8. Suo padre

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ᡣ𐭩Soleil

Non l'avrei mai portato pensato che avrei accettato questo accordo di matrimonio, non con lui. Non so nemmeno quando e come mi sono convinta a fare parte di questa scenetta finta.
Già il nostro sarà un matrimonio falso, questo pensiero mi logora dentro. Da sempre ho avuto la mancanza d'amore da parte di mio padre, da piccola sognavo di sposare almeno un uomo che amassi davvero. Dovrò resistere solo un anno, dopo potrò divorziare e con i soldi ricavati potrò portare mia madre lontano da mio padre e innamorarmi veramente di un uomo. Voglio solo vivere la mia vita, quella vita che mi è stata strappata giorno dopo giorno da quell'essere che dovrebbe essere mio padre. «Questa è casa mia» indico la piccola casetta poco distante da noi, «abiti qui?» chiede sbalordito, «giá, siamo una famiglia povera non possiamo permetterci una casa lussuosa» lo ammonisco.
Ci avviamo verso la mia piccola casetta, che poi non la sento più come la mia casa, lì dentro mi sono successe troppe cose brutte, la considero più come la mia prigione. Prendo la chiave dalla borsa e apro lentamente la porta, dando la vista a una cosa fin troppo malandata. «Papá ho un ospite» urlo dalla porta, ma non ricevo nessuna risposta, ci avviamo verso la cucina vuota e mi guardo intorno, quando all'improvviso sussulto dallo spavento sentendo un grido proveniente dalla stanza dei miei genitori. Mi avvio di corsa verso la voce che con certezza so a chi appartiene, «che succede?» urlo aprendo la porta, ritrovandomi mio padre nudo mentre violenta mia madre in lacrime e distrutta.
Il mio cuore si stringe in una morsa, mi giro verso Simon e lo vedo trattenersi dal non spaccare la faccia a mio padre.
Gli sono grata di questo!
«Brutta gatta morta come ti permetti ad entrare nella nostra stanza senza bussare?» sbraita mio padre vestendosi subito, «vestiti troia, abbiamo ospiti» dice mio padre gettando dei vestiti su mia mamma.
Corro verso la mamma e la abbraccio stretta a me, le accarezzo i capelli e sussurro che andrà tutto bene.
«Chi ho l'onore di conoscere?» dice mio padre porgendo la sua mano in direzione di Simon, lo vedo afferrare la mano di mio padre e stringerla leggermente troppo forte tanto ché, mio padre fa una faccia dolorante «per me non è un piacere conoscerla signor Mulder» dice orgoglioso Simon lasciando la sua mano.
«Questo sarebbe il gentiluomo?» ride sarcastico guardandomi, «non darò mia figlia a un uomo che mi manca di rispetto» sbraita. Il mio cuore inizia a sgretolarsi a quelle parole, se mio padre non acconsentirà a questo matrimonio mi farà sicuramente sposare un vecchio decrepito.
«Non ho chiesto il tuo permesso per sposarla, sono venuto solo a conoscerti» gli tiene testa Simon, «voglio sua figlia, è la farò mia con o senza il suo permesso».
Aiuto la mamma a rialzarsi e mi avvio verso i due uomini che si stanno uccidendo con lo sguardo, «papá lui è Simon, il mio futuro marito» dico tremolante, «non sposerai questo uomo» mi urla in faccia strattonandomi accanto a lui.
Vedo Simon stringere i pugni fino a fare diventare le nocche bianche, e ho paura che questa situazione in cui ci troviamo andrà a finire molto male.
Simon afferra dolcemente la mia mano e quella di mamma, ci fa mettere dietro di lui e mormora, «Sol andate a prendere le vostre cose, tu e tua madre verrete con me» dice con voce ferma, «se provi a toccarle un'altra volta ti finirà molto male» sbraita a denti stretti verso mio padre, che deglutisce a fatica. Io e la mamma ci avviamo subito a preparare le nostre valigie per fuggire il prima possibile da quella casa diventata una tortura a causa di mio padre.
«Simon siamo pronte» mormoro, una volta finite di fare le valigie.
«Dì addio a tua moglie e a tua figlia, perché questa e l'ultima volta che le vedrai. Se ti avvicinerai mi assicureró che non vedrai mai più la luce del sole»
Papà rude sarcastico, «non ho paura di te. Siete sicure della scelta che state facendo?» chiede a noi, facendoci pietrificare. Entrambe sappiamo il lato brusco di papà, mai avremmo pensato di andare contro di lui. Ma Simon mi ispira fiducia e sicurezza, così con la testa alta dico, «sicurissime».
Tutti e tre ci avviamo all'uscita per salire in macchina e scappare lontane da quell'uomo senza cuore, «starete bene» ci rassicura Simon facendoci salire dietro, «non vi farà più del male».
La mamma scoppia in lacrime, «grazie mille che Dio ti benedica figliolo. Mi dispiace che tu abbia assistito a una cosa del genere»
«Nessun problema signora» mormora Simon rivolgendole un lieve sorriso.
Non avevi mai visto questo lato suo dolce e sensibile, l'ho sempre visto come un uomo egoista e senza cuore, come un uomo che non ci si può mai innamorare. Invece con quel sorriso il mio cuore lo ha già scelto, anche se io non sono altro che un accordo per lui. D'altronde come potrebbe innamorarsi di me con tutte le donne belle che gli girano attorno? Io sono una nullità in confronto delle altre, non potrebbe mai volere una donna come me al suo fianco. Forse mi ha scelto proprio perché le faccio pena.
«Siamo arrivati» ci comunica, aprendoci la portiera per farci scendere dall'auto. I miei occhi restano paralizzati alla vista di questo bellissimo palazzo davanti a noi, non avevo mai visto una casa più bella di questa se non in TV o nei giornali.
«E casa tua?» chiedo. Una domanda sciocca, di chi potrebbe mai essere se no?
Annuisce dolcemente «abito da solo, quindi potete fare come se foste a casa vostra»
«Signore lei è troppo gentile. Lavoreremo e andremo via il prima possibile» mormora la mamma prendendo la mano di Simon come segno di ringraziamento.
«Non lo permetterò. Questa adesso e anche casa vostra, in fondo Soleil diventerà mia moglie»
Sgrano gli occhi, «mi vuoi ancora come moglie?» chiedo timidamente, «voglio dire... anche dopo quello che è successo?»
«Lo voglio Soleil, ovvio che lo voglio. Entriamo» dice prendendo le nostre misere valigie facendoci strada in quel labirinto ai nostri occhi.
L'Interno è ancora più bello dell'esterno, al centro dell'entrata ce una scala a chiocciola bianca con i corrimano dorati. «Vi mostro la casa» dice portandoci dritte in cucina, grande il triplo della nostra casa.
Dopo tutto il tour della casa, ci sistemiamo nelle nostre stanze, io e la mamma siamo vicine, mentre quella di Simon e distante due porte dopo la mia.
Rimango sbalordita della bellezza dei colori e del paesaggio che ha la mia stanza, sembra uscita da una serie televisiva.
Vado in camera di mia mamma per aiutarla a sistemare le sue cose, la trovo pensierosa mentre guarda fuori dalla finestra «mamma devo confessarti una cosa» dico abbracciandola, «quando tu uscivi o dormivi, papà veniva a violentarmi» confesso. Era da troppo tempo che volevo svuotarmi di questo peso enorme, era da troppo he lo portavo dentro di me rischiando di esplodere da un momento all'altro.
«La mia piccola principessa, mi dispiace tanto» piagnucola, facendomi piangere anche a me. Mi stringe forte tra le sue braccia, «mi dispiace per tutto. Per non essere stata troppo forte da proteggerti da lui, per non aver capito nulla, per non averti protetta. Sono una nullità come madre, perdonami amore mio» mormora quasi come una supplica.
Le mie lacrime scorrono più velocemente, «ti amo mamma».
«Ti amo piccola mia, ti amerò sempre»

Spazio scrittrice✨

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