Capitolo 2

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Ero sul letto di camera mia a scrivere sul mio quaderno,mi sentivo particolarmente ispirato. Iniziai a buttare giù qualcosa però non avevo un argomento ben preciso,andavo a vuoto. Magari mangiare un po' mi avrebbe aiutato a concentrarmi su un argomento.
Mi alzai dal letto e andai in cucina con penna e quaderno nella mano destra e la sinistra nella tasca della tuta.
Stella: Ehi Michele..
Michele: Ciao Stella,che c'è da mangiare?
Stella: Abbiamo fatto la carbonara,ne hai un po' in quel piatto.. Visto che non hai mangiato niente.
Michele: Grazie..
Mi misi a tavola e inizia a mangiare pensando ad un argomento che potesse interessare al pubblico e che mi rappresentasse particolarmente,sapendo che la maggior parte degli spettatori erano adolescenti.. Quindi parlare di qualcosa che succede soprattutto in adolescenza non era una brutta idea.
Pensai attentamente e mi venne in mente mio padre,molte volte capita di litigare con i genitori durante la pubertà quindi presi la penna e iniziai a scrivere.

Titolo: ???
(Strofa 1)
Ogni volta che parli mi senti una copia, ma non voglio il tuo peso, la tua scia sporca.
Trattare una donna come se fosse una troia,non è da me.
Per questo odio essere paragonato a te.
Che continui ad essere assente,come se tu non avessi un figlio,il nostro rapporto.. Sottile come un bisbiglio.

Mentre guardavo il quaderno ero sempre più soddisfatto del mio lavoro però sentivo un piccolo vuoto dentro,parlare di mio padre mi faceva sempre più male ma dovevo sfogarmi in qualche modo.. E l'unico modo era la musica. Mi alzai per prendere un bicchiere dalla lavastoviglie,visto che lo avevo dimenticato. Dopo averlo preso mi girai per tornare alla mia postazione di lavoro ma notai la mocciosa ficcare il naso tra le mie robe. Mi avvicinai lentamente senza farmi sentire e mi misi alle sue spalle.
Michele: I tuoi genitori non ti hanno insegnato che non si guarda nelle cose altrui?
Sarah: Cazzo Michele. Che paura.. Non volevo,mi spiace. Però ero curiosa di sapere su cosa stessi lavorando.
La minore tornò a guardare il quadro leggendo attentamente ogni singola parola,le tolsi il quaderno con arroganza dalle mani e lo chiusi
Michele: Vattene,non sono cose che ti riguardano.
Sarah: Calmati mr. Simpatia,devo pranzare anche io.
Le lanciai un'occhiata e mi rimisi seduta sulla sedia a mangiare e a scrivere,come se Sarah non ci fosse. Quest'ultima si mise sulla sedia difronte a me e mi fissò per tutto il tempo come se volesse analizzarmi da cima a fondo.

(Ritornello)
Non voglio il tuo cognome,non voglio un paragone.
Notti passate in bianco,se mi addormento vedo il tuo volto e di questo sono stanco.
Ho continuato a darti tempo,ma la tua assenza brucia nonostante sia pieno inverno.

Mi fermo,sentivo il mio cuore restringersi nel mio petto e farlo notare a Sarah era l'ultima cosa che volevo. Non volevo essere fragile davanti a lei,o almeno in generale non mi piace farmi vedere fragile.
Sarah: Michele? Che succede? Sei pallido..
Michele: Mangia e stai zitta.
Mi alzo prendendo il piatto e mettendolo nel lavandino,il piano era lavarlo più tardi. Mi girai per andare in camera per riposare la mente però mi ritrovai Sarah davanti a me con le braccia conserte.
Sarah: È per tuo padre?
Michele: Non ti fai mai gli affari tuoi? Che razza di educazione ti hanno dato i tuoi?
Sarah: Michele. Devi sfogarti qualche volta,non solo nella scrittura ma anche nel parlato.. Voglio essere gentile e disponibile con te per evitare tensioni in casetta.
Michele: Non capiresti,se non hai problemi con tuo padre come puoi comprendermi?
Sarah: Cavoli se sei complicato,sfogati e basta.
Michele: Non con te. Mai e poi mai.
Sarah sospirò e si allontanò facendo spallucce. Dio se non la sopporto,però mi tocca sopportare la sua presenza visto che è la migliore amica di Stella e io sono molto legato a quest'ultima.

Nella prossima vita - Sarah ToscanoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora