Capitolo 5 - Yasmine

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Mi appoggio alla porta chiusa, rilasciando un sospiro che contiene tutta la stanchezza della giornata.

«Chi era quello?», una voce che conosco bene mi fa scattare sull'attenti.

«Buonasera, Maggiore».

«Ti ho chiesto chi fosse la persona dalla cui auto sei uscita».

Scruto mio padre che, attraverso la finestra dal salotto, guarda verso la strada come se stesse sfidando Xander a ricomparire.

«Lui? Solo un compagno di scuola che mi ha dato un passaggio. Niente di che».

«Non eri da Dafne?», si volta a squadrarmi come se il mio abbigliamento o espressione del viso potessero contenere indizi in grado di smascherarmi.

«Sì, sono stata a casa sua e, sulla via del ritorno, il mio compagno di scuola mi ha intravisto e dato un passaggio. Tutto qui». Comincio a salire i gradini che conducono al piano delle camere da letto.

«Lo sai che non voglio che tu salga in auto con i ragazzi», mi ricorda posizionandosi alla base della rampa di scale.

Come posso dimenticarlo, me lo ricorda un giorno sì e l'altro pure.

«Certo, come so che morirò vergine di questo passo», lo sfido voltandomi a guardarlo.

«Yasmine!», mia madre interviene urlando il mio nome. «Questi discorsi non sono adatti a una signorina come te. Quando tuo padre riterrà un ragazzo adatto a te, sono sicura che ti lascerà libera di frequentarlo».

A quel punto spero già di essere lontana almeno mille miglia.

«C'è quel ragazzo. Come si chiama? Il figlio del Capitano Peterson? V... qualcosa».

Vaughn.

Se solo sapessero che Vaughn Peterson non è l'angioletto che dipingono i suoi genitori.

«Lui non mi interessa e, per chiarire, voglio essere io a scegliere il ragazzo che fa per me. Non siamo nell'Inghilterra dell'Ottocento. Niente matrimoni combinati».

«Quanto la fai tragica, Yasmine», ribatte mia madre. «Se suggeriamo il figlio dei Peterson, è solo perché conosciamo la famiglia di quel ragazzo e sappiamo che sarebbe fortunato a essere scelto dalla nostra bambina», conclude lei.

E io la prendo come il mio lasciapassare.

«L'importante è che non dia corda a persone inaffidabili. Spero che non si invaghisca mai di un giocatore di football, quello sì che sarebbe inaccettabile!», esclama il Maggiore rivolto a mia madre.

E io mi trovo a sorridere pensando a Xander.

Se sapesse che ad avermi accompagnata a casa non è solo un giocatore di football ma il capitano della squadra, l'infarto sarebbe assicurato.

*****

Il weekend arriva presto per fortuna e, prima di sera, ho anche completato i compiti previsti, tranne ovviamente quelli di matematica.

Non chiedere il numero a Xander è stata una pessima idea. Non ho né il coraggio né la voglia di avvicinarlo a scuola e questo, in altre parole, significa che sono nei guai e che devo trovare un modo di mettermi in contatto con lui.

Ma è venerdì sera e le mie possibilità sono ridotte all'osso.

Potrei chiedere a Michelle McPhee, una ragazza simpatica con cui ho seguito un seminario di psicologia infantile l'anno scorso e che sembra essere il nuovo interesse di Xander; la seguo su Instagram e potrei domandarle il numero di Stone, ma è ovvio che suonerebbe strano. Resto con il dito sospeso sui messaggi privati, cercando di capire che scusa potrei inventare, quando il suono di una notifica mi fa sobbalzare: per un attimo penso che il mio dito si sia mosso da solo. In realtà, è solo mia sorella Maggie che mi ha condiviso un reel in cui un gattino giace appagato su un passeggino per bambini.

Deal: PATTO D'AMOREDove le storie prendono vita. Scoprilo ora