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Splendora sedeva immobile sul suo letto, le gambe piegate contro il petto e le braccia avvolte attorno alle ginocchia, mentre l'oscurità avvolgeva la stanza dei Serpeverde. Tutto era silenzioso, rotto solo dai respiri delle sue compagne di stanza che dormivano profondamente nei loro letti.

Il cuore le batteva forte nel petto, come se ogni battito fosse amplificato dal silenzio della stanza. 

L'idea di quello che stava per fare, sgattaiolare fuori dalla sicurezza del castello e inoltrarsi in un'impresa pericolosa con Sirius, le faceva venire la pelle d'oca su tutto l'intero corpo, anche se non voleva davvero ammetterlo.

Le sue dita giocarono nervosamente con il bordo del lenzuolo, mentre nella mente si facevano strada mille pensieri. Remus, il pericolo che incombeva su di loro, e poi Sirius... Sirius che, nonostante tutto, era disposto a seguirla in quell'avventura senza obiettare nemmeno per un secondo.

Non sapeva se era più spaventata dalla missione in sé o dal fatto che avrebbe dovuto affrontarla al fianco di qualcuno che, ultimamente, aveva iniziato a guardare con occhi diversi. C'era qualcosa di diverso in lui, un qualcosa che non aveva mai notato prima. E quel pensiero, invece di darle forza, la rendeva solo più confusa.

Si alzò dal letto, cercando di fare il minimo rumore possibile. Il vuoto sotto i piedi si fece sentire quando una delle sue compagne si girò nel sonno, emettendo un lieve sospiro. Ma quando la stanza tornò silenziosa, Splendora si avvicinò lentamente alla porta, sentendo l'aria fredda del sotterraneo avvolgerla.

Con il mantello da viaggio stretto attorno a sé, si fermò per un momento davanti alla porta, con il respiro che si faceva più affannoso. Sapeva che non poteva più tirarsi indietro. Spingendo delicatamente la porta, uscì dalla stanza.

Scese lentamente le scale a chiocciola che portavano alla sala comune dei Serpeverde e ogni passo era attento a non fare rumore. Il fuoco nel camino era quasi spento, lasciando la stanza avvolta in una penombra inquietante, con le lunghe ombre che si infrangevano sui muri in pietra.

Arrivata al centro della sala comune, Splendora si fermò per un istante, estrasse lo specchio comunicante dalla tasca del mantello e lo osservò per qualche secondo, la cui superficie brillava debolmente.

Si schiarì la gola, cercando di calmare il battito frenetico del cuore, e sussurrò il nome di Sirius nello specchio. 

"Sirius, sono pronta. Puoi venire." bisbigliò.

Sirius conosceva già la parola d'ordine, un segreto che Splendora aveva infranto per lui, ma era necessario. La ragazza dall'ansia si morse leggermente il labbro

Passarono solo pochi istanti prima che la porta della sala comune si aprisse lentamente. Dalla porta, vide un lembo del mantello dell'invisibilità sollevarsi per un istante, rivelando una ciocca di capelli scuri.

Sirius era lì, era entrato nel territorio dei Serpeverde, un territorio decisamente ostile per lui.

Splendora lo vide avanzare nella stanza, anche se non poteva vederlo chiaramente, sapeva che era lì, vicino a lei, con il mantello dell'invisibilità che lo copriva completamente.

Lui si spostò leggermente il mantello dal volto, rivelando un sorriso leggero, e i suoi occhi che la fissavano intensamente.

"Pronta?" sussurrò, con voce appena udibile nel silenzio quasi assordante.

"Andiamo." rispose annuendo, con un tono di voce deciso. 

Insieme, si avviarono verso il passaggio segreto, consapevoli che da quel momento in poi, non ci sarebbe stato più modo di tornare indietro. 

Ephemeral Antidote - Remus Lupin [2]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora