Capitolo I

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Tredici anni dopo

Scarlett

Quel giorno ero determinata. Troppo determinata. Mio fratello aveva cercato di fermarmi quando mi ero praticamente lanciata giù dal letto per andare a parlare con nostro padre, ma io dovevo farlo.

I regni, luoghi che un tempo risplendevano di onore e gioia, erano ormai macchiati dalla guerra e dalla distruzione da essa lasciata.

Andava avanti da ben tredici anni, ma nessuno sapeva il motivo, o forse gli adulti non volevano farlo sapere ai giovani. Nonostante la valanga continua di pensieri, continuai la mia marcia verso la sala del trono per andare a parlare con mio padre.

Mi fermai davanti all'enorme dipinto della mamma e sospirai. Ero più che consapevole del fatto che mio padre fosse diventato freddo dopo la sua morte. Mi avvicinai al quadro e sistemai un po' i fiori che si trovavano nel vaso. L'acqua era sporca, perciò la sistemai con un gesto della mano e ritornò limpida.

Mi inchinai davanti al quadro di mia madre, e solo allora ripresi la mia missione di raggiungere mio padre nella sala del trono.

Spalancai le porte, ignorando totalmente gli uomini nella sala, e mi rivolsi a mio padre.

"Padre, io-" Iniziai, ma l'uomo mi interruppe sollevando una mano.

"Scarlett, quante volte devo dirti che non puoi entrare così durante le riunioni?" Mi disse con fare annoiato.

Rimasi a guardarlo per un paio di secondi, prima di sospirare e guardarmi intorno. Uomini. Uomini ovunque. Solo ed esclusivamente uomini.

"Padre, vorrei partecipare." Dissi mentre impugnavo l'elsa della spada.

"Ne abbiamo già parlato, Scarlett. L'unico motivo per cui sei stata addestrata è l'autodifesa. Non ti permetterò di andare in guerra contro un nemico che nemmeno conosci." Disse con un sopracciglio alzato mentre beveva da un bicchiere di vino.

"Potrei conoscerlo se me lo permettessi!" Ribattei mentre incrociavo le braccia al petto.

"Scarlett Clara Stoll, tu sei una principessa e devi comportarti come tale! Purtroppo tua madre non è qui per insegnartelo, ma le tue insegnanti private dovrebbero svolgere tale mansione senza problemi." Sbottò mio padre.

"Oh, fammi il piacere. Mi hanno insegnato a cucire!" Replicai.

"Ciò che una donna dovrebbe fare." Disse mio padre freddamente. Non avrebbe mai detto una cosa del genere davanti alla mamma. Solo quella frase fece scoppiare tutti gli uomini a ridere.

Ecco in che società vivevamo. Una società che si presentava come protettrice, ma che poi ti diffamava per il crimine di essere donna.

Nonostante la rabbia, tirai un sospiro e sorrisi.

"Molto bene, padre." Dissi, girando sui tacchi e lasciando la stanza frettolosamente.

Non sarebbe finita lì, e onestamente mio padre avrebbe dovuto aspettarselo. Avrei partecipato in quella guerra, che gli piacesse o meno. Ero una principessa. No, io ero la principessa, il che era molto differente.

Ero stata educata per essere una buona regina, ma chi ha detto che una regina non sa combattere?

Mio fratello, Sebastian, mi aveva insegnato a maneggiare una spada quando avevo solo sei anni, arco e frecce a sette. Sapevo cosa stessi facendo, ma nessuno sembrava prendermi sul serio.

Non che il cucito sia inutile, anzi, grazie ad esso ho realizzato dei pantaloni su misura per me, con camicia bianca e una giacca di pelle, il cui retro arrivava fino alle caviglie.

Me ne tornai in camera e mi sedetti sul letto, pensierosa come non mai.

"Conosco quella faccia." Disse una voce che conoscevo fin troppo bene. Era entrato nella mia stanza senza bussare. Di nuovo.

"Sebastian, quante volte ti ho detto di bussare prima di entrare?" Sbottai mentre fissavo il soffitto.

"Io non busso, Scarly. Dovresti saperlo ormai." Rispose lui mentre si sedeva ai piedi del mio letto.

Sebastian era mio fratello maggiore, avevamo solo tre anni di differenza ma lui sembrava molto più grande. Nostropadre aveva provato a convincerlo a sistemare quell'ammasso scompigliato che siritrovava in testa, ma Sebastian non era interessato e lo aveva espresso molte volte.

"Io non vedo niente di interessante sul soffitto." Commentò mentre i suoi occhi verdi si muovevano tra me e il soffitto.

"Oh, sta zitto." Borbottai. Mio fratello rise.

"Ti va di allenarti un po'?" Mi chiese mentre si alzava. No. Non mi andava.

"Al momento, tutto quello che voglio fare è marcire nel mio letto." Dissi mentre abbracciavo il mio cuscino.

"Come vuoi, Scarly. Io vado ai campi. Ci vediamo a cena." Disse mentre mi salutava con la mano.

Quando mio fratello lasciò la stanza, cominciai a rigirarmi nel letto. Non riuscivo a stare ferma, e ad un certo punto... PUFF, un'idea apparì nella mia mente. Un piano. Un piano che avrebbe dimostrato il mio valore.

Mi alzai di scatto e cominciai a rovistare tra i miei cassetti fino a quando la trovai.


ANGOLO AUTRICE

Heyy! Ecco il primo capitolo ufficiale della nostra storia. Scarlett non sembra aver preso bene le parole di suo padre... cosa pensate che farà? Cosa avrà trovato di tanto importante?

Al prossimo capitoloo

Av

Power of the Elements: A War for ControlDove le storie prendono vita. Scoprilo ora