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Il giorno dopo, quando arrivai in spiaggia, ero abbastanza turbata, almeno questo fu quello che mi disse Lara. Ero intenzionata a non parlare con William, punto e basta. Non dovevo permettergli di prendersi troppa confidenza, altrimenti avrebbe pensato che era più vicino al suo traguardo: aggiungermi alla sua collezione. Dovevo metterlo al suo posto.
Per tutto il tempo non lo degnai nemmeno di uno sguardo. Cercai di rivolgergli il meno possibile la parola e di stargli alla larga. Lui continuava stuzzicarmi il più possibile, ma io fui indifferente, così come nei giorni a seguire. Questa cosa lo innervosiva, lo vedevo dai suoi atteggiamenti: il mio non rispondere alle sue frecciatine lo mandava in bestia. Avevo la sensazione che più mi comportavo in questo modo, più lui insisteva nel suo infastidirmi.
«Beh, di cosa mi meraviglio: dopotutto l'ha detto che avrebbe fatto di tutto per farmi cadere tra le sue braccia», dissi alla me stessa riflessa nello specchio antiquato del bagno della mia stanza.
«Io però non ce l'ha faccio ad andare avanti così». Ero immersa in un grosso problema: le sue frecciatine mi innervosivano troppo, tuttavia non potevo rispondere alle sue provocazioni perché avrebbe pensato di essere più vicino al suo obiettivo. Inoltre rispondergli ci avrebbe avvicinati. William mi attirava a sé come una calamita e non potevo rischiare di perdere la testa per lui, perché sì non potevo negarlo: quegli istanti in cui ci eravamo guardati negli occhi, mi avevano scossa e non poco.
Uscii dal bagno e chiusi la porta della mia stanza; mi sedetti sul letto, presi il mio vecchio blocchetto e iniziai a disegnare. Non sapevo effettivamente cosa realizzare, ma alla fine i pensieri mi portarono a uno dei piccoli quartieri di Londra che avevo attraversato innumerevoli volte durante la mia infanzia. Quella mattina mi ero svegliata più presto del solito questo perché, da un paio di giorni, gli Hurt passavano a prenderci per andare al mare. Colpa di mio padre, "l'uomo dai mille impegni salvo quello di trascorrere le vacanze con la sua famiglia". C'era da dire però che gli Hurt erano decisamente mattinieri. Non che io non lo fossi ma loro erano ad un livello decisamente superiore alla media. Così, per evitare brutte figure, mi svegliavo prestissimo per prepararmi con calma ed essere sempre pronta per quando sarebbero arrivati. Quella mattina avevo finito prima del previsto e quindi avevo deciso di rilassarmi un pochino, ma avevo fatto una scoperta: rilassarmi portava la mia testa a blaterare, a farneticare. Traduzione: pensavo troppo fino a farmi esplodere la testa.
Un improvviso picchiettio alla porta mi fece voltare: Maddy era ferma, davanti all'entrata della mia stanza e mi fissava. Non mi ero accorta che l'avesse aperta. Si avvicinò e si sedette al mio fianco.
«Tutto bene sorellina?» mi chiese con un lieve e dolce sorriso sulle sue labbra leggermente carnose.
«Sì, perché?», le chiesi incuriosita.
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La mia esistenza
ChickLit«... Sei riuscita in quello in cui tutte le altre hanno fallito: tu... mi hai insegnato ad amare» La mia esistenza è una storia di un amore grande, puro e struggente di cui William e Katie sono i protagonisti. Le loro famiglie si conoscono da divers...