6| UNA STELLA E L'OCEANO

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•Il profumo del mare, il rombo
di un tuono, il bagliore di un lampo.
I colori dell'alba.

FLAME:
🔥

Quando mia madre mi chiamò quella mattina avrei immaginato di tutto, tranne che decidesse di trascinarmi a fare shopping di sabato.

«Andiamo Flame, non fare quella faccia. Sarà divertente!» è più euforica di me all'idea, non che ci voglia molto.

«Sarà pieno di gente» brontolo, mostrando tutto il mio disappunto.

«Ma no, le persone normali dormono il sabato mattina» ha l'aria riposata, fresca come una rosa.

«Era esattamente quello che avrei voluto fare anch'io» entriamo in uno dei tanti negozi del centro commerciale.

«Cosa ti piacerebbe? Un vestito nuovo?» osservo tutti i capi esposti, non c'è niente che sento la necessità di acquistare.

In quel momento a mia madre squilla il cellulare, risponde allontanandosi; dirigendosi verso l'uscita mi indica un paio di pantaloni scuri appesi poco lontano dalle casse.

Trovo fortunatamente la mia taglia e cerco i camerini, mi imbatto in una folta chioma scura che ondeggia seguendo ogni movimento del corpo snello.

La riconosco all'istante, nel momento in cui si accorge di me mi sorride raggiante.

Si avvicina, seguita da una ragazza che mi guarda con un'espressione confusa; è molto bella, alta con i capelli biondi raccolti in una coda tirata e due grossi orecchini dorati che le incorniciano il viso.

«Flame! Non ti ho più vista, quel giorno mi sono dimenticata di chiederti il numero» mi raggiungono e noto subito il loro abbigliamento impeccabile, in netto contrasto con il mio casual.

Per non dire altro, spero vivamente di aver indossato lo stesso paio di calzini prima di uscire di casa.

«Layla» denominata anche come la ragazza dei cani, tiene sull'avambraccio una sfilza di vestiti ammassati che gli pendono da tutti i lati.

«Flame, lei è la mia amica Rosy» dice spostandosi di lato per permettermi di vedere la bionda perfetta, mi presento a mia volta, mi mostrano i loro acquisti e ci scambiamo qualche consiglio.

«Questa sera c'è una festa, a casa di Ace. Ti andrebbe di venire?» nemmeno il tempo di rifletterci che una voce risponde al posto mio.

«Certo che verrà!» fulmino mia madre con lo sguardo, che mi sorride in modo esagerato.

«Ottimo! Passo a prenderti io allora.»

Avevo provato a chiamare Nick un paio di volte durante il giorno, ovviamente non mi rispose.

Mi innervosiva non avere sue notizie, nemmeno si preoccupava di sapere come stessi.

Indossai un paio di jeans aderenti infilati negli stivali alti, un sottile maglioncino nero con lo scollo a barca.

Optai per lasciare i capelli sciolti e applicai un gloss rosato sulle labbra.

Dopo quaranta lunghi e infiniti minuti finalmente potevo ritenermi abbastanza soddisfatta del risultato.

Involontariamente guardo fuori dalla finestra, la moto del mio vicino è parcheggiata nel vialetto di casa, forse non sarebbe venuto alla festa.

«Sono qui!» nell'esatto momento in cui mia madre mi avverte dell'arrivo delle ragazze, un clacson suona ripetutamente impazzito.

«Credo di averle sentite» prendo la giacca di pelle nera e la infilo velocemente mentre scendo al piano inferiore.

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