I 100

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Sono passati 97 anni da quando un apocalisse nucleare ha sterminato l'umanità lasciando il pianeta Terra bruciato dalle radiazioni, ma ci furono dei superstiti: 12 nazioni avevano stazioni spaziali operative al momento dell'esplosione. Rimase solo l'Arca, una stazione forgiata con la fusione delle altre; ci vorranno altri 100 anni prima che la Terra torni abitabile, altre quattro generazioni bloccate nello spazio e l'uomo potrà tornare di nuovo sulla Terra, quella Terra che ora è un sogno.

Mi chiamo Arthemis Murphy e sono una "criminale" rinchiusa nel carcere minorile dell'Arca, era destino che ci finissi dalla nascita per essere una seconda figlia ma per un po' di cuore, non mi strapparono dalla mia famiglia ma aspettarono che raggiungessi almeno i 13 anni. Passai i 12 anni più belli della mia vita insieme a mio fratello gemello John, con mia madre che mi raccontava l'Iliade e mio padre che insegnò a me e mio fratello a leggere, scrivere e tutte le cose essenziali per la vita. Ogni volta che mi sentivo sola, ripensai ai momenti.

Venni a sapere un anno dopo il mio arresto, che mia madre si ammalò gravemente e mio padre fu eiettato per aver rubato farmaci per aiutarla, la situazione di mia madre si aggravò di più per la morte di papà e così toccò a John rubare per la mamma ma lei morì e mio fratello venne arrestato dato che scoprirono i suoi furti; doveva essere cresciuto tanto, da quello che ricordavo lui aveva i capelli castano chiaro come la mamma e io i capelli neri come nostro padre.

Mi sedetti sulla branda e presi un libro sulla Terra ma neanche il tempo di aprirlo che due guardie entrarono, non avevo ancora 18 anni, o almeno mancava ancora un mese per compierli.

"Detenuta 218, faccia al muro e alza il braccio destro", li guardai per cercare di capire e decisi di parlare.

"Manca ancora un mese perché possiate uccidermi ho ancora 17 anni" così mi presero di forza e mi misero una specie di bracciale, cercai di divincolarmi ma non servì a molto, mi portarono fuori dalla cella e notai di non essere l'unica criminale che subì lo stesso trattamento. Mi condussero in una navicella dove un sacco di ragazzi salirono all'interno, entrata mi ritrovai seduta vicino ad una ragazza bionda che non sembrava cosciente e accanto a lei trovai il figlio del cancelliere.

"Allora anche i privilegiati possono essere arrestati", dissi perculandolo e lui girò la faccia senza rispondermi e feci un sorrisetto compiaciuto ma durò ben poco perché la navicella partì e mi tenni stretta; la ragazza bionda si svegliò e con un tempismo perfetto, partì un video del cancelliere Jaha, la persona più stronza che abbia conosciuto e non ci prestai assolutamente attenzione.

Mentre il video continuava, guardai fuori dalla finestrella ma la mia visuale fu coperta da un ragazzo che si era slacciato la cintura e iniziò a fluttuare, lo riconobbi: era Skywalker, il ragazzo che consumò l'ossigeno per la passeggiata nello spazio.

"Hey bellezza, ammiri qualcosa?", mi domandò divertito. "Ammiro un deficiente che ha sprecato ossigeno e che ora rischia di morire se troviamo turbolenze", e neanche il tempo che arrivò la turbolenza e iniziammo a precipitare, molti ragazzi e ragazze iniziarono ad urlare, due ragazzi che si erano staccati le cinture, finirono per volare contro le pareti della navicella facendo fare ai cavi scintille, i ragazzi accanto a me iniziarono a discutere ma io dalla paura chiusi gli occhi fino a che non si udì un tonfo: eravamo atterrati.

Mi liberai subito delle cinture e mi avvicinai al portellone dove un bel gruppetto di ragazzi era già arrivato. Volevano aprirlo ma un ragazzo con la divisa delle guardie ci fece retrocedere.

"FERMI", urlò la ragazza bionda,"l'aria potrebbe essere tossica" e le rispose il ragazzo.
"Se l'aria è tossica moriremo comunque", la ragazza provò a ribattere ma vennero interrotti da una ragazza che riconobbi chiamare la guardia per nome scoprendo che si chiamava Bellamy, lei gli venne incontro e l'abbracciò; lui la guardò con dolcezza e iniziarono a parlare ma vennero interrotti dalla ragazza bionda che chiese dove fosse il bracciale del ragazzo.

"Ti dispiace? Non vedo mio fratello da parecchio tempo" rispose la ragazza, alcuni iniziarono a parlare di lei e scoprì di avere ragione: era la ragazza trovata sotto il pavimento, nascosta anche lei avendo subito il mio stesso destino ma il suo fu più tragico.
"È Octavia Blake, la ragazza trovata sotto il pavimento" urlò una ragazza e Octavia cercò di divincolarsi dalla presa del fratello per andare contro la ragazza che aveva parlato ma Bellamy le propose di farsi ricordare per essere la prima persona, dopo cento anni, a metter piede sulla Terra.

Il portellone venne aperto e l'aria mi accarezzò il viso e respirai a pieni polmoni, Octavia scese dalla navicella e respirò anche a lei a pieni polmoni, l'aria non ci avrebbe ucciso, la Terra era abitabile finalmente. "SIAMO TORNATI BASTARDI!" urlò la ragazza e tutti noi cominciammo a scorrazzare per la vegetazione, non mi sentivo così libera da anni; ammirai il verde quando sentì una voce.

"Guarda guarda chi c'è qui, la mia dea preferita", mi girai e trovai mio fratello che mi guardava con un sorriso, gli corsi incontro e mi buttai tra le sue braccia sorridendo. "Non ci posso credere che sei qui", gli risposi appena sciolsi l'abbraccio, era davvero cambiato. "Sei uguale a papà tranne che per il colore, quelli sono come li aveva mamma", sorrise all'affermazione. "Tu invece a nostra madre tranne il colore dei capelli, quelli sono come nostro padre", sorrisi e gli tirai un pugno sulla spalla ridendo, finalmente avevo ritrovato mio fratello, la Terra non è così male d'altro canto.

𝓜𝒚 ℬ𝒓𝒐𝒕𝒉𝒆𝒓'𝒔 𝓑𝒆𝒔𝒕𝒇𝒓𝒊𝒆𝒏𝒅Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora