Capitolo 2

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Regno di Frefent
Anno 754 dopo
la Battaglia di Styadus

La biliku continuava a ghignare guardando le mie orecchie e io ero immobile, ascoltando tutti i bisbigli della gente

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La biliku continuava a ghignare guardando le mie orecchie e io ero immobile, ascoltando tutti i bisbigli della gente. Non sapevo che fare, come dovevo comportarmi ora?

"Prendetela."

Questa parola, uscita dalla bocca della biliku mi risveglia dalla trance momentanea e inizio ad agitarmi. Di certo non aiutano i cori che incitano i due aiutanti della biliku, che nella confusione non avevo notato arrivare, sono metà leoni e metà capre, con entrambe le teste e le code sono serpenti: due chimere. Ottimo, e stanno venendo verso di me per prendermi, ottimo.
Arretro di un paio di passi, spaventata e confusa ma vengo spinta da delle mani, giro velocemente il viso e vedo una serie di cittadini dietro di me, gli sguardi pieni di disgusto e paura... per la biliku o... per me?

La vista mi si offusca per le lacrime, i miei compaesani, le persone che mi hanno vista crescere e che mi sono sempre state vicine, ora mi stanno dando in pasto a una donna che non conosciamo solo perché sono nata... diversa.
Cerco di dimenarmi ma la presa delle fauci dei leoni sulle mie braccia è più forte, non stanno cercando di farmi male, vogliono solo trascinarmi, poi all'improvviso non sento più il terreno sotto i piedi e mi ritrovo seduta tra la testa da leone e quella da capra di una chimera, ma cosa diavolo sta succedendo?
Neanche il tempo di pensarlo che iniziano a camminare verso la biliku, mi giro, un paio di lacrime sfuggono al mio controllo, vedo mio fratello piangere, i miei genitori che prima fingevano di non sapere nulla ora tremano come foglie e poi vedo Dalyala correre verso di me, tende una mano come se potesse prendermi, ma la biliku ci porta già in aria.

"Giuro sulla mia vita che ti troverò! Verrò a prenderti Lily!"

Le urla di Dalyala sono l'ultima cosa che sento, prima che la capra mi dia una testata e io svengo.
Apro lentamente gli occhi. Sono su un pavimento rosso sangue, alzo un po' la testa e noto subito le sbarre scure che mi rinchiudono qui. Sono in prigione?
Mi tiro su e incrocio le gambe, mille domande e dubbi mi vengono in mente, mi chiedo che ne sarà di me, dove sono, se sono sola, ma soprattutto: perché le orecchie a punta sono così temute?
Un ragazzo cammina lentamente verso la mia cella, ha un sorrisetto come se provasse gioia nel vedermi qui, lo squadro per un attimo: capelli mossi e corti, lineamenti decisi, occhi marroni come i capelli, alto, muscoloso, ha un'uniforme di pelle nera, con anche i guanti.
Peccato che sia dalla parte sbagliata, ci avrei fatto un pensierino
Mi riprendo dal momento di debolezza notando con non molto piacere che ha una spada enorme sul fianco destro, una serie di boccette che, vista la mia fortuna recente, sono sicuramente veleni mortali e un pugnale molto particolare attaccato alla cintura. Sia la fondina che la lama sono... trasparenti. Che sia vetro? No, impossibile, si spaccherebbe in un attimo... ma allora cos'è?
Smetto di pensare al pugnale e guardo il suo viso, ora è fermo davanti alle sbarre, ha una ciotola in mano e mi guarda.

"Vorrei tanto lasciarti morire, ma so che ci servi e mi è stato ordinato di darti da bere"

Detto questo mette la mano sinistra sulla ciotola e ne fa uscire dell'acqua, rimango sbalordita, come fa? Lui deve avere capito le mie domande e ridacchia.

"Mi chiamo Cyrus Hakan, sono un dominatore dei quattro elementi, occhi blu"

Ora si spiegano molte cose, ma non tutte.

"Io sono Li-"

"Lilith, detta Lily, Aliary, lo so chi sei"

"Scusa signor houncaratteraccio, cosa ci faccio qui? E dove si trova la biliku che mi ha rapita?"

"Cylla non è qui ora, ha cose più importanti da fare, -mi passa la ciotola- bevi e smetti di fare domande, occhi blu"

Avendo visto con i miei occhi che non ha usato nessuna delle boccette sulla sua cintura, bevo tutta la ciotola, l'acqua è fresca e mi da una sensazione di... sollievo.

"Dov'è Nayrree?"

"Chi?"

"Il mio drago imbecille"

"Oh quell'enorme drago rosso che mi voleva arrostire? Oh anche lui è qui, tranquilla non gli faremo del male"

"Sarà meglio, e comunque è una femmina"

Lui annuisce alzando gli occhi al cielo e, se non ci fossero le sbarre a bloccarmi, gli tirerei uno schiaffo.
Lo guardo con gli occhi socchiusi, mi infastidisce la sua presenza, lui se ne accorge e ridacchia.

"Che c'è occhi blu? Non ti aggrada la mia presenza?"

Si mette una mano sul petto teatralmente, come se lo avessi profondamente offeso, quando io incrocio le braccia e mi giro verso il muro, lo sento ridere, si prende beffa di me? Non lo sopporto.

"Perché sei qui?"

"Neanche a me piace questo posto, soprattutto la compagnia, -gli do un'occhiataccia e lui ghigna- però purtroppo sarò la tua guardia finché Cylla vorrà."

Da quello che ho capito Cylla è la biliku, che credo essere una sottospecie di capo per questo qui, com'è che si chiama? Cyter? No, forse Curys, ah non ricordo, vabbè, lo chiamerò "antipatico", tanto gli si addice.
Per altre ore, almeno credo, non so effettivamente quanto tempo è passato ma si è fatto buio, rimaniamo in silenzio, io seduta a pensare a cosa ne sarà della mia vita e lui in piedi a fissarmi, piuttosto inquietante devo dire.
Sparisce per qualche minuto e ritorna con una ciotola, al suo interno c'è un brodo con qualche strano cibo dentro, e un bicchiere in cui mette dell'acqua. Mi porge tutto attraverso una finestrella nelle sbarre e mi dice di mangiare con tono molto dolce e adorabile.

"Mangia o muori, decidi."

Che amore.
Decido di mangiare, sperando non ci sia nulla di avvelenato o dannoso, non so da quanto sono qui ma so che ho molta fame.

Sono passati 17 giorni, da quel momento, li ho contati tenendo conto di quando c'era luce e di quando si faceva buio.
Quel tipo, che ora ricordo si chiami Cyrus, è una specie di mia guardia personale o qualcosa di simile. Ad ogni modo, ho avuto la possibilità di conoscerlo un pochino, in alcuni momenti sembrava quasi un ragazzo normale e dolce, ma poi ecco che ritorna l'insopportabile signor Ego e Arroganza. Ci possiamo quasi definire amici, ci tengo a sottolineare il 'quasi'.

 Ci possiamo quasi definire amici, ci tengo a sottolineare il 'quasi'

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