Ricordi

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IV

And the memories bring back, memories bring back you】

— Memories

Questa collaborazione in Giappone doveva essere più impegnativa del previsto, dato che i messaggi di Isaac non erano petulanti come al solito e a distanza di poche ore l'uno dall'altro

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Questa collaborazione in Giappone doveva essere più impegnativa del previsto, dato che i messaggi di Isaac non erano petulanti come al solito e a distanza di poche ore l'uno dall'altro.

Se tutto andava bene, infatti, me ne trovavo uno al giorno, in cui mi riferiva cosa aveva fatto durante la giornata, chiedendomi come fosse andata la mia e cosa ne pensassi di Casper.

Nonostante mi imbarazzasse fargli dei complimenti, soprattutto sulla sua intelligenza, gli avevo comunicato che ero rimasto sorpreso dalla grande umanità che sembrava mostrare, soprattutto nei confronti delle piccole cose. Ovviamente, Isaac non era mancato di gongolarsi, sostenendo di essere lo scienziato migliore del mondo. Ed era vero.

In tutta onestà, mi mancava. Per quanto facessi il duro e il freddo, potevo rimanere da solo senza alcun problema, ma quel "da solo" aveva sempre sottinteso un "da solo con lui". La mia unica famiglia.

Probabilmente, per lui doveva essere lo stesso, motivo per cui ogni volta mi impediva di accompagnarlo all'aeroporto prima di un viaggio, sostenendo che odiasse il pensiero di dovermi voltare le spalle, dopo avermi salutato. Isaac ci teneva a stare sempre al mio fianco, come per paura che potessi allontanarmi.
Non sapeva che io avessi lo stesso esatto terrore.

Quella mattina, però, il suo messaggio di buongiorno non conteneva le solite informazioni e domande, ma anche una richiesta alquanto peculiare.

Aggrottai le sopracciglia, prima di digitare un semplice punto interrogativo, sapendo che avrebbe capito la mia confusione. La sua risposta arrivò dopo qualche secondo, chiara e concisa: "la sensibilità è una parte essenziale dell'animo umano".

Sotto sotto, avevo l’impressione che mi stesse dando i compiti più stupidi, in modo che, quando fosse tornato, si sarebbe occupato lui di quelli più tecnici e divertenti.

Alla fine, gli comunicai che avrei fatto quanto richiesto, ignorando la marea di cuori ed emoji che mandavano dei bacini che mi inoltrò in risposta.

Quando scesi di sotto a fare colazione, fortunatamente con calma, dato che era un sabato mattina, trovai Casper vicino i fornelli.

In quei giorni era diventata una visione quasi familiare, ormai, ritrovarmelo in cucina a preparare i pasti, sostenendo che fosse un modo per ricompensarmi di starlo ospitando e di stargli facendo da robot-sitter. Avevo paura di chiedere ad Isaac se potesse anche leggere nel pensiero.

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