1. Guida Pratica all'Analfabetismo Emotivo

181 11 45
                                    

✦

Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.


✦ .  ⁺   . ✦ .  ⁺   . ✦

✉️

LILITH'S POV

«Caro diario, oggi sarà diverso. Deve essere diverso. Sorriderò e sarò credibile.
E non sto dicendo questo solo perché ora, di fronte a me, si trova una psicologa che sta cercando di appuntare sul suo quadernino i dieci motivi per cui la mia testa è fottuta,» dico, recitando in modo quasi teatrale il foglio che tengo tra le mani.

Alzo leggermente la testa, sbirciando oltre il bordo del pezzo di carta.

La dottoressa Carson non sembra poi così convinta del successo del nuovo esercizio di terapia che mi ha affidato. Le sue sottili labbra color porpora sono tese in una linea rigida, le dita premono contro le tempie, e giurerei di scorgere un lampo di esasperazione nei suoi occhi.

Eppure, tutti hanno creduto ad Elena Gilbert quando ha scritto questa stessa stronzata nel suo diario, nonostante poi abbia passato sei stagioni a piangere.

Forse la prossima volta opterò per qualcosa di meno ovvio. Magari una di quelle serie tv da casalinghe di mezza età di cui Jaxon finge di non essere fan. Chissà se esiste un blog con tutte le migliori frasi di "Terra Amara". Non mi stupirei se fosse lui stesso a gestirlo.

La Carson sta per dire qualcosa quando un sospiro fugace sfugge al suo controllo.

Rettifico: è decisamente esasperazione quella che sta provando. Nella mia mente scorre un elenco delle innumerevoli volte in cui Nyx ha usato il suo brevettato "sospiro passivo-aggressivo" per manifestare il suo disappunto. La volta in cui ha sospirato cinquantaquattro volte in un'ora resta la mia preferita. Al cinquantacinquesimo sospiro, Jaxon si è arreso, e io mi sono addormentata, scambiando i sospiri di Nyx per il canto delle balene che riproduco su Youtube per dormire.

«Non era esattamente quello che le avevo chiesto,» sospira. «Ma oserei chiederle se almeno c'è qualcosa di vero nelle cinque righe che ha scritto,» dice, riprendendo il quadernino e la penna dalle ginocchia.

Non ho mai sopportato il tono freddo e distaccato della dottoressa Carson. Tutto di lei sembra esser stato studiato nei minimi dettagli per richiamare una perfezione per me irraggiungibile. I lunghi capelli biondi sono sempre impeccabilmente raccolti in acconciature ordinate, gli abiti di lusso che ama indossare non mostrano mai una piega fuori posto e il suo autocontrollo impenetrabile la rende immune a qualsiasi emozione.

Forse è proprio per questo che provocarle involontari sospiri carichi di esasperazione è stata la mia più grande soddisfazione in questi due mesi. Non che avessi grandi aspettative di successo in terapia. Fin dal primo momento in cui ho visto la Carson, ho capito che non le avrei mai permesso di avvicinarsi alla porta della mia caotica psiche.

Sentirmi un topo da laboratorio sotto la sua attenta osservazione mi ha spinto a prendere questa decisione.

Essere una stronza è stato ciò che mi ha convinto a portarla avanti.

Crimson AcademyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora