Capitolo 30. Lo Spezzavoce

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Quando mamma torna a casa da lavoro, zia Silvana le spiega tutto e così comprendo anch'io le ragioni di questa inaspettata visita da una delle dodici nobili casate, i Palentini. A quanto pare, in virtù di quanto fatto per ricomprare la casa di famiglia, ci siamo indebitati. Nonno Antonello è riuscito a ripagare gran parte della somma, ma manca ancora qualche migliaio di euro. Infatti, nelle prossime settimane, gli aguzzini dei Palentini verranno a confiscarci quadri e mobilio. Zia Teresina cerca di placare gli animi, affermando che tutta la roba citata in questione si trova in soffitta o nelle camere del palazzo che neanche utilizziamo, ma dal mio punto di vista non è questa la cosa più importante.

Lorenzo e sua madre sono scesi in cucina ad assistere alla discussione di famiglia ma sono rimasti in disparte, così come mio cugino Matteo, intento a giocare al telefono e mia cugina Maria, che secondo me finge di leggere un libro.

Tuttavia, le parole di Stefano Palentini risuonano ancora nella mia testa e per tale ragione, mi prendo di coraggio e do voce alle domande che mi ronzano nella testa da un paio d'ore: «Che cosa è successo nel 1600? Quali crimini hanno commesso i nostri avi?».

Zia Silvana interrompe i suoi sproloqui e mamma mi rivolge uno strano sguardo.

Solo nonna Rosalba sorride e intuisco che lei sia l'unica che possa darmi una risposta.

«Non ho idea a cosa si riferisca quello zotico di un Palentini...», commenta zia Silvana.

«Silenzio!», la interrompe nonna Rosalba. «Tu non puoi sapere».

«Sapere cosa?», insisto dato che nonna finalmente decide di vuotare il sacco.

«Questa che sto per raccontarti è la vera ragione per cui i Pitrelli hanno perso prestigio nel corso degli ultimi secoli».

Matteo e Maria smettono di fissare, rispettivamente, il telefono e il libro nelle loro mani, puntando gli occhi sulla più anziana della casa. Anche mia madre sembra turbata e si lascia scivolare su una sedia.

«Eravamo una delle famiglie più temute in tutta la comunità magica», inizia nonna Rosalba. «Non solo perché eravamo i maghi più abili, ma anche per l'elevato numero dei nostri Uditori. Gli avrai dato sicuramente un'occhiata, vero, Marco? Il nostro Diario di famiglia vanta un volume considerevole di incantesimi, ma quello che non sai è quanto sono potenti».

Veramente no. Finora non ho avuto il coraggio di salire in soffitta e vedere di persona il nostro Diario. Solo una volta l'ho quasi intravisto, quando ero più piccolo e papà era andato a prenderlo per chissà quale ragione, ma ne ho una brevissima memoria.

«La Voce è universale», continua nonna Rosalba. «Ma ognuno sviluppa una propria affinità. I De Santis sono specializzati nella creazione di illusioni, i Valchiri nell'imporre una propria volontà alle cose, i Viglianesi nella capacità di controllare i quattro elementi».

«E noi Pitrelli nella capacità di manipolare la materia», rispondo correttamente ricordando le nozioni di papà.

«Esatto, ma non solo della materia fisica che ci circonda, bensì di quella che non si vede. Dell'antimateria».

«Antimateria?», ripeto ad alta voce.

«E dell'antimateria che a oggi risulta essere la più complicata da studiare e controllare: l'anima».

«Esistono incantesimi per controllare l'anima?», chiedo rivolgendomi al resto dei presenti.

Mamma scuote la testa. «Può essere. Quegli incantesimi sono proibiti, persino lo studio! Nessuno li ha mai usati».

«Tranne Antonio Pitrelli. Un nostro vecchio antenato, reso folle e disperato dalla morte del figlio».

«Queste sono solo leggende...», ribatte mia madre alzandosi in piedi.

1 - Il Serpente e la Fenice (Parte Due)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora