Capitolo 15 - Xander

18 2 0
                                    

Mi sento soffocare.

Il nodo della cravatta mi serra la gola, ho come la sensazione di aver indossato un cappio. O forse è tutta la situazione che mi sta stretta.

Un flash mi acceca all'entrata della palestra dove uno degli organizzatori ci scatta delle fotografie ricordo. Michelle mi stringe al suo fianco e sorride come lo Stregatto.

L'operazione non dura che qualche secondo ma sembra un'eternità, e nel momento in cui il fotografo passa alla coppia successiva io sono già con due dita sul collo per allentarmi il nodo.

«Sei delizioso anche in completo», mi lusinga la mia accompagnatrice.

«Anche tu, stai proprio bene con questo vestitino», contraccambio, mentre continuo a chiedermi in cosa mi sto cacciando.

Io evito sempre queste situazioni, non è mai successo che mi presentassi al braccio di qualcuno nelle feste scolastiche ufficiali. Sono riuscito ogni volta a essere libero dalle ragazze, in modo tale da potermi divertire con gli altri della squadra, senza obblighi di alcun tipo.

Eppure, adesso sono con Michelle e lo sguardo stupefatto di alcune delle mie ex dimostra che anche loro sono sorprese di vedermi "accasato".

Aver accettato di essere il cavaliere di Michelle inizialmente è stato frutto di una debolezza post orgasmica, avevo pensato di trovare una scusa, ma poi è successo l'impensabile. Vaughn mi ha detto che sarebbe andato all'Homecoming con Yasmine e a quel punto non so neanche perché ma ho deciso che non potevo essere solo.

Mi muovo tra i tavoli del buffet proprio per vedere dove siano il mio amico e la mia allieva e soprattutto cosa stiano facendo. Si piacciono? Su Vaughn non ho dubbi, Yasmine gli piace e ha intenzione di provarci. La Goodwin, invece, rimane sempre un gran mistero.

«Stai cercando qualcuno, Xander?», mi interroga Michelle.

Mi volto a guardarla e mi concentro forse per la prima volta da quando ci siamo incontrati qui fuori. Indossa un vestitino verde scuro attillato con una scollatura vertiginosa che mette in mostra il suo seno, il mio punto debole. I capelli sono acconciati in morbidi ricci e, se fossi lo stesso di un tempo, avrei fantasticato sul modo di scompigliarglieli, ma adesso penso solo a un caschetto scuro che incornicia un volto a forma di cuore. Penso a Moekko.

«Mi chiedevo dove fossero i ragazzi della squadra, volevo avvisarli di andarci piano con l'alcool. La prossima settimana sarà decisiva per il campionato».

«Se lo dici tu», afferma contrariata come se non si fidasse delle mie parole.

«È così», insisto. «Non mi credi?»

«Lasciamo perdere, non roviniamoci la serata. Balliamo?».

Preferirei cavarmi un occhio, ma poi succede l'unica cosa che è in grado di spostarmi in queste settimane. Nella mia visuale capita Yasmine. Si sta dirigendo verso la pista da ballo seguita da Vaughn.

Prendo Michelle per la mano e la porto verso il centro. C'è una frenetica canzone pop che fa scatenare tutti tranne me. Io continuo a guardare la mia allieva con una costanza ossessiva.

È una macchia nera in mezzo all'arcobaleno di vestiti colorati che indossano le altre ragazze. Ha un solo accenno di rossetto e, ogni qualvolta un faretto del palco le colpisce il viso, le sue labbra risaltano così tanto che mi fanno venire l'acquolina in bocca.

Sorride a qualsiasi cosa le stia dicendo il mio compagno di squadra e si sta divertendo, la stessa cosa che dovrei fare io.

La musica cambia e una ballata romantica fa avvicinare i corpi. Le luci si abbassano e l'atmosfera diventa elettrica. Michelle si àncora al mio collo e io faccio scivolare le mie mani sul suo fondoschiena.

Ondeggiamo al ritmo della canzone, fino a quando la mia visuale sull'altra coppietta mi è oscurata, Michelle infatti ha fatto in modo che mi girassi al punto da dar loro le spalle, come se sapesse perfettamente cosa stavo guardando. O come se mi leggesse dentro il vero motivo per cui ho accettato di ballare.

Credo sia arrivato il momento di defilarmi e vaffanculo all'esame di coscienza, non sto facendo nulla di male, non mi pare di aver promesso l'eternità a Michelle. Mi prenderò una pausa, mentre cerco di capire come gestire questo sentimento che provo per Yasmine.

Non so neanche se sia un vero sentimento. Non so se derivi dal fatto che lei sembra immune al mio fascino o se ci sia qualcosa di diverso che mi spinge verso di lei.

Quando il pezzo termina, apro gli occhi e trovo quelli chiari della mia ragazza che mi fissano, la sua bocca si avvicina, la bacio come se fosse un dovere, come se fosse un addio, ma lei non ci sta e approfondisce infilandomi la lingua in bocca.

Ansima quando ci stacchiamo, ma io sono imperturbabile. Non ci sono più baci che mi smuovono qualcosa.

«Vado in bagno», dice. «Ci vediamo dopo».

Annuisco, ma la prima cosa che faccio, quando resto solo, è cercare con lo sguardo Yasmine e Vaughn. Non li trovo, mi guardo intorno, ma sembrano essere scomparsi nel nulla.

Mi avvicino al tavolo delle bevande e Vincent mi allunga un bicchiere di carta con un occhiolino complice come a dirmi che il drink è stato corretto. Farebbe notizia il contrario, ma non è la tradizione dei balli scolastici il mio cruccio.

«Hai visto Peterson?»

«Oh sì, stava con la Goodwin. Non lo avrei mai detto, ma è proprio figa. Non lo avevo notato fino a quando l'altro giorno non mi ha minacciato di tagliarmi le palle. Che bastardo fortunato, Vaughn».

Già proprio fortunato. E bastardo.

Butto giù il liquido aspro che, come fuoco, mi scorre nell'esofago, mentre penso ai posti in cui potrebbe portarla, mentre penso che potrebbe anche farsela.

Stringo la mano in un pugno e mi chiedo se dirigermi verso gli spogliatoi o verso il campo, nel frattempo Vincent mi versa altro alcol nel bicchiere. Mi sento la testa più leggera, nonostante il dubbio ossessivo. Dov'è Vaughn, in questo momento? Il pensiero che stia assaggiando la bocca di Yasmine mi logora.

Sono stato io a dargli il mio okay, ma allora non sapevo che mi sarebbe importato. Finisco il secondo bicchiere e me lo riempio una terza volta mentre vado verso le docce, nello stesso punto in cui ho stretto il mio patto con la Goodwin.

Quando apro la porta mi accoglie il suono di un gemito che mi congela all'istante: qualcuno si sta divertendo. Faccio qualche passo in avanti e sbircio per capire se si tratta di loro, noto l'orlo di un vestito, è nero e sono quasi sicuro che sia quello di Yasmine. La ragazza sta raggiungendo il climax e allora mi allontano, mentre bevo anche il terzo bicchiere.

Adesso mi sento totalmente annebbiato dall'alcol e dal caldo. Ho bisogno di aria fresca, mi dirigo verso il campo da gioco, lasciandomi alle spalle la cacofonia di rumori della palestra. Sciolgo il nodo della cravatta e la abbandono sulla panchina insieme alla giacca, mi arrotolo le maniche della camicia e mi distendo sull'erba che mi offre un ristoro.

«È una bolgia, lì dentro vero?».

La domanda mi raggiunge dall'oscurità, da una zona non rischiarata dai lampioni, ma quella voce saprei riconoscerla comunque.

Abituo la vista all'oscurità e finalmente distinguo Yasmine.

Mi sollevo sui gomiti per guardarla, è distesa anche lei sull'erba e soprattutto è da sola. Niente Vaughn. Non è lei la ragazza che scopava negli spogliatoi.

Grazie. Grazie Dio per avermelo risparmiato.

Deal: PATTO D'AMOREDove le storie prendono vita. Scoprilo ora