Prologo - Xander

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"Sei andato via presto ieri sera, pensavo avessimo deciso di sgattaiolare a casa mia visto che i miei non ci sono". Faccina triste.

Amelia Winston.

Leggo il messaggio comparso sul cellulare mentre sono fermo al rosso del semaforo. È già il secondo stamattina e sono appena le otto e dieci.

Il primo era un buongiorno con un cuore, come se fossimo una di quelle coppiette che si scambiano smancerie o come se fossimo davvero qualcosa di più di due che ogni tanto si appartano alle feste. Il problema di Amy è che pensa che siamo destinati a stare insieme come il più insulso dei cliché: la bionda cheerleader e il quarterback della scuola.

Sono stufo di lei e delle solite feste a cui partecipiamo, come quella di ieri sera, l'ultima prima dell'inizio della scuola o la prima del nuovo anno, in cui si ripetono le stesse identiche dinamiche. Bicchieri rossi con alcol scadente dentro, musica a palla, coppie di ogni genere che si strusciano in ogni angolo: sto cominciando a detestarle e a trovare quasi più confortante frequentare la Dixon High School.

Pensiero che si è sbriciolato stamattina quando il cielo ha deciso di inaugurare il primo giorno con secchiate continue di pioggia. Mi hanno fatto venire voglia di fare retromarcia e tornare a casa.

Peccato che io non possa permettermi di bigiare le lezioni perché mio padre ci lavora, a scuola. È il mio allenatore e me la farebbe pagare con una dose extra di giri di campo; con questa pioggia, non sarebbe proprio il massimo. Ottengo già la concessione di raggiungere la struttura in modo autonomo, non posso tirare la corda.

Scatta il verde e ripongo il cellulare nell'alloggiamento che ho installato sulla mia Chevrolet nuova di zecca. Accarezzo il volante di pelle, sentendo la potenza del motore vibrarmi sotto le dita.

L'auto scivola via sulle strade di Jacksonville facendo le fusa, non c'è molta gente in giro, probabilmente perché sono in ritardo ma la situazione mi fa sentire rilassato piuttosto che nervoso. Decelero anche un po', tanto per prolungare questa sensazione di benessere. Mamma sarebbe fiera di me, non smette di dirmi di fare attenzione alla mia vita, che ho già rischiato una volta e che è meglio non correre alla guida.

Mi soffermo per far attraversare un uomo in completo che litiga con il suo ombrello mezzo rotto quando un lampo giallo mi acceca.

Un umanoide piegato sulle ginocchia sta ispezionando la sua bicicletta con la ruota davanti completamente a terra, mentre la pioggia gli cade addosso e, nonostante vesta un poncho giallo, sono sicuro che è zuppo d'acqua.

Accosto da bravo concittadino che vuole arrivare a scuola più tardi possibile.

«Signore, serve aiuto?», chiedo, abbassando il finestrino, ma il rumore del temporale disperde le mie parole.

Recupero un ombrello dai sedili posteriori, scendo e mi avvicino all'uomo che, sentendosi riparato, si volta verso di me rivelando un collo esile e roseo e un taglio a caschetto con le punte che gocciolano acqua.

Decisamente non è un uomo, decisamente conosco questo profilo.

Yasmine Goodwin.

«Ma guarda che abbiamo qui! La signorina Goodwin in ritardo il primo giorno di scuola».

«Vaffanculo, Xander».

«Se fossi in te non farei la scontrosa, sono venuto a salvarti».

«No, grazie. Preferisco queste cascate naturali a qualunque cosa tu abbia da offrire».

«Oh, avanti! Ce l'hai ancora con me per l'anno scorso? Era lo scherzo del novellino. Tocca a tutti quelli che arrivano alla Dixon: uomini, donne, non binari...».

Deal: PATTO D'AMOREDove le storie prendono vita. Scoprilo ora