Capitolo 27. Sparare laser dagli occhi

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Più tardi ci incontriamo alla caffetteria del duomo. Non è la prima volta, spesso ci riuniamo qui per fare colazione verso le undici del mattino, ma oggi il mio messaggio ha messo in allarme i loro animi e ci siamo dati appuntamento il prima possibile. Jenny è stata la prima a rispondermi e mi sento un po' in colpa dopo tutto quello che è successo. Dovrei essere più presente anche per loro e smetterla di concentrarmi solo su me stesso. Anche loro sono importanti, i miei amici, altrimenti non sarebbero venuti con così poco preavviso.

Liam è ancora un po' addormentato e ordina subito un caffè americano, mentre Samuel prende il suo solito cappuccino con la cannella sopra.

«Allora, cosa è successo ieri sera? Racconta!».

Jenny mi stringe le mani e mi sprona a parlare. Vuoto il sacco in men che non si dica, descrivendo la magnificenza di Palazzo Lucrezia, la pomposità della festa, l'arroganza degli ospiti, la ricchezza del buffet (qui Liam voleva sapere se c'erano le costolette di maiale e sì, c'erano) e infine ho parlato anche della sfinge. Ho volutamente omesso la parte in cui io e Lorenzo siamo rimasti soli a parlare e anche lo spiacevole episodio in bagno con mia madre, perché mi vergogno abbastanza, e sono andato dritto al finale della serata.

Naturalmente, di tutto mi potevo aspettare dai miei migliori amici, tranne che esultassero per me non appena ho rivelato loro quello che ho fatto per fermare la sfinge e salvare Lorenzo.

«Quindi puoi sparare laser dagli occhi!», se ne esce Liam a bocca aperta.

La mia faccia si distorce in una smorfia e mi chiedo se Liam lo faccia apposta. «Ma secondo te? Non sono Starben! Non è così che funziona...».

«Ma sei... un mago», chiede Samuel, ma sembra più una conferma.

Mi zittisco e abbasso lo sguardo sul tavolino del bar.

«Non lo so... tecnicamente dovrei essere un Uditore».

«Cioè?», domanda Jenny piegando la testa alla ricerca dei miei occhi.

«Significa che posso ascoltare le voci e... creare nuovi incantesimi».

Liam si fa più scuro in viso. «Voci? Quali voci?».

«Tutte le voci», sintetizzo esasperato. «Ieri sera l'acqua ha cercato di parlarmi».

Un cameriere passa dietro di me e scorgo il suo sguardo fisso sul nostro tavolo. Non so cosa abbia sentito della nostra conversazione, ma probabilmente penserà che io sia pazzo. Persino Samuel e Liam si scambiano un'occhiata poco interpretabile, allora Jenny mi stringe un braccio e si avvicina a me per parlare a bassa voce.

«Non capisco bene questa faccenda delle voci, ma... è una cosa positiva, no? Non eri tu quello a dire che se fossi stato un mago per la tua famiglia sarebbe stato un bene?».

Sì, è vero, l'ho detto. Se mi dichiarassi, la nostra casata acquisirebbe prestigio, a maggior ragione se mi qualificassi come Uditore. Gli stessi Urtis godono di buon rispetto grazie ad Angelina, nonostante suo padre sia stato condannato per tradimento e omicidio qualche giorno fa dalla Corte stessa. Gli Uditori sono gli unici in grado di poter creare nuovi incantesimi e per questo vengono protetti e tutelati all'interno dell'Alta Società magica.

«Inoltre tua sorella Antonella non sarà più costretta a sposare quel Valchiri, giusto?».

«Già», confermo. «Però mi chiedo come reagirebbero i Valchiri sapendo che non potranno più mettere le mani sul nostro Diario di famiglia...».

«Ma che incantesimi ci sono?», mi chiede Liam in modo losco. «Roba forte?».

Sinceramente, non lo so con certezza. Papà si è limitato a dirmi che il nostro Diario è uno dei più grandi tra tutte le famiglie dei maghi, perché in passato erano tanti gli Uditori della Casa della Fenice. Mi aveva accennato anche al fatto che molti incantesimi erano così potenti da essere proibiti e che, se caduti nelle mani sbagliate, avrebbero potuto scaturire un pericolo. Credo proprio che sia questa la ragione per cui mio padre è stato tanto preoccupato, ma non ho mai visto grande concretezza nelle sue parole.

1 - Il Serpente e la Fenice (Parte Due)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora