«Cavolo!» gridò Hoseok euforico dopo aver fatto qualche passo fuori dal bar. Non era riuscito a trattenersi oltre, non dopo aver assistito a quella conversazione.
Jimin era rimasto in silenzio per tutto il tempo. A volte qualche brivido gli faceva tremare il corpo ma niente di esagerato. Sentiva però ancora gli occhi di Yoongi addosso, pesanti e parlanti. Chissà che cosa avrebbero detto se avessero avuto il dono della parola.
Il cielo si era appena scurito, segno che la sera stava arrivando. Taehyung scrollò le spalle alla risata di Hoseok e si mosse verso il marciapiede opposto. Le gambe erano molli e leggere sull'asfalto, la lingua impastata e la testa pulsante. Non avrebbe dovuto lasciarsi sfuggire così facilmente il proprio nome. Il piano ben calcolato di una vita di condurre un'esistenza all'insegna dell'anonimato andato in fumo per colpa di un alfa il cui ego pareva inglobarlo totalmente. Il sogno di una vita calma e tranquilla sfumava un po' di più ogni giorno che passava, ogni volta che incontrava Jungkook e tutto ciò che lo riguardava. Era estenuante riuscire a tenere testa ad una persona che gli rendeva l'esistenza difficile. Però vedere Hoseok sorridere e sbracciarsi come se fosse ad un concerto di qualche idol famoso gli fece tremare le labbra in un piccolo sorriso.
Proprio mentre Hoseok saltellava preso dall'adrenalina, Taehyung si accorse che Jimin era intento a sbirciare dentro la caffetteria attraverso le vetrate proprio vicino all'entrata. Sul suo viso però non c'era traccia di nessun tipo di emozione lontanamente positiva, invece al suo posto c'era un velo di tristezza. I suoi occhi erano incollati alla figura di Yoongi intento ad accarezzare con delicatezza la schiena di Felix, seduto vicino a lui. A Taehyung non sfuggì le spalle incurvate e il piccolo broncio che Jimin aveva mentre con quegli occhioni tristi osservava una scena che mai avrebbe voluto vedere. Che mai, però, sarebbe cambiata. Perché come Taehyung continuava a scoprire sempre un qualcosa in più giorno dopo giorno, il mistero tra Yoongi e Felix continuava a infittirsi e i continui piccoli e teneri gesti tra loro non passavano mai inosservati. Nemmeno agli occhi tristi di Jimin.
Da giorni girava voce che per il diciottesimo di Felix ci sarebbe stata una festa indimenticabile, dove avrebbe potuto partecipare chiunque avesse avuto voglia di fare baldoria fino all'alba. La festa non sarebbe stata organizzata da Jackson (un peccato) ma si sarebbe tenuta in questo hotel super famoso nella zona per la sua elegante bellezza.
Non era un segreto che la famiglia di Felix, o degli altri membri del suo gruppo di amici in realtà, fosse molto benestante, e il fatto di voler festeggiare un avvenimento così importante in grande stile non era poi così strano.
Non lo era nemmeno per Taehyung, che in quel momento era intento a finire di completare gli ultimi esercizi che non era stato in grado di terminare la sera prima.
«Quindi siamo d'accordo per sabato?» chiese Jimin, con aria disinteressata mentre sfogliava il primo libro di testo che gli era capitato sotto mano.
Taehyung non stava prestando particolarmente attenzione, occupato com'era nel terminare gli esercizi il prima possibile. Immerso com'era riuscì a rispondere solamente con un mormorio appena udibile.
Leggermente infastidito l'omega sbuffò incrociando le braccia al petto e inchiodando lo sguardo sul capo inclinato del suo compagno di classe.
Taehyung sentendo lo sguardo pungente dell'altro, alzò brevemente gli occhi e lo fissò in risposta. Alzò un sopracciglio alle braccia conserte e al piccolo broncio sulle labbra dell'altro e si decise di prestare attenzione a quello che l'altro gli stava chiedendo con così tanta falsa indifferenza.
"Sì, scusami Jiminie, ero un attimo occupato con qualcosa che veramente mi interessa" il sarcasmo era palese quanto la voglia dell'altro di andare a questa festa tanto attesa.
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FanfictionTaehyung è un omega speciale: a causa di una mutazione genetica non è in grado di riconoscere i feromoni degli altri e quelli che emette sono senza odore. L'amicizia con Jimin lo salverà dalla spirale di solitudine e apatia a cui era abituato. Ma l'...