Capitolo 10

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Il telefono squillava a vuoto, Jimin sentiva solo l'interminabile beep uno dietro l'altro finché non si fermarono completamente e la linea cadde. Erano passati tre giorni da quel pomeriggio al bar e né Jimin e né gli altri del gruppo erano riusciti a mettersi in contatto con Taehyung. Avevano provato ad aspettarlo davanti ai cancelli della loro scuola, poi resosi conto che non si sarebbe presentato hanno provato a chiamarlo sul cellulare.

Ma era inutile, Taehyung non rispondeva. Non sembrava avesse bloccato i loro numeri perché nonostante avessero lasciato una moltitudine di messaggi in segreteria il telefono squillava sempre, a qualunque ora.

Inutile dre che Jimin era preoccupato.

Aveva provato ad andare a casa di Taehyung, ma nessuno l'aveva fatto salire dopo aver suonato al citofono per quasi un quarto d'ora.

I genitori erano probabilmente via chissà dove e questo gli strinse ancora di più lo stomaco.

Chissà quanto sia stato difficile crescere senza l'amore e l'affetto dei propri genitori, pensava Jimin.

Anche solo la loro presenza costante forse sarebbe stata sufficiente, sospirava poi.

Comunque erano tre giorni che Taehyung non si faceva vivo.

Saltava le lezioni e non rispondeva né al citofono e né al telefono. Yoongi aveva provato a rassicurarlo, dicendo che forse gli serviva un po' di spazio per metabolizzare tutto quello che era successo.

Per mandare giù il fatto che il suo segreto era stato scoperto. Il fatto che Taehyung fosse un'omega e che nessuno l'avesse mai sospettato, nemmeno per una volta.

Ma come era possibile che fosse un'omega? Jimin non aveva mai nemmeno una volta captato qualche fragranza fuori dall'ordinario. Non che non ci avesse provato ad annusare l'aria quando era in presenza dell'altro.

Sempre con discrezione e senza farsi scoprire, sfruttava i momenti di abbracci e coccole per annusarlo un po' sul collo, poi vicino alle tempie.

Ma non aveva mai sentito nulla, al massimo poteva individuare l'odore dolce e delicato dello shampoo che Taehyung era solito utilizzare.

Ma niente di più. Taehyung era un beta e non c'era niente di male in questo! Jimin conosceva un sacco di persone che erano beta, tutti tipi a posto.

Poi c'era già Jin che ricopriva quella figura familiare di conforto che solo un altro omega poteva dare.

Quindi per Jimin non faceva alcuna differenza, non gli interessava a quale sottogenere Taehyung appartenesse.

Nel giro di poche settimane si era affezionato già alla persona che era Taehyung, dolce e riservato che nonostante facesse fatica ad approcciarsi con le persone per Jimin faceva sempre uno sforzo.

E lui lo amava, come si ama la propria anima gemella.

Per questo in quel momento, mordicchiandosi nervosamente il labbro inferiore, Jimin decise che chiamare una volta in più non avrebbe fatto male a nessuno.

Magari quella era la volta buona che Taehyung avrebbe risposto! Non poteva rischiare di perdere quell'occasione.

E cosi il suono del beep beep beep gli risuonò fin dentro al cervello, rimbalzando da una parete all'altra senza sosta.

Strizzò gli occhi, e digrignò i denti.

Ancora nessuna risposta.

"Cazzo...." sospirò, corrucciò le sopracciglia e si strizzò la base nel naso, irritato.

Ormai sul punto di una crisi di nervi, lasciò cadere il cellulare sul letto rimanendo a fissarlo rimbalzare un paio di volte per poi atterrare con lo schermo rivolto verso il basso.

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