7| IL DIAVOLO TORNA A RUBARE VITE

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•Tutta la rabbia che devo trattenere, i silenzi
che non diventeranno mai parole e le bugie che
racconto per non farmi spogliare.


FLAME:
🔥

La mattina dopo una vibrazione costante del cellulare mi segnalò che c'era una chiamata in arrivo.

«Ehi, Nick» sbadigliai assonnata, quando risposi non ricordavo nemmeno come si facesse a parlare.

«Ciao, piccola. Ti ho svegliato per caso?»

Lanciai un'occhiata all'orologio del pc e vidi che segnalava le otto e mezza di mattina «Cazzo!», protestai, soffocando un lamento nel cuscino «Sì, è presto» gracchiai, chiusi nuovamente le palpebre e attesi in silenzio.

«Scusami per ieri, sono stato veramente impegnato. Che hai fatto?» sentì il solito tono pacato e controllato che gli piaceva tanto sfoggiare.

«Sono andata a fare shopping con mia madre, ho conosciuto delle ragazze e mi hanno invitata ad una festa» lo dissi come se stessi leggendo la lista della spesa.

«Flame...», la sua voce si indurì, aspra e graffiante; sbarrai le palpebre di colpo e mi misi a sedere sul materasso.

«Tranquillo, me ne sono andata quasi subito» precisai, non sarebbe servito in ogni caso.

«Come eri vestita?» disse in modo lento, dalla parte opposta del telefono mi giunsero i suoi respiri profondi.

«Non cominciare, Nick. Lo sai com-»

«Non mettermi in imbarazzo, anche se siamo lontani ricordati che hai un uomo qui che ti aspetta» sembrava quasi irritato, come se io potessi dimenticarmi di lui.

«Certo, è solo che mi sembra una reazione esagerata» mi sentì sporca e sbagliata, anche se non avevo nessuna colpa.

«Sono solo curioso, Sandy mi chiede sempre di te. Chiamala ogni tanto»

«L'ho sentita anche l'altro giorno, a differenza tua lei mi risponde» non ce la feci e sottolineai la realtà dei fatti.

«Lo sai che sono sempre indaffarato, senti, stavo pensando di venire a trovarti tra qualche settimana. Mi manchi» risuonò come un vago tentativo di farmi intenerire.

«Anche tu mi manchi» in quel momento non ero sicura fosse la verità però, mi inumidì le labbra e ripensai alla pace che mi aveva smosso il mare.

«Hai iniziato con le lezioni?» toccò un tasto dolente.

«Non ancora, mi sono iscritta troppo tardi e i documenti sono arrivati solo qualche giorno fa. Lunedì sarà il mio primo giorno» sospirai con la gola stretta dalle mie stesse preoccupazioni.

«Come ti senti?»

«Sono agitata, sai come affronto le novità»

«Per quello te l'ho chiesto, nessuno ti conosce meglio di me. Sono sempre qui, potrai contare in qualsiasi momento su di me» per molto tempo era stato così, ma non ne fui più convinta quando la mia voce vacillò.

«Lo so» dissi, ma quelle parole mi asciugarono la bocca, non aggiunsi altro.

Lo salutai e riagganciando ripensai ai momenti trascorsi insieme; era sempre stato un faro nelle mie giornate in burrasca, il mio porto sicuro e il riparo dalla mia tempesta.

Quindi cosa era cambiato in me ora?

Dopo la chiamata rimasi a letto per un po', ripensai alla sera prima, i ricordi si mescolarono come carte sfatte nella mia memoria, ma le sensazioni rimasero vive come un morbido bocciolo.

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⏰ Ultimo aggiornamento: 5 days ago ⏰

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