𝕮𝖆𝖕𝖎𝖙𝖔𝖑𝖔 20

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Mi dispiace annunciarlo, ma siamo arrivati alla fine di questa storia.
Questo sarà l'ultimo capitolo prima dell'epilogo, ma non vi preoccupate, avrete modo di rivedere Theo e Cassie nel secondo volume (e forse anche Eve).
Comunque, tornando a noi, vi auguro dei buoni attacchi cardiaci e dei pianti consistenti 💋🧨
(ps: sarà tutto così 🤢🤯😭😭)
Buona lettura 🩶





Eve

Ho il collo dolorante e fatico a respirare.

La gola è ancora stretta da quando le mani di Michael Skinner hanno provato a soffocarmi. Non so perché io sia ancora viva, ma deve esserci un motivo, e l'unica cosa che mi viene in mente è che abbia bisogno di qualcosa da me.

Intorno a me riesco a scorgere solamente pareti di ferro arrugginite, una porta nera blindata e due piccoli lucernari chiusi sul soffitto da cui traspaiono spiragli di luce dorata.

L' ambiente è umido e freddo e non è presente alcun tessuto per coprirsi. Vorrei chiamare aiuto, ma so che in qualsiasi posto io sia finita, non c'è speranza che ne esca illesa.

A parte le pareti arrugginite, è presente un letto di cui rimane solo il materasso, la sedia di legno massello su cui sono posta da quando ho ripreso coscienza e un grande congelatore bianco. Non c'è altro, questo è il minimo che mi è concesso per sopravvivere.

«Buongiorno, Evaline.», la serratura della porta scatta con un rapido suono metallico e il padre di Cassie fa la sua apparizione.

Sono terrorizzata, non riesco a pensare ad altro. Ora che ho la conferma della sua colpevolezza, non oso immaginare cosa potrebbe farmi. Cassie non me l'ha rivelato, ma oramai sembra scontato che sia stato suo padre ad averla aggredita.

«Cosa vuoi da me?», la mia voce trema mentre cerco di non sforzare la gola.

«Dovresti sapere cosa voglio.», resta appoggiato sull'uscio della porta mentre si aggiusta la cravatta color blu scuro. «Desidero che tu faccia silenzio e che mi ascolti attentamente.»

Mi guardo intorno, cercando una possibile arma per difendermi, ma non trovo niente.

Skinner muove qualche passo in avanti, entrando completamente nella stanza, e poi va dritto verso il grande congelatore.

«Dovrai promettermi di non fare la brava e non denunciarmi per quello che ho fatto.», lo apre con rabbia e ne fuoriesce un nauseante odore di carne scaduta.

«Non lo farò mai.», ho i capelli davanti al viso e parlare non mi riesce bene.

«Sai, tuo fratello era identico a te. Sempre a chiedere perché fosse qui o cosa volessi farne del suo corpo.», estrae un sacchetto di plastica nero e lo esamina rapidamente all'aria. «E tu sai cosa succede alle persone come lui, Evaline?»

Quasi non riesco a respirare. È stato Skinner a rapire mio fratello e a portare via una parte di me. Lui era lì, quella notte del 27 marzo 2016, quando giocavo a nascondino con Jasper.

Per l'ennesima volta, vorrei solamente che lui fosse ancora qui, ancora a giocare con me e a litigare per le cose più stupide che ci potessero venire in mente.

Al giorno d'oggi, avrebbe avuto quattordici anni e sarebbe stato un ragazzo come gli altri, intento ad andare a scuola e a giocare con i videogiochi.

Probabilmente saremmo rimasti ad Oslo con i nostri genitori e io non avrei mai legato così tanto con Theo, non avrei mai visto quanto sia bella la città di Londra immersa nella nebbia e nella pioggia.

𝐓𝐡𝐞 𝐆𝐮𝐢𝐝𝐞 𝐓𝐨 𝐒𝐨𝐥𝐯𝐢𝐧𝐠 𝐓𝐡𝐞 𝐂𝐚𝐬𝐞Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora