Capitolo Due

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Nadia risponde al messaggio.


"Non posso. Shopping con Danica".


Sì, lo sapevo, ma Vinnie se n'è


andato perciò non ha più


importanza.


Mi chiedo se papà sappia del


video.


Per forza. Probabilmente ha


appena visto il telegiornale.


Fantastico, come se non stesse


già abbastanza male. Esasperata, vado sul retro a


cercare la borsa, afferro tre dollari,


apro la cassa e li cambio in monete.


Amplifico i movimenti, conto due


volte gli spiccioli e mi assicuro che


le tre banconote che ho messo nel


cassetto siano ben visibili, perché


se c'è effettivamente un sistema di


videosorveglianza ed Eva mi ha


visto prendere i soldi, voglio essere


sicura al cento percento che mi


veda rimetterli a posto.


Infilo le monete nella lattina


comune vicino al telefono, scrivo un


appunto sul blocchetto - "Eva, ho


messo qui degli spiccioli trovati


nelle tasche dei vestiti. Va bene?" - e lo lascio dove lo vedrà per forza.


Fiuuu.


Mai più.


E per non dimenticarmene e non


far arrabbiare Terence domattina,


risintonizzo la radio sulla sua


stazione, in tempo per sentire le


ultime note di un ritmo funky. Sì, è


ok. Sono cresciuta con questa roba,


i miei genitori l'adorano, ed è


comunque decisamente meglio


della stazione che piace a Eva.


Torno ad appollaiarmi sullo


sgabello dietro al bancone, e


guardo distratta il cielo scurirsi e le


nuvole avvicinarsi, mentre etichetto


le divise di Vinnie, che poi porto nel retro e ficco nella cesta del venerdì.


Mio padre non ha fatto nulla di


sbagliato quel giorno sul cavalcavia.


Lo so, perché se sto in piedi vicino


alla scrivania, chinata verso destra


e guardo tra gli alberi, riesco a


vedere il cavalcavia dalla mia


camera da letto.


Anche mia madre e io abbiamo


visto, quel giorno.


Bene, perché era una limpida

Io che non vivo senza te -Laura Wiess-Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora