-SA was here, and I wasn't going to let them escape.

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Sembravano essere passati anni senza Justin in casa,  quando in realtà erano stati solo pochi giorni.

Il tempo scorreva indefinito negli ultimi giorni, avevo passato tutto il tempo a letto con le cuffie nelle orecchie. Ascoltavo principalmente brani tristi e melodie lente perché sembravano capire e condividere il mio dolore. In quel momento avevo Adam Agin in loop. Avevo pianto tanto, le lacrime scendevano indisturbate lungo le mie guance. Ero triste, ferita. Come potevo superare il fatto che la persona di cui mi ero fidata si fosse trasformata in un estraneo?
A scuola era anche peggio.
Non mi pettinavo,  non mi truccavo e indossavo principalmente maglioni larghi e jeans. A lezione prestavo meno attenzione del solito,  ignara di cosa mi succedeva intorno. Riuscivo solo a pensare a lui. Mi mancava. Non riuscivo nemmeno a pronunciare il suo nome a voce alta. Il pensiero di lui mi faceva stringere il cuore. La gente intorno a me aveva cercato di farmi reagire ma ogni giorno era sempre più evidente che non avevo voglio nemmeno di parlare.  Non mi ero mai sentita così sola.
Inglese era l'ora peggiore ma Justin aveva smesso di essere presente.  Passavo il tempo a sfogliare il libro cercando di non pensare alla sedia vuota accanto a me.
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«Okay questo è troppo!»  Alex colpì il tavolo con un pugno. Sgranai gli occhi notando il disastro che aveva fatto. Alex aveva le sopracciglia sollevate mentre si sporgeva verso di me.《Che diavolo ti è preso ultimamente? 》

Se solo avesse saputo.

《Niente.》 Mormorai.

Alex aggrottò le sopracciglia in risposta, cosa che mi mise a disagio. Quello che dovete sapere è che quando Alex si acciglia potrebbe scatenarsi la 3° guerra mondiale. Ecco perché non fui sorpresa quando infilzò con rabbia la forchetta nella sua insalata.

《Sutton, non sei più la stessa. Voglio dire, andiamo, non avresti mai indossato quei vestiti, i tuoi capelli sono un disastro e non parli nemmeno più!》

《Non ti preoccupare. 》 Mi morsi un'unghia, lo sguardo rivolto verso il basso.

《Non dovrei preoccuparmi?》Ripeté Alex con tono incredulo.《Sutton, sono stufa di vederti gironzolare per casa. Sembri un cucciolo smarrito. Justin se ne è andato comunque! Hai bisogno di andare avanti. Fatti crescere le palle, cazzo!》
Faceva male. Avevo cercato di non sentire il suo nome. Alex non sapeva nemmeno metà di quello che avevo passato in questo mese, ciò che aveva visto era solo una piccola frazione di quello che stavo vivendo dentro. Lei non aveva uno sconosciuto che le manda video dove il proprio fidanzato uccideva qualcuno a sangue freddo. Non sapeva nulla.

 «Lasciami in pace» Sbottai, mentre una lacrima rotolava giù dalla mia guancia. Uscii dalla cucina avviandomi su per le scale, cominciavo a sentirmi a pezzi. Non ce la facevo più.

Entrai in camera e senza che me ne rendessi conto mi ritrovai davanti al Macbook. L' e-mail era ancora lì, non avevo più rivisto il video da quel giorno. Oggi, però, era diverso: volevo delle risposte.

Senza esitazione, cliccai su 'Rispondi'. Scrissi:

''Chi sei e cosa vuoi?''

In un istante mi arrivò la risposta.

''Il tuo incubo peggiore. -SA.'

Il mio corpo iniziò a tremare. No, non poteva spaventarmi così facilmente. Chiunque esso fosse.

''Cosa vuoi?''

Ancora una volta, la risposta arrivò velocemente.

''TE. -SA-''

L'immagine che aveva allegato era confusa, e in un primo momento non ero sicura di quello che stessi guardando. Sembrava una casa qualsiasi, fino a quando non vidi in una delle finestre.

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