I felt it was my duty to uncover the truth

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Justin si voltò e sgranò gli occhi quando mi intravide nella penombra. Afferrò la sua felpa grigia e in un unico movimento la indossò, coprendosi di nuovo la testa. Evitando il mio sguardo curioso, iniziò a camminare avanti e indietro per la stanza.

«Justin» Sussurrai senza fiato, iniziando ad avvicinarmi lentamente a lui. Quando fui abbastanza vicina gli sfiorai la mascella con le dita, ma lui voltò la guancia di scatto. Ma non mi arresi. Di nuovo, gli accarezzai la guancia e puntai i miei occhi nei suoi. Sembrava così smarrito in quel momento.

«Parlami.» Lo incoraggiai, continuando ad accarezzargli la guancia. Si morse il labbro, alzando lo sguardo al soffitto. Gli doveva essere successo qualcosa di grave per portarlo a nascondere così intensamente quella cicatrice. Non sapevo cosa fare: dovevo lasciarlo in pace? Ma vedendolo così spezzato di fronte a me capii che dovevo scoprire la verità.

«Come te la sei procurato quella cicatrice?»

Sospirò togliendosi il cappuccio, rivelando per la seconda volta i suoi capelli ramati. Mi prese la mano e s’incamminò verso il letto, dove mi fece sedere.

«Sutton, la cicatrice che ho sul colle è qualcosa che… che voglio tenere per me,che voglio nascondere.» Fece una pausa, valutando se fosse il caso di continuare o meno. Gli strinsi la mano, mentre gli facevo un sorriso incoraggiante. Lui strinse la mia mano in risposta, tremava leggermente.

«E’ che di solito non mi fido»

«Puoi fidarti di me. Solo, per favore…» Chiusi gli occhi per un secondo, pregando che sarebbe stato in grado di continuare.

«E’ iniziato 5 anni fa» Iniziò. «Mio padre mi ha abbandonato da bambino,aveva un problema con l’achol; poco dopo mia madre ha dato alla luce la mia sorellina, Jazmyn.»

Aspetta, da quando Justin aveva una sorella? Dov’era? L’avrei mai incontrata?

«Mia madre ha cercato di non farci mai mancare nulla, aveva due lavori. Se non fosse stato per lei, probabilmente non sarei neanche qui» Si fermò di nuovo, prendendo un respiro profondo. Mi avvicinai a lui, accarezzandogli le nocche con il pollice.

«Sembra una donna molto forte.» Mormorai, portandomi i capelli su una spalla.

«Sì,lo era.» Sospirò, sorridendo tra sé. «Ma non poteva esserlo da sola. Quando ho compiuto 16 anni ho cercato di aiutarla, di cercarmi un lavoro in qualche negozio in città. Qualunque cosa pur di guadagnare del denaro per la mia famiglia. E così mi sono imbattuto in Liam e Nick.»

«Ecco, allora, come li hai incontrati.» Affermai, iniziando a mettere insieme le informazioni.

«Ero giovane e ingenuo e loro potevano farmi guadagnare parecchio.»

«Con la droga.» Dissi.

«Sì, ho iniziato con il fare piccole cose per loro, contribuendo a far girare la droga. Mi pagavano davvero tanto, e potevo aiutare mia madre e mia sorella. Sapevo di rischiare, diamine, avevo costantemente paura. Mia sorella aveva 4 anni e prima che trovassi quel lavoro viveva in pessime condizioni, questo è stato l’unico motivo per il quale ho continuato a lavorare per loro.»

«E ora dov’è la tua famiglia? Presumo che tu viva con tua madre e tua sorella, vero?»

Justin chinò il capo, lasciando la mia mano. «Non fu così facile.» Deglutì, stringendo la mascella. «Un giorno Nick mi chiese di portare della droga fuori città, a uno dei suoi clienti. Presi la droga. Stavo per partire ma mia madre mi chiamò. Mi disse che dovevo andare a prendere Jazzy a scuola. Liam e Nick non avrebbero aspettato ma non potevo dire di no a mia madre, avrebbe iniziato a fare domande. Non doveva sospettare nulla, meno sapeva meglio era per lei. » Prese un profondo respiro mentre giocherellava distrattamente con un anello che avevo lasciato sulla mia scrivania.

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