6- Your Number In My Mind

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"-Pronto a vedere una cosa che nemmeno la grande New York ha?-

Mi voltai verso di lui nel vicolo buio.

-Attenta a come parli- rispose, con il suo solito sorrisetto.

-Guarda, sono proprio curioso di sapere dove Scarlett Ever mi sta portando- disse, andando avanti e voltandosi verso di me, camminando all'indietro.

-E fai bene-

Avanzai e poi, mi fermai davanti ad un portone.

Bussai.

-Claire? Claire, sono io- dissi.

Bussai ancora e continuai a bussare finché la mia amica aprí il portone.

-Dio, Scarlett, ma che stai facendo?-

Quando si accorse della sagoma alta alle mie spalle, mi guardò confusa.

-Dobbiamo entare. Mi faresti questo piccolissimo favore?- chiesi, supplicandola.

-Lo sai che è l'orario di chiusura-

-Ti prego, giuro che ti porto a teatro a vedere la tua opera preferita- le dico.

Claire aveva sempre amato il teatro, ma non essendo ricca faticava ad andarci.

Io, però, ci andavo quasi tutti i venerdì e procurare un biglietto anche a lei non mi faceva nessun problema.

Claire, come previsto sospirò e ci fece entare.

Mi fiondai su di lei e le mollai un bacio sulla guancia.

-Grazie-

Poi mi voltai verso Blake.

-Adesso preparati, perché voglio proprio vedere come resisti- gli dissi, puntandogli il dito contro.

Misi piede sul primo scalino.

-Ti sfido. Chi arriva ultimo, offre il gelato- proposi.

-Mi vuoi sfidare, francesina?- chiese.

-Si, esatto- dissi alzando il mento.

Lui mi guardò, con quel sorrisetto.

E poi, improvvisamente, iniziò a correre su per gli scalini, spiazzandomi del tutto.

-No! Bastardo!- dissi ridendo e iniziando a correre.

Lo superai, ma lui non me lo permise e mi acchiappò, spostandomi indietro e portando lui avanti.

-Non vale!- dissi, ma non mi arresi.

Pestai gli scalini ridendo, mi faceva male la pancia dalle risate.

E aumentarono, quando Blake si acciaccò e cadde  inciampando su uno scalino.

Scoppiai a ridere, superandolo e facendogli la linguaccia.

Arrivai e l'aria del vento si infiltrò tra i miei capelli.

-MUOVITI!- urlai a Blake che stava ancora salendo.

Arrivò su con il fiatone.

-È ingiusto, io mi sono ferito, non vale anche perché—
-Dio, stai zitto e guarda!- dissi ridendo.

Lui si sistemò i capelli con la mano e spostò lo sguardo da me a quello che aveva davanti.

Il suo sguardo si fece più intenso, più profondo. Come quando vedi qualcosa che non ti aspettavi, proprio davanti a te.

-Ma cos'è?- chiese, sorridendo.

-È la terrazza della Torre di Montparnasse- dissi.

Lui si avvicinò al panorama.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Aug 22 ⏰

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