi essere pericoloso per la sua incolumità. Ma lei si voltò con gli occhi che brillavano, «Non mi prendi seriamente?» Chiesi chioccio, lei scoppiò a ridere mentre andava verso l'uscita della grotta.
«Ti prendo molto sul serio, solo che non mi preoccupa. Chiederemo una stanza per il ragazzo di fuoco. La nave accoglie anche chi ha i poteri a Land av makt, vedrai che avranno una stanza per te». La seguii come un cagnolino dietro al padrone, lei era così imponente da farmi fare tutto quello che mi ordinava e quasi nessuno aveva questo potere su di me, «Comunque, ho sedici anni. Tu?»
«Ventitré», risposi sussurrando, mentre uscivamo all'aperto e la visione della neve che aveva coperto di un grosso strato il prato mi incantò. Allungai la mano rossa e calda, mentre i fiocchi cadevano veloci e freddi sul mio palmo sciogliendosi e lasciando un bianco segno di stella.
«Sembri più piccolo. Muoviti, o faremo tardi!» mi disse, osservando il mio sguardo che si rivolgeva sorpreso a ciò che mi circondava. «Non restare lì impalato. Sembri uno che vede la neve per la prima volta» rise iniziando a correre. Io la guardai con le labbra socchiuse.
Infatti è la prima volta che la vedo.
Non volevo farmi rimproverare di nuovo, quindi iniziai a correre stando al suo passo ma trovai difficoltà a causa del freddo che bloccava ogni mio movimento. Non sapevo dove eravamo diretti, ero solo conscio che una nave, non troppo lontana da noi, mi avrebbe portato via da quel bosco degli incubi e che avrei viaggiato per i tredici mondi. Durante il tragitto, non troppo lungo, vidi che la città si stava allontanando e sentii la paura farsi strada in me: il terrore che loro mi avrebbero ritrovato, perché loro ci trovavano sempre. Così mi avevano detto, quando ero diventato un loro servo, e il solo pensiero di essere torturato mi terrorizzava ma ero anche curioso di conoscere il mondo.
«Fermo!» mi urlò Vilde, afferrando la mia maglia e tirandomi indietro.
Caddi per terra con le mani dentro la neve che stava iniziando a sciogliersi. Corrucciai la fronte e guardai la ragazza: aveva le braccia congiunte al petto e il capo chinato verso la vasta marea azzurra che si estendeva di fronte a noi.
Socchiusi le labbra e feci uscire un piccolo verso di sgomento. Lei rise alla mia visione stupefatta, quindi mi alzai per osservare meglio la distesa d'acqua di fronte a noi. Era così calma, ma anche così paurosa: mi sentivo soffocare solo al pensiero di caderci dentro. Stavo per fare qualche passo in avanti, quando una nave iniziò a mostrarsi ai nostri occhi.
Era così grande che la mia bocca si spalancò mentre osservavo i tre piani bianchi di cui era composta. C'erano decorazioni sul passamano, con su scritto "Benvenuto", e le persone camminavano tranquille. Da lontano sembravano tutte uguali, tutte umane, ma ero certo che vi fossero varietà indistinte di esseri viventi.
Sulla prora c'era un disegno simile a un leone, con una strana luce tra le fauci. I suoi occhi erano puntati su di noi, sembrava pronto ad attaccarci da un momento all'altro, ma fortunatamente era solo un disegno.
La nave aveva innervosito il mare, e nemmeno quando si fermò di lato per farci salire, le acque decisero di tranquillizzarsi.
Seguii Vilde mentre saliva sulla pedana di ferro e un uomo dai capelli rasati ci accolse: indossava un vestito bianco e nero con dei pantaloncini corti e una maglia con il medesimo disegno della prora.
«Benvenuti, siete gli ultimi passeggeri. Spero che il soggiorno sia degno di voi. Benvenuti. Questa è la vostra nuova casa, vi preghiamo di non mandarla a fuoco».
Stava per andarsene quando mi feci avanti con voce bassa, ma non tanto tenue da non farmi sentire.
«Io ho il potere del fuoco, non lo so controllare bene». Quando si voltò, compresi che lui già mi aveva inquadrato come il piantagrane di turno e il mio cuore iniziò a battere forte. «Ma prometto di non fare casini».
«Perché, tra tanti tipi, ci doveva capitare proprio lui?» parlò fra sé, e io abbassai la testa incastrandola tra le spalle. «Ti troverò una stanza che non bruci, fortunatamente siamo pronti a tutto». Stava per andarsene, quando si voltò verso di noi con il dito in alto, «E se uno dei due, o entrambi, combinerà qualche guaio, io lo lancio giù dalla nave in moto, chiaro?»
Annuimmo entrambi, io terrorizzato mentre la mia nuova amica più elettrizzata, «Buona permanenza» concluse l'uomo, e poi ci lasciò lì, mentre la nave iniziava a muoversi.«Visto, ragazzo di fuoco? Te l'ho detto che ci divertiremo».
Ma il mio sguardo era puntato sulle persone che si muovevano davanti a noi, in particolare a un ragazzo muscoloso e dai capelli neri come la pece. Si muoveva sospettoso, come se nella testa gli frullasse qualcosa di pericoloso e non volesse essere visto. Vilde stava continuando a parlare, una voce bassa e veloce. Non volevo ignorarla ma quel ragazzo misterioso mi aveva suscitato curiosità. Stavo per avvicinarmi, quando quello si trasformò in un corvo nero come la notte inoltrata e, prima di volare verso un gruppo di ragazze che giocavano, mi fece l'occhiolino.
Strabuzzai gli occhi, incredulo di quello che avevo appena visto, ma quando ritornai a guardare quel punto non c'era nulla oltre al muro bianco. Scossi il capo massaggiandomi gli occhi e tornai a concentrarmi sulla mia nuova amica, pensando di aver immaginato sia il ragazzo che la trasformazione.
«Vedrai che sarà una grandissima vacanza» mi disse Vilde, poi mi afferrò il polso e mi trascinò verso un negozio blu notte che vendeva memorie della nave. In un primo momento roteai gli occhi al cielo, ma non appena ci accostammo alla bancarella e vidi un libro dei tredici mondi mi illuminai interessato. Presi la decisione di comprarlo, così prima di avvicinarmi a un nuovo mondo avrei letto di esso.
Spazio autrice:
Vi presente il mio piccolo Vaughan, dal passato estremamente burrascoso e si, Vaughan è albino e si l'ho scolto apposta così perché mi piaceva in gioco di contrasti con il suo potere.E con oggi abbiamo conosciuto tutti e due i protagonisti, adesso l'avventura è ufficialmente iniziata ❤️
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La presa al varco
FantasyHigh fantasy Primo volume della saga "Av eterne" Anno: Novembre 2016 Pianeta: Ny planet, Land av makt, terzo mondo di Av Eterne. Vaughan Dolh, ragazzo dal potere di fuoco e con un passato sofferto, incontra durante una tempesta Vilde Dalilah Bergh...