CAPITOLO 11

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Ieri passai tutto il giorno a letto leggendo riviste che mi portava mamma, leggendo I fiori del male e dormendo, aspettando oggi per essere dimessa.

Alla fine nelle analisi si è scoperta solo una forte botta alla testa e alle ginocchia, sulle quali sono caduta.

Nonostante mamma mi abbia proposto più volte di prendermi ancora un giorno di riposo, ho rifiutato ad ognuna.

Sia per la voglia di muovermi un po' dopo un intero giorno passato a letto sia per Chris Collins.

Sono terribilmente curiosa di vedere come si comporterà oggi dopo i nostri incontri negli ultimi giorni.

Vado in bagno e, dopo essermi lavata la faccia con l'acqua fredda per svegliarmi al meglio, mi vesto.

Mi sfilo i pantaloni del pigiama e mi guardo le ginocchia: due grosse macchie viola e verdognole mi occupano le gambe doloranti. Finisco di vestirmi e con lo zaino in spalla esco di casa.

Quando arrivo a destinazione Tessa mi sta già aspettando davanti al cancello d'entrata.

"Ari! Mi sei mancata tanto, scusa se non sono riuscita a venire in ospedale ma ho avuto molti impegni" dice, sembrando davvero dispiaciuta.

"Sta tranquilla, ho dormito per due terzi della giornata" dico ed entrambe scoppiamo in una risatina

Il suono della campanella rimbomba in tutto il cortile e tutti si avvicinano all'entrata.

"Andiamo, prima che ci segnino il ritardo" dico, ed entrambe ci uniamo alla folla di studenti.

                                         

Finalmente la campanella dell'intervallo suona e io e la mia amica usciamo dall'aula di scienze dove poco fa abbiamo avuto un laboratorio.

Mentre camminiamo tranquille, una manina esile mi stringe l'avambraccio e mi trovo costretta a girarmi.

"Aria Smiths, è da un po' che non ci vediamo. Ho sentito che sei stata all'ospedale, è tutto a posto?".

Judy Cunser. Cazzo, questa non ci voleva.

"Ciao Judy, va tutto bene, non è successo niente di che" dico, cercando di far finire il prima possibile la conversazione.

"Non si direbbe" dice puntandosi un dito in un punto della fronte, proprio dove io ho la cicatrice.

"Sono solo scivolata dalla bici" mi invento, poi la sorpasso e proseguo verso il giardino.

Appoggiato ad un albero mentre addenta una mela verde c'è lui. Ha una camicia azzurra e dei  pantaloni modello cargo bianchi.

Sotto la luce diretta del sole, i suoi capelli sembrano quasi color paglia e nonostante la distanza sembra che anche i suoi occhi siano totalmente diversi.

Ruota la testa e i nostri sguardi si incontrano, allora leva una mano dalla tasca dei pantaloni e la gita nella mia direzione, poi mi indica con un cenno di raggiungerlo.

Cammino velocemente nella sua direzione e quando arrivo davanti a lui un grande sorriso li si allarga sulle labbra.

"Buongiorno, signorina Smiths"

"Buongiorno signor Collins" saluto, rimanendo impigliata nel suo sguardo

"Ho iniziato 'I fiori del male' quando ero in ospedale. Non è proprio una lettura leggera ma sembra molto bello come libro" dico tirandolo fuori dallo zaino.

Fa un altro sorriso, come se fosse fiero di quel che ho detto.

"Bene, ne sono molto felice signorina."

Ci sono due opzioni: o mi sta parlando così perché pensa che ormai sia tutto acqua passata o perché sta facendo semplicemente doppio gioco.

Spero con tutto il cuore nella seconda opzione.

"Potremmo un secondo entrare a scuola, Chris?" chiedo sottovoce indicando l'entrata.
"Certo" risponde iniziando a camminare.

Entriamo e li faccio cenno di entrare in un'aula vuota.

Mi chiudo la porta alle spalle e mi giro verso di lui.

"C'è qualcosa che non va?" chiede.
"Si, c'è qualcosa che non va, anzi, non va proprio niente" dico sospirando e sento la rabbia iniziare ad accendersi dentro di me.

"Io non capisco cosa diamine siamo.
Prima ci baciamo, poi mi fai vedere un mucchio di miei ritratti sulla tua agenda e adesso? Cosa siamo realmente noi?" la mia voce inizia a tremolare.

"Aria..." cerca di tranquillizzarmi, con scarsi risultati.
"Aria un accidente! Mi stai dando mille segnali e niente allo stesso tempo".

Si. Ora sono totalmente furiosa, al cento per cento.

"Non agit..." cerca di dire, ma la mia voce copre notevolmente la sua.
"Io non so se tu mi ami o no, ma devi darmi una risposta decisa Chris!" urlo, ormai sono implacabile.

Succede però una cosa che non mi sarei aspettata; mi bacia.
Si avvicina a me e preme le sue labbra sulle labbra sulle mie.

Mi stringe a sé come se volesse che io rimanessi qui con lui. E per la prima volta dopo tanto tempo mi sento amata, amata per davvero.

Poi sussurra contro le mie labbra
"Mi dispiace tanto, non andartene di nuovo" e riprende a baciarmi.

Lentamente sento la fiamma di rabbia dentro di me affievolirsi e sento il corpo iniziare a scottare di meno.

Vorrei che questo momento si ripetesse all'infinito.

Interrompo il bacio indietreggiando lentamente per vederlo in faccia.
Ha gli occhi lucidi.

" 'Non andartene di nuovo' cosa significherebbe?" Sembra colto alla sprovvista.

"Intendevo 'non me ne andrò di nuovo' " dice mentre stringe le mie mani nelle sue.

"Io voglio provarci" dice poi deciso.

Quanti sono i battiti minimi per morire di infarto?
Beh, perché io penso di starci arrivando.

"Anche io, Chris. Anche io". Le parole mi escono di bocca di colpo, come un fiume in piena che esce dal suo letto.

"Però sarebbe meglio per entrambi tenerlo un segreto, al momento. Sembra una cosa saggia per tutti e due"

Io annuisco ed il suono della campanella suona subito dopo.

"Ora è meglio che io vada" dice rimettendosi lo zaino in spalla.

"Anche io devo andare" dico e mi affretto ad uscire dalla stanza, con ancora le farfalle nello stomaco.

Io e Chris, insieme.
Con lui al mio fianco cosa può andare storto?
Sinceramente, tutto.

IL DOTTORE DEI CUORI INFRANTIDove le storie prendono vita. Scoprilo ora