capitolo 6

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Le vidi arrivare.

La vidi arrivare.

Era con mamma e Gemma.

Mille idee mi passarono per la testa, che faccio? Come mi comporto? Perchè non mi ha scritto? Ho sbagliato qualcosa? Dovrei lasciarla qui?

Mille domande e non una risposta.

Intanto loro avanzavano tutte e tre con un sorriso enorme.

-Ciao piccolo di mamma- arrossii.

Arrisisco sempre se mamma mi chiama piccolo, ma lo faccio solo con lei.

Non arrossisco con nessuno.

La abbracciai forte. E le baciai le guancie.

Abbracciai a Gemma e le feci fare un giro mentre rimanevamo abbracciati.

E lei la salutai con un cenno di testa.

Non ero rimasto male per il fatto che non mi abbia scritto, beh si forse si ma ci speravo infondo..

Appena salimmo in macchina mamma e Gemma mi raccontarono del viaggio e io rimanevo ad ascoltare mentre guidavo.

-E tu come hai passato le vacanze?- chiese mamma.

-Allora, all'inzio avevo conosciuto una ragazza davvero bella e speciale- Gemma impallidì, non si aspettava nulla, nemmeno io me lo aspettavo, le parole sono uscite da sole.

Mamma mi guardava felice e col sorriso incitanfo mi a continuare.

Carmen rimaneva indifferente.

-ma poi non si fece sentire, scomparì nel nulla, ero disposto a cambiare ma vabbe, l'ho aspettata per una settimana e poi sono tornato al mio stile di vita di semmpre, feste, discoteche, ragazze, e alcool- appena finii il discorso Gemma aveva le lacrime agli occhi Carmen piangeva in silenzio e mamma diventò triste.

-che succede in questa macchina? La depressione è passata anche a prendere voi?- dissi cercando di sdrammatizzare.

Nessuno rispose ma menomale dopo 5 minuti entrammo nella via di casa nostra.

-Non dovremmo accompagnarla a casa?- chiesi riferendomi a Carmen?

-no rimarrà da noi, si è lasciata con il ragazzo e non ha un luogo in cui restare a dormire- disse Gemma mentre prendeve le ultime valige che erano rimaste in macchina e salì fino al portone.

-Beh io vado dai ragazzi che danno una festa a casa di Liam-

-ciao famiglia- dissi rivolgendomi a Gemma e Mamma e non salutai Carmen.

Si ci ero rimasto male.

Non si fa sentire per tre mesi e dopo si ripresenta, per lo più ora abiterà a casa mia.

Destino infame.

Arrivai a casa di Liam che già era pieno di ragazzi sbronzi e ragazze mezze nude. Appena entrai mi avviai al divano dove c'erano tutti i miei amici e qualche puttanella che mi sarò fatto e rifatto 2-3 volte, ma una seconda passata non fa mai male a nessuno.

Dopo il quarto bicchiere iniziai a uscire fuori di me.

Ballavo e mi dimenavo, avevo ragazze che mi si strusciavano a destra e a manca.

Ad un tratto notai la porta di casa spalancarsi: Gemma e Carmen entrano dalla porta.

Hanno lo sguardo di tutti addosso.

Non riesco a smettere di guardarla, è stupenda, il vestito le calza a pennello, le fascia i fianchi è stupenda.

Ma ho bevuto troppo e non controllo le mie azioni e in meno di due secondi sono difronte a loro.

-che cazzo ci fa qui?- dovevo avere l'espressione arrabbiata ma ero solo curioso ed ubriaco.

-Siamo venuti alla festa- disse ovvia Gemma.

-Non potete star qui-

-e perchè mai?- disse con fare superiore Carmen.

mi avvicinai di più a lei e le sussurrai con voce roca all'orecchio.

-perchè non voglio- sentì i brividi farsi spazio sulla sua pelle, allora è questo l'effetto che le faccio.

Senza continuare il discorso mi dirigo dagli altri che sono in cerchio, stavano giocando a qui loro soliti dementi con alcool a fiumi ma era per questo che li amavo.

Summer Paradise.   H.S.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora