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Barcellona, 30/07/2022

Erano passati quindici minuti da quando Pablo aveva chiamato Sophia, esso voleva sapere solo come stesse e assicurarsi che quella sera la mora fosse stata presente alla partita, per sostenerlo.

Si misero a parlare di ogni cosa passasse loro nella testa, intanto c'era Camilla che non aspettava altro che finissero di parlare. Prima di chiudere il moro chiese a Sophia di arrivare un pò prima allo stadio, per passare un pochino di tempo assieme, la mora non aspettava altro.

"Stasera limonate sicuro" disse Camilla non appena Sophia le raccontò la richiesta del moro.

"Smettila, sarà tutto concentrato per la partita" Camilla rise, sapendo come sarebbe finita la serata.

Durante la preparazione, Sophia si rese conto che la sua maglia l'aveva presa suo fratello, pensando fosse un suo ricambio, perciò pensò poi di prenderla una volta in spogliatoio.

Decise però di vestirsi con un top a fascia bianco e un pantalone di jeans a palazzo, mise qualche gioiello, si truccò ed era pronta. Stessa cosa fece la sua amica Camilla, che ovviamente l'avrebbe accompagnata quella sera.

Allo stadio, nonostante fosse ancora vuoto, si respirava un'aria che non si respirava da nessun'altra parte, i tifosi pronti a vedere la loro partita del cuore, i giocatori che non vedevano l'ora di poter rendere fieri i loro sostenitori.

Non appena Camilla prese posto e dopo aver salutato con un forte abbraccio Pedri, Sophia si recò in spogliatoio dove Pablo l'aspettava.

Sophia notò che Pablo tra le mani aveva una maglia, il moro non sapeva come iniziare la conversazione, perciò Sophia notando quell'imbarazzo, parlò per prima.

"Allora carico per la partita?" le chiese appoggiando il suo telefono sopra il borsone di Pedri.

"Si, ma lo sarei ancora di più se tu avessi questa" Pablo porse la maglia a Sophia, la mora non stava capendo bene la situazione. Era curiosa, perciò non fece altro che vedere meglio quella maglia.

Le aveva appena dato la sua maglia, con il numero 30 e il suo nome. Ma la cosa che le saltò all'occhio era la scritta "para mi cariña favorita", scritta probabilmente poco prima del loro incontro, accompagnata poi dalla firma del moro.

Sophia guardò Pablo con uno sguardo incuriosito, lasciando nel suo viso un sorriso sincero, il moro le spiegò che quella maglia l'aveva messa la prima volta che Sophia si presentò allo stadio dopo mesi, si conoscevano a malapena, ma quel giorno era riuscito a segnare.

Pablo si sentiva a mille quel giorno, come se la fortuna fosse tutta dalla sua parte, e se la fortuna in questione si chiamasse Sophia Gonzalez? Dopo averla conosciuta la sera stessa vide qualcosa di diverso in lei, nonostante, in quel momento, non cercasse l'amore.

"Almeno mi porti fortuna anche stasera" la mora non sapeva davvero cosa dire, lo abbracciò forte, in segno di ringraziamento, e dopo un attimo di silenzio parlò.

"Ah sono io che porto fortuna, non tu che sei bravo" Sophia lo prese un pò in giro, anche se, a sentire quelle parole il suo cuore fece una capriola, o forse più.

I due erano soli all'interno dello spogliatoio, anche se si potevano sentire benissimo le voci dei tifosi che pian piano riempivano lo stadio. Le luci soffuse creano un'atmosfera intima e carica di aspettativa.

Pablo si trovava in piedi davanti a Sophia con indosso la divisa da calcio. I muscoli tesi sotto la maglia aderente, il respiro profondo mentre cerca di calmare l'adrenalina che già scorre nelle vene.

Lei, nervosa ma decisa, continua a guardarlo negli occhi. C'è una scintilla nei suoi occhi, qualcosa di innegabile, qualcosa che neanche Sophia riusciva a spiegarsi.

Pablo si avvicinò pericolosamente a Sophia.

Voleva baciarla.

I corpi che quasi si toccavano, l'aria che si faceva sempre più calda. Il moro non diede tempo a Sophia di elaborare e annullò tra loro la distanza creata, le loro labbra finalmente si incontrano, è come se il mondo esplodesse in una cascata di sensazioni.

Il bacio inizia cauto, dolce. Le loro mani si esplorano con avidità: le dita di Pablo iniziò a scivolare lungo la schiena della mora, tirandola più vicina a sé.

Sophia mise da parte le insicurezze, mettendo le sue mani nei capelli del ragazzo, tirandoli leggermente, provocandogli un brivido lungo la schiena. I respiri si fanno rapidi, affannosi, mentre Pablo chiede di approfondire quel bacio.

Le loro bocche si aprirono, le lingue si intrecciarono, e inizia a crescere un desiderio che sembrava impossibile da fermare. Si staccarono solo per un momento, giusto per prendere un respiro, ma gli occhi di entrambi dicevano tutto.

La mora provava forti emozioni, che non provava da tempo, si era dimenticata come si stava bene in quelle situazioni. Le farfalle nello stomaco, i profumi che si intrecciano, il cuore che si fa più leggero.

Sophia ha pensato per così tanto tempo che quelle sensazioni non le avrebbe mai più provate, e che Federico fosse l'unico a procurargliele, e invece, si trovava lì, più serena che mai.

Pablo portò la mano sulla guancia di Sophia, iniziando poi ad accarezzarla delicatamente, come se si potesse rompere in qualsiasi momento, la mora apprezzò quel gesto come non mai.

Gli occhi della ragazza erano fissi su quelli del moro, lui ne era consapevole della partita ancora da giocare, perciò avrebbe dovuto concentrarsi ed accantonare quel momento, ma sapeva anche che questo momento sarebbe rimasto inciso nelle loro menti molto più a lungo. Lei sorride, un sorriso complice, sapendo che questo è solo l'inizio di qualcosa di molto più grande tra loro.

Pablo uscì per primo, lasciando Sophia da sola, la mora era inebriata dal profumo che il moro aveva lasciato, nell'aria e nella sua maglia.

Lui sorrise pronto a dare tutto in campo, sapendo che lei fosse lì per lui.

Lo stadio esplose in un boato quando Pablo segnò un gol spettacolare. Riuscì a infilare il pallone nell'angolo più lontano della porta, lasciando pure il portiere immobile. I compagni di squadra, alla vista di quel gesto, corsero nella sua direzione per festeggiare, ma Gavi, con il cuore che batte all'impazzata, aveva un solo pensiero in mente.

Senza attirare troppo l'attenzione, si staccò dal gruppo di festeggiamenti e si avvicina al bordo del campo, gli occhi che cercavano tra la folla. Lì, nascosta tra le ombre della tribuna, c'era Sophia. 

Il suo volto era una miscela di gioia e ansia, consapevole che nessuno doveva sapere di loro, soprattutto suo fratello Pedri, che in quel momento staav correndo verso Gavi con un sorriso smagliante.

Gavi fece un gesto sottile, quasi impercettibile: un rapido tocco alla maglia sopra il cuore, seguito da un fugace sguardo nella direzione di Sophia. Nessuno tra i tifosi e i compagni nota il gesto, ma Sophia sì. I loro sguardi si incrociarono per un istante che sembrò eterno, carico di un'intensità segreta. In quel momento era come se i rumori attorno non esistevano, c'erano solo loro due.

Sophia sorrise timidamente, trattenendo l'emozione mentre sentiva il cuore scoppiare nel petto. Fu un momento tutto loro, nascosto in piena vista, in un mondo dove nessuno conosce quello che nascondevano.

Gavi si girò di nuovo verso i compagni, cercando di nascondere il turbinio di emozioni sotto una maschera di normalità. Pedri arrivò di corsa, passandogli poi un braccio attorno alle spalle, ignaro di tutto. 

Mentre i compagni continuavano a festeggiare insieme sotto lo sguardo attento delle telecamere, il moro lanciò un ultimo sguardo verso la tribuna, dove Sophia è nascosta tra la folla, pronto poi per tornare a giocare.

Per il mondo intero, fu solo un altro gol celebrato in modo sobrio. Ma per loro due, era una dichiarazione silenziosa, un segreto condiviso che nessuno conosceva, tranne loro.

Angolo autrice:
eii come state? spero che la storia vi stia piacendo. lasciate un commento o una stellina in modo che io capisca se vi sta realmente prendendo la storia, al prossimo capitolo!

Lover/ Pablo GaviDove le storie prendono vita. Scoprilo ora