3| STRAMONIO

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•Di tutte le volte che ho dovuto attraversare
l'inferno ne sono a conoscenza in pochi.

‼️🚫⚠️❤️‍🩹💊

AARON POV:
🏴‍☠️

Nuova giornata nuova sbronza!

Non ho nemmeno avuto il tempo di riprendermi da quella precedente che il cazzone ha organizzato un'altra festa.

Rigorosamente a casa mia, perché loro a quanto pare non ne hanno una, visto che dormono da me quasi ogni sera.

Me li ritrovo un giorno sì e l'altro no a dormire nel pavimento della mia camera, dopo una nottata infernale.

Sto parlando dei miei amici Ace e Eros.
Meglio conosciuti come: il flagella coglioni e il joker di sto cazzo.

Non ho idea di che ore siano, non sono nemmeno sicuro di possedere ancora una lingua, se mi sia rimasta saliva a sufficienza o quando sia stata l'ultima volta che ho ingerito qualcosa.

Gli ultimi neuroni funzionanti che mi rimanevano li ho affogati in quel bicchiere di Jack Daniel's ieri notte, quella promessa del: "questo e poi basta" mi ha dato la mazzata finale, un bel colpo secco in testa.

Provo ad aprire gli occhi, ma la luce è troppo forte, mi ci vuole qualche minuto prima di riuscire a rendermi conto della situazione effettiva.

«Che ore sono?» il suono di una voce mi arriva otto volte più forte della realtà, come se un amplificatore fosse incastrato sulle sue corde vocali e scaricasse direttamente il suono sulle mie orecchie.

Lancio il cuscino che avevo sistemato comodamente sotto alla mia testa e prendo in pieno la sua faccia, il rumore basso del suo disappunto mi dà la soddisfazione che cercavo.

Con una forza che non credevo di avere mi sollevo, sedendomi sul bordo del letto.

La camera è un vero disastro.

La testa minaccia di esplodermi e combatto con tutto me stesso per non espellere i succhi gastrici e pitturare il muro.

Ho esagerato la notte precedente, nuovamente.

Aaron Black ha problemi, problemi davvero tosti.

Chiunque chiederebbe come mai io stia parlando di me in terza persona e capisco che possa sembrare alquanto strano, ma ogni tanto ho bisogno di estraniarmi dal mio stesso corpo.

Vivere fuori dal mio io e vedermi oggettivamente con una nota diversa, esterna.

Tornando indietro, senza dilungarmi troppo, questo tizio è nato in una famiglia per bene, illustre, poteva avere qualsiasi cosa lui volesse, bastava che pronunciasse una vocale, non serviva nemmeno una frase intera e gli veniva concesso quello che desiderava.
Senza giri di parole, nessuna fatica, niente di niente.

E ora conosco già la tua domanda, quindi di cosa cazzo si lamenta questo cretino?

Stai calmo stronzo, dammi il tempo per riprendermi.

Scendo le scale trascinando le gambe al piano inferiore, sento i brividi di freddo che mi percorrono la spina dorsale avanti e indietro, come una danza erotica.

La stanza gira come pure la mia testa, fatico a mettere a fuoco le pareti che fortunatamente conosco a memoria.
Gli occhi hanno difficoltà a rimanere aperti, ho lasciato gli altri al piano superiore, mentre io sono alla ricerca dell'unica cosa che realmente mi interessa.

Mi blocco in piedi di fianco allo stipite della porta quando lo trovo, con il solito vestito dallo sfondo nero e i fiori ormai sbiaditi, seduto al solito posto, con la tazza da tè ormai fredda in mano e lo sguardo perso.

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