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Riccardo

Dadda mi ha scritto che era stato male, quindi sono rimasto a casa con Jasmine a guardare un film
Eravamo abbracciati quando mi arriva una chiamata, prendo il telecomando bloccando il film, Jas alza lo sguardo verso di me e mi fa una smorfia innervosita -Scusa amore devo un secondo rispondere a Dadda- le do un bacio e mi alzo per andare a rispondere.

-Dadda che c'è?-
-Richi sono preoccupato per Simo-
-Perché?-
-Era a casa mia, stavamo parlando poi tutto d'un tratto ha iniziato a piangere e non me ne ha voluto parlare-

Mi giro verso Jasmine che mi guardava in attesa di riprendere il film, le faccio un cenno con la mano che sarei arrivato subito e vado nel mio
studio e chiudo la porta.

-Credo che sia meglio se lo lasci un po' solo Dadda-
-Ma perché? che gli prende?-
-È troppo difficile da spiegare, è una cosa tra me e lui-
Sento Dadda sospirare dall'altra parte.

-Ho paura che si faccia del male Richi-
-Perché dovrebbe?- chiedo corrugando le sopracciglia camminando avanti e indietro per lo studio.

-Non lo so, molti quando sono tristi rischiando di farsi male da soli-
-Simo no- lo cerco di tranquillizzare anche se so benissimo dei vecchi problemi di Simone con l'autolesionismo.

-Ok- sussurra lui.
-Come va la febbre?- chiedo per cambiare discorso alla svelta
-Meglio-
Jasmine si affaccia dalla porta aprendola di uno spiraglio, io la guardo e le mando un sorriso che ricambia.
-Ora ti devo lasciare-
-Ok, ciao-

Dadda

Chiudo la chiamata, tutto il rancore che provavo per Riccardo era svanito, non faccio altro che pensare agli occhi lucidi di Simone.
Cosa avevo fatto? lo avevo fatto piangere? quello che i fan dicevano era vero? non è che quello che si era innamorato per davvero era stato veramente lui?

Insomma Simone era strano da giorni, ancora prima del nostro primo giorno di tour quindi non credo che fosse stato per quello.

Faccio avanti e indietro per la casa cercando di trovare una soluzione, Riccardo mi aveva detto di lasciarlo solo ma non ci riuscivo mi stavo
preoccupando per lui.

Prendo il telefono e provo a scrivergli un messaggio.

Daniel
Ehi Simo, sono stata io la causa del tuo pianto? vorrei che ne parlassimo, ti prego rispondi al messaggio, ti voglio bene. 12:36

La sua risposta non mi arriva, inizio a preoccuparmi sempre di più, e anche se Riccardo mi aveva detto di lasciarlo solo prendo comunque le chiavi della macchina e mi fiondo sotto casa sua.

Arrivo alla sua via, lascio la macchina parcheggiata e alzo lo sguardo verso la sua finestra, la stanza non si vedeva, le tende oscuravano il tutto

Mi avvicino a passo svelto verso il citofono e ci attacco il dito, poi faccio altri passi indietro per alzare lo sguardo un altra volta verso la finestra.

Lo vedo, scosta di poco la tenda e gli faccio cenno di aprire la finestra, lui resta a guardarmi per un po'.
Riesco ad urlare un -Ti prego apri-
Lui sparisce dietro la tenda, fisso il portone nella speranza che si aprisse ma niente.

Sento le lacrime bagnarmi gli occhi, prendo il telefono in mano e continuo a chiamare il suo numero.

-Rispondi!- inizio ad alzare la voce, essere ignorato era la cosa che mi mandava più fuori di testa al mondo.

Fortunatamente qualcuno del suo palazzo apre il portone, io corro e mi ci infilo dentro, poi salgo le scale fino al suo appartamento.

Quando busso vedo Riccardo dietro la porta, rimango pietrificato, lui mi guarda dalla testa ai piedi.

-Che ci fai qui?- mi chiede serio.
Mi alzo sulle punte per vedere se ci fosse Simone.
-Lui dov'è?-
-Dadda, torna a casa-
-Riccardo non mi fare incazzare dimmi come sta!- faccio forza per cercare di entrare in casa ma lui mi tiene, poi esce chiudendosi la porta alle spalle.

-Ti ho detto di lasciarlo solo-
Inizio ad innervosirmi
-Perché tu puoi vederlo e io no?-
Lui sospira alzando gli occhi al cielo
-Dadda come te lo devo dire senza che ti offendi? non ti vuole vedere, rispetta le sue scelte una buona volta e non fare sempre di testa tua, mi hai capito?-
Non riesco a trattenere le lacrime per molto, me ne vado solo quando le sento scendere.

Awed

Sento Riccardo e Dadda parlare fuori dalla porta, sento tutti i loro discorsi, le parole di quella mattina mi continuavano a girare per la testa, Dadda non avrebbe mai ricambiato, lui mi amava solo come amico, ma chi ti può amare in quel modo Simone, sei solo un povero illuso.

Premo le dita sulle mie labbra ricordandomi che hanno toccato le sue qualche giorno prima, volevo vederlo, abbracciarlo stare con lui, ma dopo quelle parole il mondo mi era crollato addosso.

Alzo la mano per guardare le mie ferite che Riccardo gentilmente mi aveva curato con una benda, giro lo sguardo vero la porta e lo rivedo entrare.

-L'ho mandato via-
-Grazie-
Poi si viene a sedere sul divano accanto a me.
-Dovevo stare con Jasmine oggi, l'ho abbandonata per venire da te, sicuramente quando torno a casa mi lancerà le pentole dietro.

Io faccio una risatina.
-Prima o poi devi parlarci con Dadda di questa situazione-
-Dei miei sentimenti?- lui annuisce
-No, lui non mi amerà mai in quel modo-
Lui si sistema meglio sul divano portando un braccio dietro alla mia nuca.

-Anche se ti rifiutasse, almeno gli hai confessato i tuoi sentimenti, e ti sentirai più libero-
-Ma se lo faccio mi farà sentire sempre peggio, quindi no- mi alzo e vado a bere un bicchiere d'acqua, poi torno sul divano e accendo un film su Netflix.

your moonlight |AwedxDadda|Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora