...and sometimes you've just got to bite the bullet and move on

565 44 3
                                    

Attraversai di corsa la stanza e andai verso la porta finestra. Ignorando il brivido che mi attraversava ogni volta che lo guardavo, cercai di sbloccare la serratura ma senza successo. Lanciai un'occhiata a Justin che intanto faceva di tutto per reprimere una risata. Ero un'idiota.
Sbattei i pugni sul vetro cercando di attirare la sua attenzione. Smise di ridere, ma il suo labbro inferiore tremava ancora.
«Smettila o non ti faccio entrare!» lo ammonì, lanciandogli un finto sguardo di rimprovero. Alla fine Justin riuscì a sbloccare la porta finestra.
«Sei un asso con le serrature!» Justin ridacchiò, entrando nella mia camera. Lo spinsi, cercando di farlo barcollare e mandarlo di nuovo sul balcone. Mi guardò con un'espressione confusa, portandosi una mano al petto e fingendo una posa drammatica.
«Dimmi la password» Dissi, mettendo le braccia ai lati della porta. Justin inarcò un sopracciglio, sorridendo leggermente mentre si accarezzava il mento.
«Hmm, fammi pensare»
«Allora?» Chiesi impaziente, ma divertita da quella situazione. In meno di un secondo mi spinse indietro, mi afferrò per le gambe gettandomi sulla sua spalla. Strillai mentre lui mi portava verso la parete più vicina, ridacchiando alle mie proteste. Mi mise giù, spingendomi contro il muro con il suo corpo. Ero in trappola.
«Beccata» Mormorò così vicino al mio volto che potevo sentire il suo respiro.
«Non hai ancora detto la password» balbettai. Lui si spinse ancora più vicino.
Inclinò la testa, gli occhi pieni di divertimento e desiderio. «Questa è la password» Disse prima di incollare le sue labbra alle mie. Fece una leggera pressione, invitandomi a schiudere le labbra. Sentii il desiderio crescere in me, come una corrente elettrica. Avvolsi le braccia al collo di Justin. Lui sorrise contro le mie labbra, portando le mani sul retro delle mie ginocchia. Stavo per togliergli la camicia dai jeans quando la porta si aprì.
Ci staccammo immediatamente, respirando pesantemente mentre guardavo con occhi sgranati mia sorella che intanto sorrideva compiaciuta. Era la seconda volta che ci beccava,cazzo.
«Mi dispiace, non volevo interrompervi.»
«Va tutto bene» disse Justin, con voce roca. Alex lo fissò adorante.
«Volevi qualcosa?» Sbottai, frustrata. Alex continuava a guardare Justin, passandosi le dita tra i capelli.
«Volevo solo farti conoscere Hollie, una mia nuova amica.» Annunciò, tirando all'interno della stanza una ragazza. Hollie sorrise a Justin, ignara della mia presenza.
«Hey» gli ha detto, facendogli un enorme sorriso. Guardai Justin. Sorrideva anche lui. Bastardo.
«E' per caso un accento inglese quello che sento?» Flirtò, passandosi la lingua sul labbro inferiore. Hollie arrossì mentre Alex ridacchiava come una stupida.
«Siii, Hollie si è trasferita qui dall'Inghilterra.»
«Sono impressionato» Le strizzò l'occhio, facendo cedere le ginocchia di Hollie che si appoggiò allo stipite della porta. Oh Dio, dammi una pausa. Perché incoraggiava questa sceneggiata?
«Allora, Justin» iniziò Alex, una volta che si fu ricomposta «il ballo è questo sabato e Hollie non ha nessuno con cui andarci... stavamo pensando, vorresti essere tu il suo accompagnatore?» Hollie annuì rivolta a Justin, con gli occhi sgranati che si illuminarono come quelli di un bambino a Natale. Accompagnatore per il ballo? Me ne ero completamente dimenticata. Ero stata concentrata su cose più importanti,cazzo.
D'altra parte, quelle due avevano completamente perso la testa o cosa? Naturalmente Justin avrebbe detto no, sicuramente avrà pensato che questa fosse un'idea ridicola. Voglio dire, cosa penserebbe la gente se lo avessero visto andare al ballo con una sedicenne?
«Certo piccola» Le fece l'occhiolino con un ghigno sul volto, creando un'altra reazione isterica in quelle due. Sospirai scuotendo la testa cosa che catturò l'attenzione di Justin. Mi guardò intensamente, mordendosi il labbro inferiore.

«Allora ci vediamo sabato sera al ballo?» Le guardò brevemente, per poi riportare la sua attenzione su di me.
«Certo!» Entrambe gridarono all'unisono, chiudendo la porta dietro di loro.
«Sei stupido o sei stupido?» Gli chiesi, incrociando le braccia. Justin si lasciò sfuggire una risatina.
«E' una domanda trabocchetto?»
Scossi la testa incredula mentre mi avviavo verso la porta. Prima che potessi fare un solo passo, Justin mi afferrò forte il braccio facendomi voltare verso di lui e prendendomi il visto tra le mani.

Signed Anonymous.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora