7- Le Parole Lontane.

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17 giugno 2018 – Dam's pov.

Non so cosa mi stia succedendo in questi giorni. Sento costantemente la solitudine impossessarsi di me, e non capisco nemmeno da dove deriva. Ho fatto pace con Victoria, stiamo scrivendo nuove canzoni, siamo sempre in compagnia, non mi manca nulla, allora che ho?

Sento di aver bisogno di schiarire la mente, così, finita la sessione di prove durata dalle 14:00 alle 19:00 mi preparo qualcosa di veloce con cui cenare e salgo in camera mia e di Vic. Lei è rimasta giù a giocare alla play con Thomas.

Prendo il mio zaino, ci metto dentro le mie amate sigarette, l'accendino, il mio quadernino dove scrivo testi di canzoni, ispirazioni per dei futuri tatuaggi e sostanzialmente quello che mi passa per la testa, una penna, le cuffiette e delle gomme da masticare.

Indosso una maglietta bianca, dei pantaloncini da basket e delle scarpe comode, raccolgo i capelli in una cipolla e mi dirigo al piano di sotto. Mentre scendo le scale vedo Vic salire verso la nostra camera.

"Ndo vai?" mi chiede.
"Esco un pochino"
"Va tutto bene?"
"Si si, stai tranquilla" le do un bacio in guancia e scendo. Gli altri miei due colleghi e Lello mi fanno la stessa domanda, e io do la medesima risposta, cerco di non far trapelare nessuna emozione in particolare per non farli preoccupare o insospettire.

Esco dalla villa, guardo l'orologio del telefono che segna le 21:00 in punto, indosso le cuffiette e faccio partire una playlist di musica tranquilla; comincio a camminare, camminare e camminare, senza una meta, ho solo bisogno di trovare un posto tranquillo dove stare.

All'improvviso trovo un parco deserto, così mi accendo una sigaretta e mi siedo su una panchina. Estraggo dallo zaino il quadernino e la penna, e comincio a scrivere tutto quello che mi passa per la testa, nel mentre lascio viaggiare la mente.

Cazzo, ho solo 19 anni e sto realizzando il mio più grande sogno. Quando usciremo di qui uscirà il nostro primo vero disco, scritto interamente da noi, subito dopo ci sarà il tour europeo. Cosa succederà dopo? Riuscirò a gestire tutto quanto? E se non ce la facessi? E se avessi bisogno di aiuto chi mi aiuterebbe? Victoria starebbe al mio fianco? Diventerà mai la donna della mia vita? Se lei non ricambiasse i miei sentimenti lo supererò mai? Riuscirò ad innamorarmi di nuovo? Dopo quanto tempo?

La mia mente sta viaggiando almeno 100 volte più veloce della mia mano, che sta continuando a scrivere, non so bene cosa, non so se farò mai di questo sfogo un testo di una canzone.

Arrivo finalmente alla conclusione, ho scritto due pagine e mezzo. È un testo malinconico, che ho deciso di dedicare a Vic. Parla di tutto l'amore che provo nei suoi confronti, che non so se riuscirò mai a rivelarle. Al posto del suo nome ho deciso di scrivere il nome Marlena, non so bene perché, è semplicemente venuto fuori da solo; da oggi in poi ho deciso che sarà il nome "in codice" della mia musa ispiratrice. Dopo un po' di tempo passato a riflettere sul titolo da dare a questo testo, decisi di chiamarlo "Le Parole Lontane". Ho scritto frasi di cui mi meraviglio io stesso di averle scritte, non avrei mai pensato che mi sarebbero uscite frasi del genere.

"Che le parole lontane, giuro te le voglio urlare" perché io vorrei urlare al mondo il fatto che sono innamorato perso di te.

"Il tempo brucerà tutti i fogli che parlan di te" perché rileggere le pagine intere che ti ho dedicato mi mette una malinconia inumana.

"Marlena portami a casa che il tuo sorriso è stupendo" perché ai miei occhi sei la donna più bella che esista in tutto l'universo.

"Canteremo insieme, ma restando muti" perché io so che esisterà quel giorno che potremo cantare il nostro amore, ma allo stesso tempo tenerlo nascosto per proteggere la band.

"Perchè ti sento lontana, lontana da me" perché vederti tutti i giorni e non poterti toccare, abbracciare, e baciare come se stessimo assieme aumenta la distanza tra me e te, anche se potrebbe non vedersi agli occhi altrui.

Prima di ritirare il quadernetto e la penna, scrivo infondo al testo una piccola dedica, "A Vic, la mia Marlena", poi lo infilo nello zaino; guardo l'orario del telefono, segna l'01:00 del mattino, di sicuro arrivo a casa e mi menano gli altri.

Rimetto le cuffiette, butto il pacchetto di sigarette vuoto che, senza rendermene conto, mi sono fumato tutto, e ritorno verso la villa.

Quando entro cerco di non fare rumore e mi dirigo subito in camera da letto. Mi svesto piano, svuoto lo zaino e indosso il pigiama. Quando però mi metto sotto le coperte sveglio accidentalmente Vic.

"Damià ma dov'eri finito? Ci hai fatti preoccupare!"
"Scusami Vic, avevo bisogno di schiarirmi la mente"
poi si volta verso il comodino per guardare l'orario dal suo cellulare.
"Ma te sei pazzo, è l'01:30 del mattino!"
"Oh quanto la fai lunga, sono qui, sano e salvo, fine della storia." detto questo mi giro verso il mio lato del letto.

Prima di ribattere Vic aspetta qualche secondo, poi prosegue.
"Dam.. vieni qui"

Mi giro verso il suo lato del letto e la vedo con le braccia aperte. Senza pensarci due volte mi ci fiondo, sono ancora particolarmente scosso da questa serata passata in solitudine, ho bisogno di conforto.

Appoggio la testa sul suo petto e chiudo gli occhi per evitare di far scendere da essi calde lacrime salate.

Lei comincia ad accarezzarmi i capelli, mi sento come ai tempi delle scuole elementari quando mia madre mi confortava dopo una partita di pallacanestro persa. Mi sento nel mio posto sicuro, ovvero le braccia della mia Marlena.

Prima di chiudere gli occhi definitivamente, sento lei che si abbassa leggermente e mi sussurra all'orecchio: "Va tutto bene..". Mi dà un bacio sulla testa e, finalmente, entrambi ci abbandoniamo al sonno.

~Amandoti~ damoria storiesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora