Il Sole fra gli alberi

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II

【'Cause he was sunshine,
I was midnight rain】

— Midnight Rain ✧

Fu abbastanza strano tornare a casa accompagnato da qualcuno che non fosse Isaac

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Fu abbastanza strano tornare a casa accompagnato da qualcuno che non fosse Isaac.

Nessun altro aveva messo piede in quell'appartamento oltre a lui, sottolineando quanto poco socializzassi e quanto poco mi interessasse farlo.

Non si trattava di sociopatia, più che altro mi ero sempre sentito come in un'altra dimensione rispetto a tutti gli altri, come se fossi stato dietro il vetro di un'esibizione: tutti potevano vedermi e io potevo vedere loro, ma saremmo stati sempre inesorabilmente separati, appartenenti a due realtà diverse.

Nella parte più profonda del mio animo sapevo fosse colpa mia, che fossi stato io a scegliere di ripararmi dietro la sicurezza di quel vetro, in modo da percepire il mondo senza che questo potesse toccarmi, rimanendo un mero spettatore e una figura anonima nella storia di chiunque mi passasse di fronte.

"Lucas? Ah sì, il tipetto silenzioso dai capelli rossi".

Non ricordavo più da quant'è che la mia intera complessità era stata ridotta a quella semplice frase.
Il tipetto silenzioso dai capelli rossi.
Già.

Che c'era di male, poi, nell'essere silenzioso? Nel non dare fastidio? Nel non urlare battutine ai colleghi e parlare del proprio weekend movimentato? Non avrei mai capito perché quello veniva considerato un bene.

Durante il tragitto in macchina, avevo scoperto che anche Casper fosse un tipo silenzioso.
Non aveva fiatato, si era limitato a guardare fuori dal finestrino, come perso. Mi chiesi se Isaac l'avesse mai fatto uscire da quel laboratorio.
Se aveva davvero un cervello che lavorava come quello umano, si doveva essere sentito soffocare lì dentro, anche a causa del casino che lo scienziato non sistemava mai.

Quando mettemmo piede in casa, gli feci un breve tour delle stanze, prima di portarlo di fronte a quella degli ospiti.

«Puoi stare qui, di solito ci dorme Isaac. Ho provato a sistemare tutte le sue cose lasciate in giro, ma se ne trovi altri buttali pure. Per qualsiasi cosa, io sarò nella camera accanto» indicai con un cenno del capo la porta di legno bianca alla mia sinistra, guardandolo esaminare il letto, la scrivania, l'armadio e le pareti di un celestino chiaro.

«Avrei bisogno di vestiti»

«Vestiti?»

Lui si voltò verso di me, indicandosi la felpa grigia che indossava, con un piccolo sorriso divertito. «Il dottor Cooper mi ha dato dei soldi, in modo da poter comprarne dei nuovi. Al momento ho solo questi e non credo sia molto igienico andarci in giro per tre mesi»

Arricciai il naso a sentir chiamare Isaac in quel modo così formale, seppure io stesso, prima, fossi rimasto paralizzato dalla sua intelligenza.

Mi concentrai, quindi, sulla richiesta del robot, annuendo in accordo.  «Direi di no. Dato che il mio studio oggi è stato già interrotto, possiamo andare a fare un po' di compere, dopo aver pranzato» a quello mi bloccai. «Tu mangi? Isaac mi ha detto di trattarti come un normale essere umano, ma non vorrei farti esplodere»

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